▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov
Eccomi tornato a Londra. Dakota e Dwayne mi mancano già, stavolta è stato ancora più difficile salutarli. Da quando ci siamo separati, non faccio altro che riguardare le nostre foto insieme, così felici e spensierati. Quando me ne sono andato, Dakota era ancora in dormiveglia, quindi non si è praticamente accorta che me ne sono andato, ed è meglio così. Anche Dwayne stava dormendo, ma questo non mi ha fermato dal dargli mille baci. Ed ora eccomi qua a Londra, di nuovo dalle mie piccole. Non vedo l'ora di avere tutti i miei figli insieme. È così che dovrebbero stare, tutti insieme. Non sopporto il fatto che siano separati. Sono fratelli, dovrebbero crescere tutto insieme. Per Dakota, invece, non è un problema, perché anche lei non ha vissuto sotto lo stesso tetto dei suoi fratelli, ma solo sono comunque tutti uniti tra di loro. Per fortuna dovrò girare nel pomeriggio, quindi ho tutto il resto della mattinata per andare dalle bambine e stare insieme a loro. Mi sono mancate tanto. Starebbe stato belli portarle con me, ma non credo che sarebbe stato adatto per la prima volta. Attraverso il vialetto di casa e busso alla porta. Amelia apre dopo qualche secondo, visibilmente sorpresa nel vedermi alla porta. Mi sono dimenticato nuovamente di avvisarla, ma non credo che, dopo il discorso della scorsa volta, sarà un problema. Spero solo che non se ne sia già dimenticata.
« Ciao, Amelia. » Le dico, accennando un sorriso.
« Jamie.. ciao, non credevo che saresti passato. » Mi dice, poi si scosta per farmi entrare. Come pensavo. Io annuisco e entro in casa.
« Si, sono tornato poco fa da Savannah. » Spiego. « Sono venuto a stare un po' con le piccole, dato che oggi sarò impegnato sul set fino a stasera. Posso salire? » Chiedo, mettendomi le mani in tasca.
« Ah.. » Lei chiude la porta all'ingresso « Mi dispiace... C'è solo Dulcie di sopra, Phoebe oggi era molto irrequieta, mia madre è passata e ha deciso di portarla un po' in giro. Ha pensato che potesse farle bene. » Mi informa. Oh.. no.
« Perché era irrequieta? È successo qualcosa? » Chiedo. Spero che non sia successo niente di male mentre ero via. È l'ultima cosa che voglio.
« No, no.. sai come sono i bambini. Hanno giornate che vanno alla grande e altre che non sono il massimo, per nessun motivo in particolare. » Scrolla le spalle. Io sospiro e annuisco.
« Ah, okay.. » Mormoro « Allora vado da Dulcie, è di sopra vero? » Chiedo. Lei annuisce e io salgo le scale per andare al piano di sopra. Arrivo alla sua cameretta e busso alla porta socchiusa. « Si può? »
« Papà? » Dulcie si gira verso di me e corre tra le mie braccia. Io la prendo e la faccio girare, tenendola stretta a me. Mi è mancata così tanto questa scimmietta. Io amo tutti i miei figli allo stesso modo, ma Dulcie è stata la mia prima, il primo indimenticabile amore.
« Allora, come stai piccola? » La metto giù, e mi inginocchio davanti a lei, stringendole le mani. Ogni volta, quando ci rivediamo, Dulcie mi racconta sempre tutto ciò che fa. E io ne sono felice, ma anche rattristato, perché da una parte sento che, per via del mio lavoro e di questa ridicola decisione presa dagli avvocati, mi sto perdendo tutta la loro vita. Questi anni, alla fine, non ritorneranno mai e loro stanno crescendo così velocemente.
« Sto bene, e tu papà? » Mi chiede, mettendomi le mani sulle spalle. Poi si siede a terra, di fronte a me.
« Sto bene anche io. Mi sei mancata tanto, io ti sono mancato? » Le chiedo, stringendole ancora le mani. Lei arriccia il naso e dice di sì, sorridendo in modo meraviglioso. « Allora vieni qui e dammi l'abbraccio più forte del mondo, dai! Forte, forte, forte! » Allargo le braccia e lei mi abbraccia forte, facendomi cadere all'indietro sul pavimento. Ridiamo entrambi come due matti, felici del semplice fatto che siamo insieme. « Okay, okay.. » Tiro entrambi su, rimettendoci a sedere per terra. « Sei davvero forte, eh.. mi hai fatto quasi male. » Scherzo.
« Scusa papà. Ti ho fatto male? » Mi chiede, preoccupata. Io scoppio a ridere per quanto è dolce.
« No, piccola non è niente... se mi dai un bacio passa tutto. » Le dico, e lei mi dà subito un bacio sulla guancia. In realtà non ho proprio nulla, è solo che ho bisogno di affetto da parte della mia piccolina. « Ora si che sto bene. » Sorrido.
« Dakota dov'è? » Mi chiede. Non c'è una volta, in cui sia stati insieme, in cui non mi abbia chiesto di Dakota. Quelle due sono davvero legate, e questo sicuramente sarà un problema per me quando sarà adolescente. Conoscendo Dakota, ribelle e pazza, l'aiuterà a fare tutte le pazzie del mondo. Dovrò stare molto attento con lei, quella donna è davvero imprevedibile.
« È a Savannah con il bimbo, non vede l'ora di rivederti, sai? Ti manda tanti baci e abbracci. » Le dico, citando le stesse parole di Dakota.
« Anche io! » Ride « Voglio vedere il nuovo bimbo, papà, perché non posso vederlo? » Mi chiede.
« Piccola, lo vedrai appena potrai.. Fino ad ora non è stato possibile, ma ti prometto che presto lo incontrerai, e io non vedo l'ora di fartelo conoscere. Sai che è davvero piccolissimo? Sembra un bambolotto. » Le dico, e lei mi ascolta attentamente.
« Voglio vederlo, papà! Non è giusto!! » Mette il broncio. Si vede che ci tiene davvero tanto a conoscerlo. Ricordo ancora quanto era elettrizzata quando è nata Phoebe. Non le sembrava vero, ogni mattina la prima cosa era andare a controllare la nuova bambina. La trattava proprio come trattava i suoi bambolotti. Era adorabile.
« Lo conoscerai presto, te lo prometto. Ora però voglio che mi racconti tutto quello che hai fatto fino ad oggi. Voglio sapere tutto. » Dico. Lei si sistema per terra e comincia a raccontarmi ciò che ha fatto mentre ero via. Starei ore ed ore ad ascoltarla.. la mia piccolina, la mia bimba più grande
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Damie • We'll never be worlds apart III.
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Terzo e ultimo capitolo...