Per il mio capitano, scritta da me...

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Poesia. Cos'è la poesia? Una forma d'arte attraverso la quale, con l'accostamento di parole secondo particolari leggi metriche, si trasmette un messaggio, uno stato d'animo, un pensiero. Non siamo a fare una lezione di italiano, ma questo concetto è fondamentale per ciò che vi stiamo per mostrare. Praticamente tutti, nel corso delle nostre vite, abbiamo pensato di scrivere una poesia a qualcuno: un genitore, un fratello, una sorella, una persona amata verso la quale, chi per timidezza chi per particolari qualità con la penna, sentivamo di voler comunicare qualcosa. In questa cerchia di persone ci sentiamo però di comprendere un'altra categoria di soggetti: i nostri idoli. Perché forse sono proprio loro, modelli di vita che vorremmo eguagliare e ai quali ci ispiriamo, che sono maggiormente oggetto di pensieri, frasi, pareri. Così lontani ma così vicini quando bisogna sostenerli. Un calciatore, un cantante, un attore, chi più ne ha più ne metta. Persone che ci regalano gioie e dolori, lacrime di gioia per una vittoria o di tristezza per una sconfitta.
Oggi è un giorno importante, il mio capitano e una delle ultime bandiere nel calcio sta per ritirarsi.
Francesco Totti.

"Senti 'na cosa, hai visto quel ragazzino? È proprio bravo bravo, come si chiama?". Non sapevamo neanche che nome avesse. Allora gli dissi: "Vojo sapè tutto de lui, nome, cognome, età e se va sul motorino... Lo vojo in prima squadra fino a sabato, ma non da solo, chiamane altri tre, così camuffiamo, perché poi i giornalisti iniziano a scrivere: "Mazzone lancia tizio...e nun va bene". Chiamamelo un po' che ci parlo.
"Come te chiami ragazzì?"
"Mister mi chiamo Francesco..."
"Ciao Francè, fino a sabato stai con noi, ma mi hanno detto che vai in motorino, lascialo sta 'sto motorino che m'hanno detto che vai in giro coi capelli tutti bagnati e bene che va te piji la bronchite e me saltano i piani...".
Aveva sedici anni quel ragazzino, il suo cognome era Totti. Così iniziava una delle storie più intense del nostro calcio. Così iniziava un rapporto incredibile, unico, indissolubile tra Francesco e la maglia della Roma.
Te la ricordi quella volta Francè? Lo hai preso più il motorino? Chissà come saranno gli occhi di Carletto domenica per gli ultimi 90 minuti. Chissà come saranno i tuoi di occhi sapendo che è arrivata l'ultima corsa. Quanto rumore ci sarà dentro a quel petto che pulserà battiti ad una velocità nuova. Uno stadio intero urlerà solo il tuo nome, lasciando da parte tutto il resto. Sarà una domenica speciale, sarà una domenica diversa, sarà una domenica triste. Sarà l'ultima domenica con la maglia di quel ragazzino chiamato Francesco Totti.

La sua lunghissima carriera incomincia nelle giovanili della Fortitudo, dove a sette anni incomincia a calciare i suoi primi palloni, in seguito vestirà le maglie, prima della Smit Trastevere e poi della Lodigiani che nel 1989 arriva ad un passo dal cedere il futuro talento giallorosso alla Lazio. Ma Gildo Giannini, all'epoca responsabile del settore giovanile della Roma, con un blitz riesce a strappare il calciatore ai cuginastri laziali. Passato alla Roma, il 28 marzo 1993, a soli 16 anni, Francesco Totti fa il suo debutto nella serie A grazie al mister Vujadin Boskov. Il suo primo goal ufficiale arriva l'anno successivo in una partita contro il Foggia. Il capitano incomincia a diventare sempre più importante per la squadra giallorossa, fino all'arrivo in panchina del tecnico argentino Carlos Bianchi, con la quale non troverà un ottimo rapporto, e qui, nella stagione 1996/1997 che Totti attraversa il momento più critico della sua carriera romanista, arrivando quasi alla cessione. Sampdoria e Ajax cercano di accaparrarsi il talento, ma alla fine il presidente Sensi preferisce esonerare l'allenatore e tenere il futuro numero 10. Da qui partirà un fantastico ventennio che porterà Francesco Totti ad essere considerato uno dei migliori calciatori italiani nella storia del calcio nostrano ed europeo. Come non ricordare i suoi più importanti successi, scudetto nel 2001, mondiale nel 2006 con la nazionale e scarpa d'oro al termine della stagione 2006/2007.

Ed è a lui che voglio dedicare queste parole. Perchè lui è poesia, è la magia ogni volta che sfiora quel pallone. Un colpo di tacco, uno stop al volo.
"Capitano mio capitano": così recita Robin Williams nel film "L'attimo fuggente" citando la poesia dello scrittore statunitense Walt Whitman.
Sono orgogliosa di essere nata sotto il segno di Francesco Totti. Perchè lui nell'alto dei suoi 40 anni, è ancora un pischello. Lui è le risate e le lacrime, le gioie e i dolori, lui è il cuore, è passione. Venticinque stagioni con la stessa maglia, ma chi le ha mai fatte?! E fidatavi, tutto il mondo lo avrebbe voluto, ma no. Lui no. Lui ha voluto solo la Roma. Lui è il rispetto, la lealtà, l'amore. Lui è rimasto qui, nonostante le avances che gli venivano proposti ogni anno, stipendi faraonici, imperi più grandi, ma lui lo sa.. Lo sa che quello che ha qui non poteva lasciarlo, il popolo romanista è stato stregato, e lui ha portato fedeltà alla maglia, l'unica. È l'amore e l'affetto di ogni persona amante del calcio, non parlo di tifosi romanisti, parlo degli amanti dello spettacolo, parlo di coloro che sono amanti delle storie romantiche, di quelli che si alzano in piedi all'entrata dell'ultima bandiera rimasta. La storia di Francesco Totti è romantica. E non ci posso pensare, che forse, prima o poi, questa storia avrà una fine, spero lieta...
Lui è sacrificio, apparteneza, lealtà e onestà. Lui è la favola più bella della mia vita, quella che un domani racconteró ai miei figli e che tramanderemo per sempre.
"Mamma, chi è Totti?!" E con una lacrima, gli racconteró fiera del mio Capitano, di come molte volte, come in una favola, come un principe, entrava per salvare la sua principessa. Lui è legenda, il campione, il cuore d'oro.
È la bellezza dell'arcobaleno dopo la tempesta, la luce in fondo al tunnel, il fiore sbocciato in mezzo al cemento. E non importa quanda pioggia prenderemo, lui sarà sempre lì, non ci abbandonerà. Mai.  Lui è l'immortalità.
Scrivo tante parole, ma ognuna di esse è inutile in confronto a lui, che è l'immenso.
Dirgli grazie é inutile, non ho veramente più parole per descrivere questo calciatore. Ci sorprende ancora di più perchè quel ragazzetto con la maglia numero dieci, non sembra avere 40 anni, ma la metá. Non avrà vinto il pallone d'oro, ma per me È il pallone d'oro.
È un grandissimo calciatore, che non si è mai montato la testa, anzi ha sempre fatto il possibile per gli altri, nonostante la fama che ha. E diciamocela tutta dovrebbe essere amato da tutti, non per la squadra che porta, per cui sta male e gioisce, ma per quello che rappresenta. L'amore.
Poco tempo fa, Francesco ha scritto una lettera a noi, tifosi della Roma.
"La tua casa è tutto." scrisse "In questi 39 anni Roma è stata la mia casa. In questi 25 anni di carriera, la Roma è stata la mia casa. Spero di aver rappresentato il Club al meglio delle mie possibilità ed aver innalzato i colori della Roma il più in alto possibile vincendo lo scudetto e giocando nella Champions League. Spero siate fieri di me."
No, lui lo sa che deve toglierlo quel "spero". Siamo fieri di lui, tantissimo. Siamo orgogliosi di averlo con noi . Di stargli accanto, di amarlo.
"Molti mi chiedono, perché hai passato tutta la tua vita a Roma?
Roma rappresenta la mia famiglia, i miei amici, la gente che amo. Roma è il mare, le montagne, i monumenti. Roma, ovviamente, è anche i romani.
Roma è il giallo e il rosso.
Roma, per me, è il mondo.
Questo Club e questa città sono stati la mia vita.
Sempre."
E lui è Roma, la Roma, la nostra vita. Lui è il giallorosso, il mondo, la nostra grande famiglia.
Ma adesso..
Me lo devi di te se davvero è finita.
Guardaci in faccia uno per uno e diccelo te che sopra a quel 10 presto ce sarà un altro nome.
Diccelo te che quel "un capitano cè solo un capitano" sarà per un altro capitano.
Diccelo te che "Totti Totti Totti gol" non lo canteremo più.
Diccelo te che alla formazione non sarà più "Totti" a inizià a facce fini la voce.
Diccelo te Che non ce saranno più maglie, corse, parti, ciucci, telecamere a facce abbraccià.
Diccelo te..
Non ce lo fa di da nessun altro.
Perché che Babbo Natale non esiste deve esse er padre a dillo ar fio...
E che sta favola è finita devi esse te a dillo noi.
Tu che hai sempre speso parole fantastiche per la Roma e dimostrandolo con i fatti, ce lo devi dire tu.
Qui alcune sue parole.

