1: Prologo

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Francesca's Pov
È passata una settimana dall'incidente di Asia. Beh, chiamarlo "incidente" in realtà è un parolone poiché Natasha non si è fatta scrupoli a farle del male.
Marisa, la madre di Asia, non vuole saperne più niente di lei. Proprio ieri si è sfogata con me in merito a questo e ha pianto a dirotto tutto il tempo.
Le parole che mi ha detto Carlotta al telefono la settimana scorsa rimbombano ancora nella mia mente. Quelle parole che sembravano prive di emozione, ma non lo erano minimamente.
"È finita, Francesca! Asia potrebbe non svegliarsi!"
Da quel giorno Carlotta si è lasciata andare.
Sta sempre male, non fa che piangere, e per concludere si sta uccidendo a suon di sigarette. Lo so perché una volta, quando le ho preso le mani, ho notato che le sue dita avevano segni di bruciature ed erano ricoperte di polvere. In genere chi abusa di questo ha le mani in questo stato.
So che è dimagrita molto, perché una volta, a scuola, è svenuta per mancanza di zuccheri.
Denise, dal canto suo, si è gettata anima e corpo nello studio per non pensare, ma appena trova un po' di pace passa a prendermi, andiamo in ospedale e parliamo con Asia, dicendole che ci manca e che vorremmo sentire di nuovo la sua voce.
Natasha vive per strada, ormai. Ha rischiato l'espulsione da scuola e chissà cosa potrebbe combinare ora?
Anch'io sono triste e, fortunatamente, gli amici di cui parlo da sempre mi sono vicini.
Tra i miei genitori, poi, c'è molta tensione ultimamente, giusto per non far mancare nulla all'inverno metaforico che sta attraversando la mia vita. A volte vorrei dormire più del dovuto, svegliarmi e notare che i miei si tengono la mano ridendo, che Asia è sveglia e chiacchiera animatamente con Carlotta, che Natasha è cambiata e tutti sono felici, ma questo, purtroppo, non è che un sogno.
In ogni caso, però, so che non bisogna prendere il dolore come qualcosa di completamente negativo. Come si diceva in un film: "Il dolore non è la destinazione finale" e se trovassimo la forza di non farci stroncare da lui riusciremmo a vedere qual è la destinazione... io lo voglio! Voglio vederla!
Fertunatamente ho qualcuno che ogni giorno mi ricorda che esiste la luce: ma con "luce" non intendo quella che gli altri vedono accendendo un interruttore, parlo invece di una luce che parte dal cuore, quindi è visibile a tutti, anche a chi, come me, non vede niente.
Lui mi ha fatto scoprire un mondo nuovo, pieno di colori.
Grazie a lui ho capito definitivamente di potermi fidare di quello che sentono. Due mani che s'intrecciano, il suono di un certo timbro di voce che ti rassicura, un abbraccio, un nome e le emozioni legate a tutto questo sono fondamentali per capire se fidarci o meno di qualcuno... e di lui mi fido.
Grazie, mio angelo, perché rendi ogni giorno speciale.

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora