Ventinove

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"Apro la bacheca e vedo booty booty, mi stai facendo uscire pazzo baby ohhh" cantai mentre quel lunedì pomeriggio io e Alex rifornivamo tutti i frigoriferi, compresi quelle nelle sale prove. Ero convinta che non ci fossero, ero entrata nella sala quattro e avevo visto una sedia e una radio, invece guardando meglio intorno vi erano anche due piccole scrivanie nere ed un frigorifero a visione.

"Che canti?" chiese divertito Alex mentre con il cutter apriva l'ennesimo scatolone. Me li sognavo gli scatoloni e dato l'andazzo dei miei sogni, avrei potuto sognarmi scatoloni in cui rimanevo imprigionata oppure da cui usciva qualche creatura indemoniata. "Booty" replicai sorridendo, "di Warez."

Scosse lievemente la testa, "non ho idea di chi sia". Tirai fuori il cellulare dalla tasca dei miei jeans mom fit, in cui anche la cover gigante ci stava nella tasca e pronunciai un "aspetta" mentre cercavo la canzone nella mia libreria musicale. "Se fosse uno spagnolo che riemerge dall'ombra solo quando arriva il bel tempo, questa canzone avrebbe milioni e milioni di visualizzazioni" dissi convinta, mentre scrollavo fra gli album. Poi ricordai che li ordinavo tutti tramite l'Mp3 tag, e quindi sicuramente riuscivo a trovarla sulla "w". La mia ossessione morbosa verso l'ordine aveva i suoi vari aspetti positivi.

"Eccola!" cliccai sopra e aspettai che la base trap partisse. Poggiai il cellulare sul rientro della finestra bordeux, dove ci si poteva anche sedere, vicino al frigorifero a vista che riempivo sempre.

Ripartì il pezzo che canticchiavo anche io, pochi minuti prima e guardai l'espressione di Alex, non era sicuramente il suo genere ma pareva divertito.

"Su di te mi faccio i movies" cantai improvvisando un balletto che consisteva in me che facevo passi indietro e con le mani feci il gesto di chiamare qualcuno verso di me mentre continuavo con il pezzo: "vieni vieni vieni  baby ohhh".

"Io vorrei farti capire ma quando ti giri non ho più niente da dire" mossi la testa a destra e sinistra in in una sorta di perimetro circolare mentre con l'indice alzato feci un altro cerchio. "I just wanna know you true true true" andai avanti, piegandomi leggermente sulle ginocchia, e imitando con la testa il movimento di un piccione, "perché voglio fare wooh wooh wooh".

Lui rise ed io insieme a lui fermandomi dal fare un altro passo imbarazzante, poi sentì Warez iniziare la strofa del primo pezzo diverso dal ritornello e mi fermai sul posto unendo alle mie parole le mie dita che cercavano di contare i battiti del ritmo: "vedo solo Booty quando scorro la bacheca" mi fermai quei due secondi in cui ancora non riuscivo a capire che diceva per poi continuare, mettendo la mano in stile cornetta telefonica vicino al cellulare, "chiamo quella chi? quella lì, ninja prega prega prega che risponda quella con un booty mega mega mega me ne frega, usciamo sfatti senza money-" fui interrotta nella mia performance da un entrata improvvisa di Rudy Zerbi e mi raggelai sul posto, guardando Alex in cerca di aiuto. C'era bisogno di professionalità nel lavoro, lo sapevo, ma ero stata presa dal ritmo allegro della canzone, non era nemmeno colpa mia tecnicamente, lui che insegnava musica ed era un produttore doveva saperlo. "Vuoi fare i provini di Amici?" domandò, ovviamente ironico, "avremmo qualcuno che fa rap" continuò. Lasciai un sospiro di sollievo andare via dal mio corpo, non voleva licenziarmi. Sorrisi imbarazzata, "magari" dissi solamente trovandomi a corto di parole. Lui sfilò dal frigorifero quasi riempito di Alex una bottiglietta prima di andarsene alzandola verso di noi, in una sorta di segno di ringraziamento.

"Strano" dissi solo una volta che se ne era sicuramente andato ed io ero in zona protetta. "Hai davvero futuro nella scena rap italiana" rise lui. "E' trap" feci la maestrina cercando di non ridere alle sue parole - che poi potevo aprire una discussione anche su cosa fosse la trap o meno dato che gli utenti di internet avevano sempre un'idea diversa - mi stava comunque prendendo in giro. Intanto la riproduzione del mio cellulare andò avanti, finendo su "Tu No Fatto Guerra" e presa dalla carica mi voltai verso Alex e gesticolando con le mani ripetevo con Warez i primi versi della canzone con quel suo flow quasi spezzettato: "ogni barra che chiudo ti entra dal cranio e ti esce dal colon-COLON. In zona mi chiamano Fausto perché ho le ali anche se non volo-VOLO."

The bird has flown awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora