Poggiai le mani sulle spalle di Mike mettendo una leggera pressione per distanziarlo dal mio corpo.
Il contatto ravvicinato con lui non mi faceva bene, rischiava solo di mandarmi in pappa quei due neuroni intelligenti e coscienziosi che mi erano rimasti, perciò necessitavo spazio.Lui si distanziò senza dire nulla e io sospirai un "resto" per poi aggiungere "una volta trovata tua mamma però vorrei andare a casa" conclusi.
Mi sembrava una scenata quella di Mike. Una delle sue solite per convincermi a fare quello che voleva lui e ovviamente anche quella volta ci riuscì senza sforzo.
Non importavano le litigate o il contenuto dei nostri discorsi io comunque finivo sempre per avere la bavetta alla bocca ed annuire ai suoi comandi.
Ero una sorta di animale ammaestrato e senza dignità e la consapevolezza di esserlo mi colpì in testa con un mattone.Lasciai la valigia vicino alla porta e con il cellulare in mano farfuglia un "vado a lavarmi" prima di scappare letteralmente nel bagno, non riuscendo più a reggere la sua presenza silenziosa che mi fissava e studiava come per capire ogni mia prossima mossa.
Dannato manipolatore.Mi chiusi a chiave in bagno, mi tolsi la felpa e le scarpe lasciandole appese contro il gancio per appendere gli asciugami e mi sedetti ancora sul water, sfilando prima il cellulare dalla tasca della tuta.
Decisi che parlare al telefono era un no, avrebbe potuto sentire tutte le mie turbe mentali perciò preferì bypassare e andare direttamente al messaggio.
Andai sul gruppo di Whatsapp, c'era ancora L'Anita e avrebbe potuto utilizzare quello che stavo per confessare contro di me - e probabilmente avrebbe avuto ragione nel farlo - ma scrissi comunque lì.Raga, Mike mi ha appena chiesto - con tanto di fronte sulla mia e voce struggente - di rimanere qui con lui.
Ora, io me ne volevo andare, fuggire in Messico e crearmi una nuova vita ma mi è stato impossibile perché mi dispiaceva lasciarlo...penso che mi piaccia, in quel senso e AIUTO. Venite qui e datemi una randellata, vi prego. -Noemi, 15:41.Mi tolsi anche il pantalone della tuta, cinque minuti dopo che notai che nessuno prese in attenzione la mia richiesta d'aiuto. Probabilmente se fossi stata in pericolo e avessi deciso di scriverlo agli altri, avrei fatto in tempo a morire, essere carbonizzata e rimpianta.
Mike bussò alla mia porta. In uno di quei momenti in cui girovago in bagno in mutande e canotta rosa cercando di ricomporre i miei pensieri prima di finire sotto la doccia.
"Sono nuda!" Esclamai bloccandomi vicino al lavandino dopo che sentì il rumore della porta.
Una risata oltrepassò il legno della porta fino ad arrivare alle mie orecchie. La risata in questione era quella di Mike e quel genere di risata credo che ebbi l'onore di sentirla forse un paio di volte - contando quella. Era una risata vera, che potevo immaginare coinvolgere i tratti del viso: gli occhi, la bocca, le guance, tutte colpite dalla sua stessa risata. Doveva essere bellissimo.
"Son tutto arrapato" scherzò lui, fra le risate.
Come ci eravamo finiti a scherzare con battutine dal doppiofondo non mi era chiaro ma almeno tagliava un po' la tensione che avevo addosso da ore."Calma i tuoi spiriti bollenti" enunciai, rilassandomi e poggiando il sedere contro il freddo marmo del lavandino, "chiama l'attempata semmai."
Sapete quando siete assolutamente coscienti del fatto che la vostra bocca sia solo un contenitore della spazzatura che non ha mai realmente nulla di buono da dire però parlate lo stesso perché in realtà siete anche certi di essere estremamente intelligenti e al contempo teste di minchia? Ecco, quella ero io. Assolutamente certa di dover tacere ma allo stesso tempo convinta di quello che dicevo. Di base, non sapevo mai quando dover stare zitta e quando parlare, sceglievo sempre i momenti peggiori e iniziavo a blaterare.
Quello era un brutto momento.
Mike aveva appena poggiato la fronte sulla mia, mandandomi in pappa il mio neurone buono, io ero agitata, arrabbiata e confusa e avevo deciso di avere la bella idea di tirare fuori la sua amica di letto sposata con figli, ma non ci fu modo di parlarne - fortunatamente, forse.
Ci fu uno spaventoso secondo di silenzio, poi un urlo.
Un urlo di donna che non veniva sicuramente dalle labbra di Mike e dalla sua voce graffiata, ma ero talmente spaventata che uscì dal bagno in canotta rosa e mutande verdi.
Ero inguardabile ma terrorizzata, quindi spalancai la porta con un urletto da gallina morente, con le gambe spalancate, le mani verso il cielo: "cazzo è?!" Esclamai schiacciandomi contro il muro adiacente alla porta aperta del bagno.
Mike mi squadrò dall'alto al basso e sentì subito il bisogno di coprirmi con le braccia e le mani; di coprirmi non tanto il seno o la parte più giù della vita, ma la pancia e le cosce.
Fottuto Mike.Scoppiò a ridere. Portando la testa all'indietro, con gli occhi chiusi e i capelli arruffati mentre io stavo mezza nuda, spaventata che tentavo di coprire le mie vergogne.
"Invece di ridere inutilmente, fai qualcosa" ordinai stizzita dal suo comportamento infantile.
Fra le risate riuscì a dire singhiozzando: "che dovrei fare?"
Feci spallucce, "andare in corridoio, vedere che succede, morire per difendermi o qualcosa del genere."
Stava per replicare qualcosa mentre la sua risata si affievoliva ma bussarono alla porta.
Era chiusa a chiave ma essendo che non si prendevano mai troppe precauzioni, alzai la mano in segno di saluto di Mike e mi andai a chiudere - coraggiosamente ovviamente - in bagno.
"Ciao bello" pronunciai prima di chiudermi nel cesso, consapevole che avrei scontato lì i miei prossimi anni di vita.
"La porta è già chiusa a chiave" mi ricordò lui abbassando improvvisamente la voce. Mike, ergo Michele Merlo, aveva paura. Finalmente potevo vedere Michele spaventato da qualcosa che non incentrasse solo ed esclusivamente lui.
Strano.
Nello spiraglio della porta guardai Mike e scossi la testa, "quindi?" Bisbigliai. Come se la porta chiusa avesse mai bloccato il protagonista di Shining a prendere a machetate la porta della moglie.
Roteò gli occhi al cielo e sospirò piano come per farmi capire in modo sottile che io fossi una piaga, la sua piaga. Ma me l'aveva implicitamente chiesto lui di esserlo e io ancora dovevo processare mentalmente quello che era successo poco tempo prima ma bussarono ancora alla porta, perciò ebbi il dovere di pensarci dopo."Si?" Urlò Mike. Feci uno scatto ed uscì dal bagno con un balzo felino per coprire la bocca di Mike con la mia mano ma ormai il danno era fatto e lui aveva già parlato.
"Ma sei stordito?!" Bisbigliai fra i denti. Ero arrabbiata, impaurita e presa dall'inquietudine del momento. Per altro avevo già la convinzione che sarei finita anche io ad essere una di quelle vittime della mafia che finiscono sopra un articolo di giornale, nulla di più. Delle scritte nere su un foglio bianco di cronaca nera e di necrologi."Michi" sussurrò una voce femminile al di là della porta bianca.
Una voce flebile e melodiosa, piena di quelli che sembravano rimpianti, tristezza e dolcezza.
Tolsi la mano dalla bocca di Michele quando lui aggrottò la fronte pronunciando: "mamma?"OKAY, SCUSATE.
Chiedo umilmente ma umilmente perdono.
Ero partita bene, nel senso di organizzazione; anzi scrivevo a fiotti. Scrivevo davvero un sacco. Ma la vita ha preso il sopravvento (vita di merda s'intende)
Ho ripreso a lavorare e ho perso completamente quella fantasia che mi spingeva a scrivere.
E questo capitolo è corto e non dice nulla praticamente ma dato che sono passate le ere non sono proprio riuscita a scrivere tutto quello che avrei voluto/ho pensato in questo capitolo, non so nemmeno come mettere giù certe idee e non so nemmeno come avere le idee giuste.
Ma mi sto costringendo a provarci.
Ho iniziato qualcosa e per una volta nella vita devo riuscire a finirla.In tutto ciò è la stagione delle cimici, mi piace una persona a cui non piacerò mai e per la primissssima volta nella mia vita mi piace davveromadavvero, sono praticamente al verde, non so come riuscire a soddisfare le richieste del mio capo (non ne ho proprio idea ????) e ogni tanto rido da sola perché sono pazza.
E non so più cosa o come scrivere.
Però sto leggendo un sacco.Ora mi ritiro perché ogni volta questo spazio diventa più lungo del capitolo e non è giusto.
Ma scriverò il prossimo capitolo in breve tempo (sperom)Buon sabato, buon weekend. ♥️🌹
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The bird has flown away
Teen FictionIn una gita scolatica a Cardiff, Noemi, incontrerà Mike Bird, aspirante cantante. Intraprenderà con lui una sorta di amicizia che finirà ufficialmente il giorno del suo ritorno in Italia. Si porterà dietro, per mesi, l'umiliazione della conoscenz...