"Dicono che è stato un mio limite non aver mai cambiato squadra. In realtà era il mio sogno sin da bambino. Qui ho tutto e sto bene, si vince poco ma è una scelta di vita. Quello che dice la gente non mi interessa: se mi criticano nonostante i miei 200 gol vuol dire che di calcio non capiscono niente".
"Sono cresciuto nella Roma e morirò nella Roma, perché sono sempre stato tifoso della Roma".
"Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto nella città più bella del mondo. Quando i calciatori delle altre squadre vengono a giocare a Roma, quasi sempre fanno un giro turistico. Qui si giocano sempre partite dure, con difensori rocciosi che intervengono al limite del regolamento, che mi scalciano anche più del dovuto. Poi ho capito. In queste occasioni, al centrocampista della periferia bulgara, al terzino ucraino, al trequartista moldavo, si alza l'indice di rosicamento. Perché noi stiamo a Roma e loro no. Potranno pure strappare un 1-1 con un colpo di fortuna, ma al fischio finale io me ne resto qui, a vivere la mia vita a Roma, e loro no".
"Avrei potuto vincere molto con altre squadre, ma sono orgoglioso di quello che ho fatto con questa maglia. Altri trionfi con una casacca diversa non mi avrebbero dato le stesse emozioni che ho provato qui, da capitano".
"Resterò alla Roma a vita, anche se dovesse finire in C2. Non riesco a vedermi con una maglia diversa da questa".
"La Roma per me è tutto quello che può desiderare una persona: passione, amore, gioia".
"Mi sfottono per l'accento, per i modi, per qualche parolaccia. Se lo dice Valentino Rossi, nel suo dialetto, tutti ridono. Se lo dico io, sono un coatto, un ignorante, un burino. Forse dispiace che un giocatore importante sia a Roma e non altrove. Il potere del calcio non è un'esclusiva del Nord, ma la musica è sempre la stessa. Noi romani siamo viziati, pigri, prepotenti. La pensino come vogliono. Io sono romano e romanista, e così morirò".
"Da bambino ammiravo il Real Madrid, ma sognavo di essere capitano della Roma, perciò il gol al Bernabeu in giallorosso è stato meraviglioso".
"La mia ultima maglia della Roma? È stata una battuta. Ho avuto una carriera lunga e bella, ma gli anni stanno passando e tutto procede molto velocemente. Aver potuto indossare questa maglia è stata l'emozione più grande della mia vita. A parte la lealtà che ho dimostrato, quello che mi ha spinto a restare qui è stata la passione e l'amore che nutro per il club".

Beh che dire?? Sono una fontana. Sta settimana è stata la piú brutta della mia vita. Penso che un altro Totti non nascerà piú e comunque vada domani, sei e resterai la favola più bella della mia vita Francè, come te nessuno mai.

Sta settimana è stata dura, anzi durissima. Tra tutte le lettere che ti hanno scritto, le belle parole ogni giorni è una lacrima.

Tipo questa:
Insomma, sei un po' come la primavera: metti a proprio agio tutti e tutti stanno bene. Si scoprono e tirano fuori il meglio. Domenica, però, la primavera se ne andrà. Farà ovunque un po' più freddo e tutti saranno un po' meno bravi. Ma chi ti ha conosciuto, la primavera la porta nel cuore. E per te inizierà una nuova stagione. Forse passerai per qualche temporale estivo, momenti di tristezza di cui nessuno saprà niente eccetto te. E sarà proprio in quei momenti che crescerai ancora di più come uomo, facendo fiorire un altro talento, quel grande valore umano che porti dentro e che farà ancora tanto bene agli altri. Ciao Francé, grazie per la tua primavera, grazie del tuo sole. Grazie di tutto".
~Legrottaglie~

E so che adesso ci saranno altre lacrime, lacrime che nasceranno sempre rivedendo un replay alla tv, quando ti inquadreranno, quando tu comparirai dietro il rettangolo verde.
Grazie Francè, grazie. C'è solo un capitano❤️💛😔

 C'è solo un capitano❤️💛😔

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