Capitolo 29.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Jamie's pov

Ultimamente mi sento come una trottola, non faccio altro che girare e cambiare posti, infatti oggi sono in Irlanda per un torneo di golf al quale sono stato invitato. Anche se non sono il massimo, è una cosa che mi diverte, quindi continuo a provarci, sperando di non fare figure di merda, ecco.. E per di più oggi non mi sento molto bene, ho dormito poco e avrò sicuramente qualche linea di febbre, ma passerà. Non ho ancora sentito Dakota stamattina, penso che sia ancora con Dwayne, ma voglio sentirla prima di iniziare la partita. Sarà una cosa idiota, ma in realtà lei è il mio portafortuna, e chissà.. magari proprio grazie a lei oggi non sarò tanto male.

« Pronto? » Risponde dopo qualche secondo.

« Ehi, sono io.. buongiorno. » Sorrido. La sento sbadigliare, probabilmente si sarà appena svegliata. Riesco ad immaginarla benissimo tra le lenzuola stropicciate, che si stiracchia in modo adorabile. Ah, come vorrei essere lì.

« Buongiorno. » Percepisco il suo sorriso. « Buona fortuna per oggi, bad golfer! Sei già sul campo? » Mi chiede, ridacchiando come una ragazzina.

« No, mi ci stanno portando adesso.. su una di quelle 'macchine aperte', come le chiami tu. » Dico, e la cosa mi fa scoppiare a ridere. Certe volte sa essere davvero divertente, ma non glielo dirò mai, o comincerà a pensare di essere l'unica divertente tra noi due. E tutti sappiamo che sono io il migliore.

« Non prendermi in giro!! » Ribatte, con tono serio, ma io non riesco a smettere di ridere. « Mandami qualche foto, dopo, okay? Voglio assolutamente vedere se hai messo i pantaloni che penso io. » Mi dice. Io alzo gli occhi al cielo. Dakota dice che, quando trovo qualcosa che mi piace, allora la indosso fino allo sfinimento. E adesso crede che io abbia preso di mira un paio di pantaloni.

« Si, indosso quei pantaloni.. ma solo temporaneamente. Poi dovrò cambiarmi. » La informo, passandomi una mano tra i capelli. Sento un cerchio alla testa, vorrei solo mettermi a dormire per dodici ore di fila e basta.

« Lo sapevo! Addio giacca blu, benvenuti pantaloni chiari. Però c'è da dire che ti fanno un bel culo, quindi approvo in tutti i sensi. » Ridacchia, facendo sorridere anche me, ed arrossire sopratutto. Non mi abituerò mai ai complimenti, e soprattutto non ai suoi. Mai. Mi scappa uno sbadiglio. « Ehi, ma hai dormito stanotte? Ti sento stanchissimo.. » Mi chiede. Ovviamente non riesco a tenerle nascosto niente, capisce sempre tutto. La mia donna è di un'intelligenza straordinaria.

« Non molto.. E non mi sento troppo bene, ma non è niente di grave. Niente che non passi con un'aspirina, ne ho presa una prima di uscire. » Le dico, e intanto noi tre ci avviciniamo sempre più al luogo del torneo.

« Mi dispiace tanto. È che ti stai stancando troppo, sei passato da uno stato all'altro nel giro di pochi giorni, da un posto ad un altro.. » Sbuffa, come se fosse colpa sua. Adoro il fatto che si preoccupi così per me, ma si sbaglia, non è niente di grave.. fa male a preoccuparsi così.

« Dakota, non è niente, davvero.. non preoccuparti per niente. » Le dico. Lei sospira in risposta. Man mano che ci avviciniamo al posto, noto una fila interminabile di fans, già pronte con i loro cellulari. « Siamo arrivati, c'è già una massa di fans pronte con le fotocamere. » Ridacchio.

« Scommetto che nessuna di loro è davvero interessata al golf, ma più al modo in cui ti chini sulla pallina. » dice Dakota, con tono estremamente serio, adoro quando fa la gelosa. Sam, il mio aiutante di oggi, deve aver sentito ciò che ha detto Dakota e sta ridendo come un matto, seduto davanti a me.

« Smettila, Dakota! Io dovrò chinarmi molte volte, oggi.. ora sarà più difficile farlo, grazie a te. » Continuo a ridacchiare. Quella matta di mia moglie.. la adoro. Ci fermiamo e i ragazzi mi dicono di avviarmi dentro, intanto che loro parcheggiano "la macchina aperta". Scendo e porto con me la mia borsa. Nel frattempo Dakota continua a blaterare cose strane al telefono.

« Mi dispiace di non essere lì a fare il tifo per te dal vivo, ma so che è meglio così.. perché quando ti saresti chinato sulla pallina, ci sarebbero stati guai.. già lo so che avrei scavalcato e ti sarei saltata addosso. Conosci il mio scarso autocontrollo. » Mi dice, facendomi ridacchiare come un matto davanti a tutti. Sembro un idiota, cerco di comportarmi in modo normale, ma per colpa sua e delle cose strane che mi sta sussurrando al telefono, roba come "strapparmi i pantaloni", non trovo nemmeno la strada giusta. Una donna, credo che lavori qui, si accorge che sono in difficoltà e mi indica dove devo entrare. Dakota, però, non trova pace e continua a parlare da sola. Chissà cosa diavolo sta blaterando.

« Grazie. » Dico alla signora, ed entro nell'edificio. « Come riesci a mettermi in imbarazzo anche a distanza? Smettila subito, per favore. Mi guardano tutti come se fossi pazzo. » Le dico, ma non riesco a mantenere un tono serio. Sto sorridendo come un quindicenne innamorato.

« Avanti, so che ti piace ciò che dico.. devo continuare? Perché ho un sacco di scenari in mente in questo momento. » Dice, e io alzo gli occhi al cielo. Oggi ha davvero intenzione di torturarmi, non c'è niente da fare.

« Dakota!! » Le dico, con aria di rimprovero.

« E dai!! Cosa ho fatto? È giusto che io riveli a mio marito quali sono i miei desideri, dovrei forse rivelarli a qualcun altro? » Mi chiede, e mi si gela il sangue.

« No! » Sibilo, a denti stretti. Uno dei tanti comportamenti che ho appreso dal mio personaggio. Odio anche solo immaginare questo scenario. So che non succederà mai, ma non posso fare a meno di rimanere pietrificato quando ci penso. Non sarei mai in grado di sopportarlo, ma non c'è bisogno che lo faccia, perché non succederà mai nel genere.

« Allora, continuo? » Ridacchia, e quella risata fa sorridere anche me, come sempre. È come se fosse un balsamo. Non so nemmeno spiegarlo, so solo che vorrei farla ridere per tutta la vita. E adesso posso davvero, perché è mia.. per il resto della nostra vita.

« No, adesso devo andare davvero.. per favore, non mandare foto strane o messaggini sconci, ti imploro. » Rido, passandomi una mano sul viso. In realtà amo quando mi manda le sue foto strane, ma oggi mi distrarrebbero troppo.

« Va bene, te lo giuro. Farò la brava e mi terrò i miei scenari per me, okay? » Mi chiede, proprio come un'adorabile ragazzina.

« Perfetto. Ti chiamo stasera. » Le dico. « Ti amo. » Sussurro, affinché mi senta solo lei. Come dovrebbe essere sempre.

« Ti amo anche io. » Risponde, e percepisco il suo sorriso. Mi manda un bacio, poi attacca, e io resto con la guancia attaccata al cellulare come un coglione. Ah, questa donna.

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Damie • We'll never be worlds apart III.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora