▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov
« Sorpresa!! » Esclamo, quando Dakota apre la porta della sua suite. Lei spalanca la bocca, incredula. Non sa assolutamente cosa dire. Non se lo aspettava proprio. Si porta la mano alla bocca, prima di saltarmi letteralmente addosso. Mi butta le braccia al collo, facendomi quasi perdere l'equilibrio. « Okay, credo che sia una bella sorpresa! » Dico, ridendo. Sempre tenendola tra le mie braccia, la strascino all'ingresso, e chiudo la porta con il piede. Mi lascia andare, e continua a guardarmi incredula.
« Ma cosa... come.. cioè.. oddio! » Mormora, e mi salta di nuovo addosso.
« Beh.. ho cambiato il biglietto dopo aver parlato con te.. mi mancavi tremendamente. » Le sposto i capelli dal viso, e lei sorride in modo meraviglioso, come sempre. Mi sembra nuovamente di poter respirare, mi è mancata fino a questo punto.. è pazzesco.
« Sei pazzo .. » Scuote la testa, sorridendo, poi mi avvolge i fianchi, avvicinandosi di più a me.
« Di te, poco ma sicuro. » Mormoro, poi le prendo il viso tra le mani e la bacio. Non c'è più nemmeno mezzo centimetro di distanza tra di noi, come dovrebbe essere in ogni momento. Mi è mancata troppo, decisamente troppo! La stringo forte a me, ispirando forte tra i suoi capelli.
« Ma tu non ti senti bene.. sei venuto fin qui per poi ripartire tra qualche ora!! Ma sei pazzo?? » Mi rimprovera, smettendo di abbracciarmi. Non c'è niente da fare, adesso si comporta proprio come una mamma. La mamma del mio bambino.
« Volevo vedervi di nuovo. E poi non sto così male, dai.. adesso va già meglio. » Le dico. Si preoccupa sempre così tanto per me.
« Si, come no.. adesso ti siedi lì e mi dai retta, per favore. Siediti. » La seguo, e mi fa sedere sul divano. Io le dò retta, godendomi il suo comportamento autoritario. « Aspettami, prendo il termometro. » Mi dice, e io annuisco. Torna da me dopo qualche secondo e mi infila il termometro sotto il braccio. Adoro vedere i suoi atteggiamenti da mammina premurosa. « Ecco. » Mormora alla fine.
« Sono colpito. » Dico, e lei alza gli occhi al cielo. Si siede accanto a me, sistemandosi con le gambe incrociate sotto di sé. « Dwayne dov'è? » Chiedo.
« È uscito con Lily, lo porta in giro ogni pomeriggio. Ma prima di chiedere di lui, credo che sia meglio accertarsi che tu non abbia la febbre. » Dice, facendomi sorridere.
« Credo che la maternità ti abbia fatto diventare troppo matura. Non è così grave. Sarà solo mal di testa di e basta. » Le dico, cercando di tranquillizzarla.
« Questo lo dici tu. » Sospira. « Non saresti dovuto andare in quel bar fino a tardi. Potevi riposare, dato che stavo male. » Mi dice, accarezzandomi il viso.
« Su questo hai ragione.. » Sospiro. Sto ancora pensando a quel coglione che insisteva con quella storia. Mi fa una rabbia assurda. Lei aggrotta la fronte. Ovviamente ha capito che c'è qualcosa che non va. E sicuramente mi chiederà cos'è, anche se non mi va di parlarne ancora.
« Che vuoi dire? Non ti sei divertito? » Mi chiede.
« Fino al momento in cui un pazzo e maleducato si è avvicinato a me chiedendomi di quella ridicola storia su di te e Shia. » Confesso. Lei me ne ha parlato, quindi è giusto che gliene parlo anche io.
« Ah... » Abbassa lo sguardo sulle sue mani incrociate in grembo. Ecco, questo è proprio ciò che volevo evitare. Non volevo parlarne proprio per questo. Non voglio che sia triste.
« Ehi.. » Le accarezzo il viso con una mano, stando attendo a non far cadere il termometro. « Non ho detto nulla, non c'è nulla da dire.. non hai bisogno di sentirti in colpa. Tu non hai fatto niente di male, e io ho assoluta fiducia in te. Non ho mai avuto nemmeno un dubbio riguardo te. Mai. » Le dico.
« Beh.. » Sorride « A me dà comunque fastidio, odio che gettino fango sulla mia famiglia, e sopratutto che si inventino che io ti tradisco. Io... » Sospira, abbassando di nuovo il viso. « Io non potrei mai.. Ecco perché non riesco a capire come possano dire certe cose. Per me è qualcosa di impensabile.. non potrei mai pensare ad un altro uomo. Mai. È vero, prima ho cercato di dimenticarti usando Matt.. l'ho fatto. Ma adesso.. io non potrei mai. » Dice, con il tono più dolce del mondo.
« Non devi spiegarmi nulla. Io so già tutto questo. Non serve... » Le dico. Non ha proprio bisogno di spiegarmi nulla. Io sento tutto ciò che sente lei. Lo sento il suo amore, per la prima volta nella mia vita. Quando sono con lei, lo sento davvero.. l'ho sempre sentito con lei. Anche se sta semplicemente in silenzio, se non mi dice nulla.. io lo sento. Ed è per questo che so che non ci lasceremo mai, perché ciò che sentiamo è qualcosa di unico e inspiegabile.
« Lo so, però.. Odio che dicano cose del genere. Per me esisti solo tu. » Dice, prendendomi il viso tra le mani. « Non ci sarà mai nessun altro. Mai. » Dice.
« Dakota... » Mormoro, non sapendo cosa dire.. La attiro sulle mie gambe, e lei mi circonda il collo con le braccia. Siamo faccia a faccia, bramosi di baciarci per la millesima volta, come se non ne avessimo mai abbastanza.
« Credo che i cinque minuti siano passati. » Mormora, ricordandomi del termometro.
« Ah, già. » Ridacchio e, senza lasciarla andare, mi tolgo il termometro. « Niente febbre! » Esclamo, contento di poter vedere il mio piccolino.
« Ma dai!! Fai vedere a me!! » Dice, strappandomi il termometro dalle mani. Mi lancia un'occhiataccia, credendo che io stia mentendo. Guarda il termometro e sorride. « Niente febbre... » Si gira verso di me. Posa il termometro e mi butta di nuovo le braccia al collo. Si sistema a cavalcioni su di me. Non perdo un secondo e mi distendo, portandola con me. Lei mi bacia e io le stringo i fianchi, tenendola sempre più stretta a me. Ah, quanto mi è mancato tutto questo.
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Damie • We'll never be worlds apart III.
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Terzo e ultimo capitolo...