Trentaquattro

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Alle nove e dodici di domenica mattina iniziarono a bussare insistentemente alla mia porta. Convinta che se fingevo di essere morta e non rispondevo il rumore sarebbe cessato, rimasi nel mio letto avvolta fra le coperte con il mio pigiama leggero floreale bianco e nero.

"CHE STRACAZZO C'E'?" Urlai dal mio letto, soffocando un urlo nel cuscino che mi schiacciai sul volto. "E apri la porta, ziocca" sentì rispondere. La voce era inconfondibilmente quella di Andreas e pareva perfino divertito. Alzai il mio stanco corpo dal soffice materasso, sbadigliai, mi infilai le pantofole e strisciai il mio involucro fino alla porta, la aprì e mi trovai Andreas davanti con in mano un foglio.

"Hai parlato con Riccardo?" gli domandai mentre lui entrava. Chiusi la porta alle mie spalle, strisciando di nuovo verso il letto, "non vorrei fare la maleducata...ma perché sei qui e non nel tuo letto a dormire? Fino alle dieci non sono operativa oggi, mi dispiace. E poi dovevo venire a parlarti io."

Mi sedetti al lato del mio letto con le gambe incrociate e le pantofole larghe rosa ancora ai piedi. Erano pantofole in spugna, pagate due euro alla coop; comodissime però. Lui venne di fronte a me e mi piazzò davanti alla faccia un foglio. Assottigliai gli occhi, senza gli occhiali e con la miopia al massimo della sua espressione, era tutto sfuocato da lontano. Mi avvicinai al foglio, allungando il collo e strabuzzai gli occhi quando riconobbi la mia scrittura. Gli strappai il foglio dalle mani, nascondendolo velocemente sotto le mie chiappe: "perché cazzo ce l'hai tu? E' una cosa privata!" Era solo un mio modo per collezionare punti su di lui per costruire poi frasi di senso compiuto per conquistarlo definitivamente e fargli capire che non ero solo un coniglio che voleva riprodursi.

A lui scappò una risata quando mi vide metterlo sotto il sedere. Fu un gesto automatico, mi venne normale nasconderlo lì sotto, era il posto più vicino. "Me l'ha dato Ricky" spiegò come se fosse normale. Con il viso alto per guardare il suo, aggrottai le sopracciglia e corrugai la fronte, "e perché cazzo ce l'aveva lui?" Avrei fatto una visita privata a quel piccolo bastardo con le mani lunghe. Io non andavo a rubare in camera sua ma dato che a lui pareva una cosa normale, avrei iniziato anche io.

"Mi ha detto che glielo avevi dato tu ieri, quando era venuto a farti visita, perché avevi vergogna di darlo a me."

Abbassai il viso, mi grattai la fronte e passai la lingua sull'arcata superiore dei denti. Alzai il viso e ritrovata la calma chiesi, "è una presa per il culo?" Alzai il mio e tirai via il foglio, ormai tutto spiegazzato, "questo" ed indicai il foglio, "era una cosa privata".

"Ormai l'ho visto" fece spallucce. Gli avrei tirato un pugno sullo stomaco, ma ero convinta che mi sarei fatta male io, quindi la cosa veniva ad essere negativa per me e non per lui, ed evitai di farlo. Sbuffai e mi alzai, lasciando il foglio sul materasso. "Dove vai?" chiese, sentì il suo sguardo sul mio pigiama. "A fare pipì" replicai inacidita. Oltre alla pipì, che realmente mi scappava, avevo bisogno di due minuti in solitaria per capire cosa fare. Potevo andare da Riccardo e smontargli la camera, potevo colpire Andreas perché stava prendendo tutto alla leggera o colpire me stessa per avere aperto la mia porta a quel bastardo.

"Comunque è stata una buona cosa" sentì dire dall'altra parte della porta, "magari tu mi saresti venuta a parlare ma non saresti riuscita a dire nemmeno una vocale."

Per prendere altro tempo mi alzai dal water e mi lavai i denti. "Non è una buona cosa" farfugliai con lo spazzolino fra la bocca mentre pulivo la parte destra. "Per me lo è" continuò lui, "almeno so che non è come pensavo io."

Sputai nel lavandino. "Ah sì?" chiesi sorpresa, alzando il viso per guardare il mio riflesso nello specchio. Che cesso che ero alla mattina. "Mh mh" replicò semplicemente, nel tono sempre quello sfavillio di divertimento che mi faceva imbestialire. "Però così io sono stata violata" replicai, ero seria, mi sentivo in quel modo ma lui scoppiò a ridere.

The bird has flown awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora