Damie • We'll never be worlds apart III.

Capitolo 20.

▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte  qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Dakota's  pov

Dopo le riprese di oggi, sono tornata a casa solo per controllare Dwayne e cambiarmi, dato che abbiamo programmato un'uscita di gruppo insieme al resto del cast. È incredibile quanto siamo diventati uniti in poco tempo, li adoro davvero.. e stiamo molto bene insieme. Finalmente adesso sto tornando a casa dal mio piccolino, che è rimasto con Lily fino ad ora. Non appena entro in casa, Lily mi fa segno di fare piano, probabilmente perché Dwayne sta dormendo.

« Ehi. Dorme? » Le chiedo, usando il tono più basso possibile, per non svegliare il piccolo. Lily sta mettendo a posto il salotto, pieno zeppo delle cose di Dwayne, delle sue tutine e di alcuni giochini.

« Si. È in camera da letto. Ho dovuto spostare il tuo cellulare perché non la smetteva di vibrare e temevo che Dwayne potesse svegliarsi. » Mi dice, indicando il mio cellulare, collegato alla presa qui in salotto. Il mio..?

« Cosa? » Mi metto istintivamente la mano sulla tasca posteriore dei pantaloni. Merda. Non ho avuto il cellulare con me stasera. Me ne sono proprio dimenticata. Quando sono tornata, l'ho messo in carica e poi l'ho dimenticato in camera da letto, quando ho preso Dwayne. Merda, merda, merda! « Cazzo! » Mi passo una mano tra i capelli e vado dritta a prenderlo. È tardi, quindi ho saltato anche la telefonata notturna con Jamie, sarà preoccupatissimo e avrà provato a chiamarmi almeno mille volte. Sullo schermo, infatti, appaiono almeno una decina di chiamate perse di Jamie, nelle ultime ore e un'enorme quantità di messaggi da parte sua, che mi chiede perché non rispondo o se è successo qualcosa. « Merda. Lily, Jamie ha chiamato anche te? » Le chiedo.

« Si. Gli ho detto che hai dimenticato il tuo cellulare qui. Gli ho detto anche che se voleva parlare con te potevo dargli il numero di uno dei tuoi amici, ma ha detto di lasciar perdere e poi mi ha chiesto di Dwayne. Non sapevo se potevo rispondere al tuo cellulare, non mi sembrava appropriato... Ho fatto bene? » Mi chiede.

« Si, si.. come ho fatto a dimenticarmene??? » Mi lamento. Devo chiamarlo subito. « Lily, ora puoi andare a dormire. Scusa se ti ho fatta trattenere oltre il normale, mi dispiace. » Le sorrido, e lei contraccambia dolcemente.

« Buonanotte. » Viene ad abbracciarmi, poi va nella sua stanza. Io vado dritta a controllare che Dwayne stia bene, infatti eccolo che dorme sereno nel suo lettino. Mi chino su di lui e gli bacio la fronte. Poteva succedergli qualcosa, e io sarei stata irreperibile, non so come ho fatto ad essere così stupida. Non voglio nemmeno pensarci, perché mi vengono i brividi anche solo a parlarne. Attivo il walkie talkie ed esco dalla camera da letto. Qualcosa mi dice che è meglio se parlo con Jamie lontano da Dwayne che dorme. Torno in salotto e mi tolgo le scarpe, rannicchiandomi sul divano, e lo chiamo. Lui risponde immediatamente, credo che non aspettasse altro.

« Pronto? » Risponde velocemente.

« Ciao, scusami.. ho dimenticato il telefono qui, come una stupida, e sono uscita senza. Ho letto adesso i tuoi messaggi. » Dico, e lui sospira, come se potesse respirare solo adesso.

« Dio, mi sono spaventato a morte! Non rispondevi alle chiamate, ai messaggi.. ho pensato al peggio. Credevo che ti fosse successo qualcosa, o che fosse successo qualcosa di grave a Dwayne.  » Dice, e io rabbrividisco. Mi dispiace così tanto.

« Mi dispiace tanto, Jamie. Non volevo farti preoccupare, mi è passato di mente.. questi giorni sono stati un vero e proprio caos. » Sospiro, passandomi una mano tra i capelli.

« Capisco. Anche per me, eppure non ho un neonato di cui prendermi cura. Dakota, per favore, stai più attenta d'ora in poi.. ho davvero rischiato un infarto, ho pensato subito al peggio. Per fortuna che c'era Lily al telefono. » Mi dice, spaventato a morte.

« Lo so. Mi vengono i brividi anche solo a pensarci. L'ho detto che sono una cattiva madre. Sarebbe potuto succedere qualcosa, e io sarei stata irraggiungibile, e sai perché? Perché sono stata una stupida a dimenticare il cellulare a casa. Se gli fosse successo qualcosa... » Mi si rompe la voce, mentre parlo. Non posso nemmeno pensarci.

« No, Dakota.. per favore. Può capitare, stai lavorando duramente e ti stai prendendo cura di un bambino piccolo, può capitare. Non mi sta bene che sia capitato, ma non ha senso rimuginarci a vita. Non è successo nulla, per fortuna. La prossima volta vedrai che non lo dimenticherai, stai tranquilla. » Mi dice, per rassicurarmi, ma io non cambio idea. Non mi sento una madre adatta, il più delle volte non capisco nemmeno perché mio figlio stia piangendo.

« Si, okay... comunque resto della mia opinione. » Ribatto, non perché mi consoli e mi convinca del contrario, ma perché mi sento davvero così.

« Dakota.. » Mormora, come se fosse un avvertimento.

« Che c'è? Io mi sento così. Non mi sento adatta. Non so mai perché piange, se è perché ha fame, ha sonno.. non lo so!! Diciamoci la verità, sono una madre di merda, sta andando tutto bene solo grazie a Lily, altrimenti sarebbe tutto un casino.. » Dico, sbuffando.

« Non è così, e lo sai. Dakota, sei alle prime armi, ecco perché ti senti così. Non mi piace che pensi queste cose, per favore smettila.. Tu sei la madre più amorevole del mondo, tratti quel bambino nel modo più dolce che esista. Non darti un giudizio del genere, non è la verità. » Mi dice.

« Come no... » Insisto. « Sai, aspiro all'oscuro come miglior mamma dell'anno, me lo merito proprio. » Aggiungo, sarcasticamente. Lui sbuffa.

« Sei proprio testarda, vero? » Chiede. « Comunque sia, parlando di cose reali, ti comunico ufficialmente che la prossima settimana sarò da voi. Non vedo l'ora di rivedervi. » Mi informa, e io sorrido, neanche io vedo l'ora di rivederlo. Mi manca così tanto.

« Anche tu ci manchi tanto. » Mormoro. « Allora, raccontami com'è andata oggi al golf. » Gli dico, sistemandomi meglio sul divano. E così diamo inizio a una delle nostre lunghe e meravigliose telefonate notturne.

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