Ventotto

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La prima settimana passò. Fra gli alti della vita a Roma e i bassi della mia malinconia ed altri fattori: Andreas mi evitò accuratamente dopo mercoledì, credendo che fossi una ragazza estremamente facile e a quanto pare mister Bronzo di Riace non voleva avere che fare con quelle come me, preferiva le ragazze serie, magari io avevo la clamidia ed era stato fortunato a non concludere con me.

Ogni tanto parlavo con Nicolas. Lo incontravo fra i corridoi e nella hall, e sporadicamente ci invitavamo l'un l'altro a fare un giro nel pomeriggio. Dato che lezioni diventavano sempre più concentrate e successive dato l'arrivo del serale e il loro coprifuoco tornò ad essere quello delle 22, che mi spiegò era quello con cui erano entrati e che aveva imparato loro a mantenere una certa regola.

Il mio sabato sera fu dedicato a vedere C'è Posta Per Te con una tazza di thè e una maschera per il viso che mi ero portata da casa. Sorseggiai rumorosamente con la schiena contro il muro e il sedere sul letto morbido. I capelli avvolti in un asciugamano e il pigiama addosso, per essere il più comoda possibile.

Utilizzai il Wifi del Residence per sentirmi con gli altri su Whatsapp. Anita tornava a casa per il weekend e riuscirono ad uscire tutti insieme, con tanto di Silvia, Rosa e Alessio. Alessio sapevo che frequentava i corsi con Andrea per poter diventare personal trainer, mentre di Silvia e Rosa non sapevo nulla ma non avevo nemmeno la curiosità di volerlo sapere.

Sospirai e allungai un braccio per stirarmi cercando di non far cadere il liquido caldo su di me. Mi alzai, poggiai la tazza sul tavolino e andai in bagno per fare pipì.

Erano giorni che non facevo altro che incubi o sogni che mi lasciavano con una sensazione di solitudine o angoscia addosso. Avevo sognato di essere torturata, rinchiusa, di dover scappare via, di finire in un casa dalla quale non potevo uscire in quanto infestata e vidi gente morta. Non avevo questa grandissima voglia di mettermi a letto presto, per non rivivere quelle sensazioni. Ero come persa.

Avevo comunque sempre le occhiaie come accessorio che portavo 24 ore su 24, quindi la mancanza di qualche ora di sonno in più del dovuto non si mostrava molto, rimanevo con segni violacei comunque.

Durante la pubblicità tirai fuori il laptop dalla mia valigia, lo connettei alla rete e scelsi qualche canzone da cantare durante il momento libero da C'è Posta. Qualcosa di lento per fare karoke e magari non troppo alto. Optai per Fast Car e feci un assolo, nel vero senso della parola, sentendomi più sola che mai.

Pensai ad Andreas. Doveva per forza esserci qualcosa che avrebbe intaccato il momento idilliaco che stavo vivendo altrimenti quella vita che stavo vivendo non poteva considerarsi la mia.

Ero arrabbiata con lui. Come si permetteva di giudicarmi? E non potevo essere considerata una brava persona nel caso avessi fatto sesso varie volte? Gli uomini potevano essere considerati come stalloni se lo facevano, mentre le donne esseri riprovevoli?

"Andreas del cazzo" pensai ad alta voce.

La domenica mi alzai piuttosto presto. Volevo andare a fare colazione fuori ma data la cena al giapponese, quei due gelati presi con Nicolas e quel Prosecco da sola, facendo due calcoli decisi di darmi una calmata, ero pur sempre tirchia e mi sembrava di starmi dando alla pazza gioia quando non potevo permettermelo.

Nutella, le fette biscottate comprate qualche giorno prima e del thè caldo. Perfetto. Uscendo dalla mia stanza con l'idea di andarmi a fare un giro a piedi, vidi la mappa del Residence e scoprì che al settimo piano c'era una palestra. Sorrisi a me stessa. Non avevo la minima idea di come funzionavano gli attrezzi di una palestra ma avevo visto qualcosa da Andrea e poi sarei riuscita a passare delle ore senza pensare ad altro.

Ritornai in camera, mi infilai la mia tuta grigia, una canotta nera e con le scarpe da ginnastica, una bottiglia d'acqua riempita dell'acqua del lavandino e un asciugamano presi l'ascensore per arrivare al settimo piano. Erano le nove, ero leggermente ancora più nella fase REM che nella vita reale ma ero pronta. Il settimo piano era diviso in due parti, la parte destra del corridoio era adibito alle camere d'alloggio mentre in quella sinistra vi era una sola porta aperta che mostrava la palestra, piuttosto grandicella rispetto a quello che pensavo io.

The bird has flown awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora