Immagina: Peeta Mellark

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"Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo!" senti urlare da Katniss.
L'hai sempre trovata una ragazza particolare. Come te, ha perso il padre nella miniera, ma lei ha Gale Hawthorne.
Tutte le tue compagne di classe sono cotte di lui, ma tu lo trovi un ragazzo simpatico e di sicuro non ti appenderesti i suoi poster in camera. Qualche volta parlavi con lui e Katniss, ma ora lei si sta offrendo come tributa agli Hunger Games e non sai se tornerà.
Però che coraggio, vuole veramente bene a sua sorella, pensi mentre la guardi camminare verso Effie Trinket.
Vedi Gale portare via Prim da sua sorella maggiore, mentre la stravagante donna si avvicina alla boccia con i nomi maschili.
Sei piuttosto distratta, quando senti due parole, un nome e un cognome, che ti risvegliano dalla tua trance come uno schiaffo in pieno viso.
"Peeta Mellark" dice con un sorriso smagliante Effie.
Il ragazzo si avvia verso il palco.
Tu, incantata, ti volti a guardarlo. Lui incrocia il tuo sguardo e annuisce leggermente, segno che devi essere forte e che lui tornerà.

Devi essere forte, continui a ripeterti, ma le lacrime iniziano comunque a sgorgare una alla volta dai tuoi occhi.

Vedi i genitori di Peeta uscire dalla stanza dove lui può incontrare, forse per l'ultima volta, i suoi cari.
Sei già stata da Katniss, le hai detto quanto è stata coraggiosa e lei, sapendo di potersi fidare, ti ha chiesto di aiutare Gale con la sua famiglia. Hai accettato, non potevi fare altro. Lei non si fida molto delle altre persone.
Ora sei davanti alla porta di Peeta, senza sapere davvero cosa vuoi dire al ragazzo che ti piace da... Tanto. Veramente tanto tempo.

Entri e vedi il ragazzo con lo sguardo basso, forse non si aspettava altre visite.
Appena un Pacificatore chiude la porta, lui alza la testa e il suo sguardo si illumina vedendoti.
Rimanete per un po' a fissarvi, come incantati da un quadro bellissimo.
"Peeta, io... Forse non è il momento ma io volevo..." balbetti tu guardandoti intorno, spaesata.
"Abbiamo pochissimo tempo e ci sono milioni di cose che vorrei dirti anche io, Y/N. Forse vanno bene solo tre parole: tu mi piaci." dice lui guardandoti in faccia.

La tua bocca si apre e si chiude un paio di volte, mentre il cervello realizza le parole appena pronunciate da quel ragazzo, il figlio del fornaio.
"Peeta..." inizi ma subito i Pacificatori entrano e ti dicono che è finito il tempo.
Vedi lo sguardo di Peeta incupirsi, forse si aspettava una risposta diversa da te. Non quello stupido silenzio.

I Pacificatori vedono che non te vuoi andare e ti sollevano, come un sacco di patate.
Mentre ti trasportano fuori, urli con tutta l'aria che i tuoi polmoni riescono a contenere. Urli tre parole. Tre semplicissime, forse, parole:
"ANCHE TU PEETA!".

Lui ti guarda negli occhi per probabilmente l'ultima volta, il Distretto 12 sono anni che non vince gli Hunger Games.

Tu sai però che Peeta deve tornare. Te lo ha promesso. Non ti perdoneresti mai ciò che non gli hai detto.

Ci sono voluti gli Hunger Games a separarvi per dirgli che ti piace, dice una vocina nella tua testa mentre torni a casa tua.

Capisci l'importanza di qualcuno o qualcosa solo quando ti viene strappata via, diceva sempre tua nonna.
Lo diceva quando parlava del marito.

Ora capisci il vero significato di quelle parole.
Ora capisci cos'era veramente Peeta per te.
Ora capisci le lacrime della nonna, che si sono trasformate nelle tue di adesso.

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