Capitolo 36.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Jamie's pov

Ieri sera finalmente ho avuto del tempo per stare un po' con mia sorella Jess. Non passavo del tempo con lei da parecchio, dato che sono stato davvero impegnato negli ultimi mesi per via della nascita di Dwayne e per via delle riprese in giro per il mondo. Quindi, non appena ho avuto una serata libera, ho deciso di cogliere l'occasione e staccare un po' la spina. Siamo stati al concerto degli U2 insieme ad alcune delle mie co-stars di Robin Hood. Mi sono divertito davvero, a volte basta davvero poco per tornare a stare bene.. amici e musica, ecco tutto. Certo, preferirei stare con Dakota, Dwayne e le piccole, ma ieri sera sono stato bene e ovviamente ho pensato anche a loro. Mentre gli U2 suonavano 'One', sopratutto, il mio pensiero è andato dritto a Dakota, come sempre. In quel momento l'ho chiamata, facendole sentire la canzone, lei si è emozionata e abbiamo parlato un po', poco e niente per via della musica alta. Comunque sia, Eve mi è stata addosso praticamente per tutta la sera. Non faceva altro che toccarmi e parlarmi all'orecchio, quindi ogni volta che potevo cercavo di allontanarmi e andare dai ragazzi. So che non c'è pericolo che succeda nulla, perché non permetterei mai a nessuna donna di avvicinarsi a me in quel modo, ma da quando sto con Dakota mi sento come se il tocco di un'altra donna, qualsiasi essa sia, mi infastidisca. Parlando di Dakota, non la sento da ieri sera, quindi decido di chiamarla adesso prima di andare dalle piccole e poi sul set.

« Buongiorno! » Risponde lei. L'altro giorno mi ha chiamato totalmente nel panico per via dell'arresto del suo collega, Shia. Credeva che in qualche modo sarebbe uscito fuori anche il suo nome e che sarebbe finito nei guai, ma io ho cercato di tranquillizzarla e di dirle che andrà tutto bene. Ieri invece ho saputo che Shia è stato rilasciato su cauzione, per l'ennesima volta. Mentirei se dicessi che non ho problemi a riguardo. Preferirei che Dakota non lo frequentasse, perché non è la migliore delle compagnie, ma non le priverei mai di vedere uno dei suoi amici.

« Buongiorno, splendore. Come va? » Le chiedo. Spero che stia bene adesso che questa faccenda è stata archiviata e che non c'è più nulla di cui preoccuparsi.

« Bene, sono appena arrivata in hotel in Virginia. » Mi informa. Ah, già.. lei ha approfittato di alcuni giorni di pausa per andarsene in Virginia con Dwayne per organizzare la sua produzione per 'Unfit', un film del quale sarà produttrice esecutiva. In questi giorni mi hanno fatto la stessa proposta, e io ho accettato subito. La notizia non è stata ancora divulgata, ma per me é davvero importantissima, quindi sto aspettando il momento giusto per dirglielo.

« In hotel, eh? Mi fai venir voglia di raggiungervi lì e passare del tempo insieme. » Dico, e lei ridacchia. Chissà perché ogni volta che la sento ho una voglia matta di prendere l'aereo, mollare tutto e andare da loro. Lo farei in un attimo, ma purtroppo non posso.

« Ah, si? Beh.. in effetti siamo tutti soli soletti, dato che anche Olivia ne ha approfittato ed è tornata a Los Angeles. » Mi dice. La prego mentalmente di finirla qui, o sarò io a finire con chiappe sull'aereo.

« Però Lily è con te, vero? Non sarai andata fino a lì un bambino piccolo da sola??? » Chiedo, preoccupato. Quella donna è imprevedibile, io non so mai cos'abbia in mente.

« Si, tranquillo.. è qui insieme a me. » Dice, e io tiro un sospiro di sollievo. Non perché credo che lei non sia in grado di accudire Dwayne da sola, ma perché è sempre buono avere un aiuto in ogni momento possibile. E poi non riuscirebbe a lavorare al suo progetto occupandosi a tempo pieno di Dwayne.

« Beato lui. » Mormoro, sorridendo.

« Beh.. allora, com'è andato il concerto? » Mi chiede.

« Bene, mi sono divertito. » Rispondo.

« Bene? Uhm.. chissà quante ragazzine sfrenate ti si sono buttate addosso, vero? Quanti reggiseni o mutandine ti hanno buttato addosso? » Mi chiede, ridendo, ma allo stesso tempo cerca di essere seria.

« Oh mio Dio! » Scoppio a ridere, passandomi una mano tra i capelli. Adoro quando fa la gelosa, perché tra noi amiamo giocare in questo modo. A volte sembriamo proprio due ragazzini. In realtà nessuno dei due ha mai motivo di essere geloso dell'altra, e lo sappiamo bene, ecco perché ci piace tanto giocare in questo modo. « Mi sa che mi stai scambiando per un sexy chitarrista dai capelli lunghi e le braccia piene di tatuaggi. Uno di quei dannati che vi attraggono tanto... » Dico.

« Beh.. tu suoni la chitarra e sei molto sexy senza essere dannato, per quanto riguarda i tatuaggi non ti ci vedo proprio, mi dispiace. » Risponde, tenendomi testa. Io continuo a ridere come un matto.

« Comunque sia.. nessuno mi ha tirato addosso mutandine o reggiseni. Nessuna teenager in calore, stai tranquilla, più che altro c'era Eve che non faceva altro che starmi addosso. Era talmente appiccicosa, ma credo che fosse fuori di testa per via dell'alcool. Sono più che sicuro che abbia bevuto ieri sera, prima e dopo il concerto. » Le dico.

« Ahh... Eve. » Mormora, poi non dice nulla per qualche secondo.

« Beh? Che succede? » Chiedo, per incitarla a parlare. Spero che non stia pensando chissà cosa. Anche perché non si tratta di niente, non è successo nulla di male. Stavamo giocando, quindi mi è sembrato il momento giusto per dirglielo.

« Niente, niente.. » Sbuffa. « Lo sai, odio stare lontana da te ed è anche peggio sapendo che invece c'è altra gente che ha il diritto e tutto il tempo possible per fare la cretina con te. » Risponde.

« Sei proprio fuori strada. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Alcune persone non capiscono più nulla quando bevono, vanno su di giri... » Sorrido « E anche tu non sei da meno. Devo ricordarti tutto quello che combini su di me e con me quando sei ubriaca? » Le chiedo, nel tentativo di farla ridere, ed ecco che il suono più bello del mondo esce dalla sua bocca. Il suono che vorrei sentire tutta la vita.

« Beh.. io però ne ho tutto il diritto. Sei roba mia, ormai, Dornan. » Ridacchia ancora, e posso immaginarla benissimo mentre ride e arriccia il naso in quel modo adorabile mentre si porta una mano alla bocca.

« Eh già.. tutta roba tua. Non ho nulla da obiettare. » Dico, fiero delle mie parole, e di quanto siano vere.

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Damie • We'll never be worlds apart III.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora