Trenta

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Giorgia, la moglie di Alex, era una graziosa ragazza di ventisei anni. Bionda, occhi azzurri, leggermente in carne. Bellissima esteticamente e da quanto riuscì a capire anche nell'anima.
Il bambino aveva preso da lei, gli assomigliava molto, perfino la forma del viso ovale con il nasino all'insù era identico.
Mattia, il piccolino, correva in sala da pranzo con un passeggino rosa mentre noi mangiavamo e facendo un verso simile ad un'imitazione ironica di un pianto spingeva quel passeggino.

La loro casa era bella. Una villetta a schiera con i muri colorati - niente arancione - e una pulizia ed ordine estremi che si riscontrava in ogni dettaglio. Il mobilio sembrava essere stato posizionato tramite il conteggio degli spazi e dei giusti centimetri di distanza.
Perfetto.

Ci scambiammo qualche parola anche sul lavoro. Giorgia mi aveva spiegato che Alex era riuscito ad entrare nelle grazie della De Filippi tramite una sua amica. Si sarebbe potuto parlare di raccomandazione e beh...era così, così come parzialmente lo era stato per me; nessuna raccomandazione ma solo una simpatica. Il che voleva dire che non ero per nulla qualificata eppure avevo un posto di lavoro mentre persone qualificate per quel posto, lo stavano ancora cercando.

"Mi fa piacere che ci sia tu a lavorare con lui quando viene chiamato a fare qualcosa che non rientra nelle sue mansioni. Un paio di mesi fa, prima di te, c'era questa ragazza, Bruna mi pare si chiamasse, che trovava ogni scusa buona per sbattergli le tette in faccia." Scoppiai a ridere, sia per il contenuto che per il modo disgustato ma entro nei modi dell'educazione con cui lo disse.
"E prima di lei c'era Paolo. Quando alzava le ascelle i fiori appassivano e io andavo in apnea" continuò lui, facendo sì che la mia risata si protraesse.
"Meglio Bruna, assolutamente" commentò Alex guadagnandosi uno sbuffetto sulla spalla da Giorgia.
Erano davvero carini. E io stavo diventando fin troppo romantica e sensibile.
Che cosa terribile.

Alex insistette per accompagnarmi a casa. Feci la finta di dire: "no ma valà, stai a casa" ma in realtà desideravo arditamente un passaggio in macchina per tornare al Residence in quanto non ricordavo già più come tornare e avevo buttato il foglietto su cui avevo scritto il necessario, una volta che ero riuscita a cavarmela per arrivare nella zona più periferica di Roma.

Scesi dalla macchina verso le dieci, ringraziandolo. Domani avremmo dovuto entrambi lavorare e preferivamo dormire un po' per non arrivarci stralunati. Notai che anche i ragazzi di Amici erano tornati in quell'orario e si erano riuniti fuori a fumare, ammassati vicino al posacenere di sabbia vicino all'angolo del muro.

Erano leggermente distanti quindi potevo entrare senza farmi vedere, di soppiatto con il passo felpato come se fossi la pantera rosa. Sbadigliai mentre appoggiavo la mano sulla maniglia e mi poggiai qualche secondo per sbadigliare.

Sentì dei passi avvicinarsi e non mi sorpresi più di tanto vedendo Mike nei suoi scarponcini neri. "Ho una proposta" affermò, continuai a sorreggermi sulla maniglia voltandomi verso di lui con le sopracciglia aggrottate, aspettando che continuasse. "Io e te ci lasciamo alle spalle ciò che è successo a Cardiff, quello che tu hai detto a me e si va avanti."

"Che ti ho detto io?" replicai interdetta. Quello che mi aveva detto lui per le ultime due settimane non valeva? "la puntata di Amici di sabato?" chiese alzando una mano come se fosse una cosa scontata e ovvia. "Owwwn" annuì lentamente, "quello non era niente. Tu hai continuato per due settimane a darmi della balena."

"Ci lasciamo tutto alle spalle?" continuò, pareva pure leggermente scocciato che io continuassi a sottolineare i suoi errori omettendo il mio brutto carattere. Comparando le due cose io ero sicuramente nella ragione rispetto a lui, e mi ero comportata anche in modo più che educato.

Mi grattai la tempia, "no" pronunciai. "Che pesante che sei, cazzo" rispose lui, alzando gli occhi al cielo. Sorrisi falsamente annuendo, "lo so".

The bird has flown awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora