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Axelnainggolan ha pubblicato una foto.

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♥️virginianainggolan, ethanmanolas, ivanmertens, loriszielinski, isabeltotti, unadzeko ed altre 54.923 persone.

"Ci ha fatti incontrare il mese di agosto.
In realtà già ci conoscevamo da prima, ci salutavamo solo, ma ci salutavamo benissimo, i maghi del ciao come stai.
I miei amici tutti partiti, i suoi pure. Noi no, per i motivi più disparati.
Ci ritroviamo a scambiarci i numeri di telefono e a scriverci, nel bel mezzo della mia routine estiva solitaria e stranamente piacevole.
Ci sentiamo sempre dopo le sei di sera, dopo aver passato gran parte del pomeriggio dentro casa con le serrande abbassate e il soggiorno in penombra e l'aria condizionata e i film degli anni novanta che ritrasmettono in TV, quelli con Jerry Calà e Lino Banfi, e le notizie di calciomercato, e la Roma che anche quest'anno punta un attaccante che promette grandi cose e alla fine avrà una media gol misera.
Ci sentiamo e decidiamo di uscire, dopo cena, con calma, verso le nove e mezza dieci, che tanto Roma è deserta e i parcheggi abbondano persino sul Lungotevere, persino a Ponte Milvio. La prima volta ci incontriamo sul luogo dell'appuntamento, a piazza Trilussa, l'ennesimo ciao come stai, è molto bella, è vestita comoda, ha i pantaloncini di jeans e una maglietta un po' larga con una spalla calata, e le converse nere coi lacci bianchi. Camminiamo un sacco, prendiamo una birra in bicchiere di plastica al "Ma che siete venuti a fa", un locale lì vicino, appena addentrati nei vicoli. Ogni tanto ci arrivano le foto dei nostri amici in vacanza, quelle dei miei amici sono foto di culi in discoteca, quelle dei suoi sono selfie e paesaggi, e drink. Eppure a noi questa Roma piace, un sacco di turisti, donne alte e bionde che parlano in tedesco, americani pallidi e scottati vistosamente, qualche italiano che come noi non è partito.
Camminiamo tantissimo parlando di cose stupide e rallentiamo quando la discussione si fa interessante, le esce un laccio dalla scarpa, si aggrappa al mio avambraccio per tenersi in equilibrio su una gamba per rimetterlo al suo posto, tutto molto spontaneo, tutto molto semplice.
Qualcuno nel vicolo applaude, e poi tutti applaudono, e un ragazzo si alza dalla sedia della trattoria e solleva in segno di vittoria la mano della sua ragazza, mano che ora è decorata da un piccolo anello. Roma si sposa e Roma applaude.
Ci sentiamo nei giorni seguenti, sempre più spesso, andiamo a fare la spesa insieme nelle ore morte, rimaniamo molto tempo al reparto surgelati a goderci la temperatura, ognuno col suo carrello, io prendo la carne, lei i Fruttolo, io i pacchi di pasta, lei i kinder pinguì e i sofficini.
Ci chiamiamo quando stanno trasmettendo qualcosa di figo in TV, qualche remake pazzesco, ci mettiamo d'accordo sul dove andare quella sera, prima Monteverde, poi no, Testaccio, Colosseo, okay passo a prenderla io. Uso il Tom Tom per arrivare da lei, e lo tolgo prima che lei scenda, per farle capire che sapevo esattamente la zona in cui abitava, sono un veterano delle strade, che ti credi. Ha i capelli rosso scuro che profumano di mela, e c'è un retrogusto di crema doposole, ha le lentiggini che si sono moltiplicate dopo un paio d'ore in spiaggia. Mangiamo il Trapizzino con il pollo alla cacciatora, a Testaccio, nella Roma popolare, nella Roma dei panni stesi e dei bambini che giocano a calcio nei giardinetti, riprendiamo la macchina e ci addentriamo di più, arriviamo ai Fori Imperiali, al Colosseo illuminato, c'è umidità nell'aria, ha la fronte un po' lucida, gli occhi nerissimi, si siede sul muretto e io mi sdraio e appoggio la testa sulle sue cosce, ha il mento leggermente allungato, si tira indietro i capelli distrattamente mentre si guarda in giro, dalla mia prospettiva ha il viso incorniciato nel cielo, qualcuno lì vicino comincia a suonare la fisarmonica e intona stornelli romani, l'aria si impregna dell'odore di rigatoni alla carbonara misto a quello dell'erba delle aiuole.
Abbassa lo sguardo e mi dà un frontino, io le afferro i polsi per tirarla giù e darglielo a mia volta, tutto si ferma, ed è lì che Roma decide di farci baciare."

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