"Styles, levami le mani di dosso!"
Urlai, quando mi sentii toccare da dietro da qualcuno, mentre facevamo la fila per scalare la corda durante l'ora di educazione fisica, quando mi girai vidi che dietro di me c'era proprio lui, quel riccio dagli occhi verdi sbruffone e antipatico.
"Non farti strane idee, biondina. Mi hanno spinto da dietro e ti sono finito addosso, niente di più!"
Mi rispose a tono, avvicinandosi pericolosamente al mio viso mentre pronunciava le ultime parole della sua frase. Non riuscivo a tollerarlo. Era insopportabile!
"Allora dici a quei coglioni dei tuoi amici lì dietro di crescere, prima o poi."
E tanto meno i suoi amici, sinceramente non sapevo proprio chi era peggio... se lui o quei cerebrolesi. Non potevo davvero farmene un'idea, erano praticamente uguali. Facevano tutti la stessa cosa che facevano gli altri. Uno rideva? Lo facevano tutti. Anche se poi non erano davvero divertiti per il motivo per cui rideva il primo.
"Che c'è, biondina? Sei caduta dal letto stamattina? O sei così acida sempre?"
"Ho un nome, idiota! E comunque se parlo con te, sarà così, sempre. Fattene una ragione!"
Dopo questo, mi girai, dandogli le spalle, dato che tra poco sarebbe toccato a me, ma prima che arrivasse il mio turno, lui si avvicinò al mio orecchio per rispondermi ancora.
"Allora fatti una scopata, così magari ti calmi!"
Subito dopo che finì di parlare al mio orecchio, il professore mi chiamò, dato che toccava a me, ma prima di allontanarmi per scalare la corda, gli diedi una gomitata nello stomaco, per poi correre verso la corda. Riuscii a sentire il suo gemito, per via del colpo che gli avevo dato, ma non gli diedi molta importanza. Misi le mani attorno alla corda, cercando di sollevare il mio peso con le braccia, ma non ero brava, ne tantomeno forte, quindi non riuscì a sollevarmi più di poco. Dopo l'ennesimo tentativo il professore mi disse che andava bene così, lasciandomi andare. Dopo di me, toccava ad Harry, prima di andare a cambiarmi nello spogliatoio mi fermai a guardarlo, per vedere se ci sarebbe riuscito. E ci riuscì senza troppa fatica, salì in cima e riscese. Non me ne stupii più di tanto, era il quarterback della squadra di football della scuola... non era più il ragazzino timido e impacciato che veniva a casa mia ogni pomeriggio per fare i cupcakes.
Andai nello spogliatoio prendendo il mio borsone, togliendo la tuta per andare sotto la doccia. Mi soffermai a pensare a quando il liceo avesse cambiato le cose. Perché io conoscevo Harry, o almeno pensavo, non so. Eravamo amici fin dall'asilo e vicini di casa. Harry era un ragazzino dolcissimo e gli piaceva passare il tempo con me, eravamo sempre insieme. Questo fino al primo giorno di liceo. Io mi tuffai sullo studio, perché lo pensavo allora e lo penso ancora adesso, è lo studio l'importante, no? Invece Harry scoprì il suo talento innato per il football, fu preso in squadra, diventò quarterback e quel ragazzino dolce e impacciato sparì. Ricordo ancora le scuse che inventava nei primi periodi per non vedermi più, io fingevo di crederci per non affrontare la verità, ma ci stavo male. Dopo un po' smettemmo di parlarci, poi dopo qualche anno iniziammo a stuzzicarci l'un l'altro con commenti simili a quelli in palestra. Divertente, no? Come un'amicizia così potesse trasformarsi in un simile odio. Era passato tempo, e capitavano ancora i momenti in cui ci pensavo ancora... come ora. Eppure eravamo entrambi al quarto anno ormai, non avrei dovuto. Chiusi il getto dell'acqua e prima di uscire mi avvolsi l'asciugamano intorno al corpo bagnato, raccolsi i capelli da un lato e ritornai vicino al mio borsone per asciugarmi. Le altre ragazze parlavano tra loro asciugandosi, io invece infilai l'intimo velocemente e il pantaloncino di jeans, andando ad asciugare i capelli.
"Dove cazzo è Jamie?"
Sentii qualcuno urlare, subito dopo il rumore di una porta sbattere... purtroppo conoscevo quella voce troppo bene, infatti prima che potessi fare qualunque cosa sentii qualcuno afferrarmi il polso e voltarmi verso di lui con violenza. Era Harry!
"Sai che questo è lo spogliatoio femminile, no? Ti sei finalmente accorto di aver sbagliato negli ultimi quattro anni?"
Dissi, cercando di divincolarmi dalla sua stretta per prendere qualcosa con cui coprirmi il petto, che al momento era coperto solo dal reggiseno. Mi guardai intorno e vidi l'intero spogliatoio femminile che ci guardava. Non erano disturbate dalla presenza di Harry, anzi. Erano disturbate dal fatto che fosse venuto per me.
"Davvero spiritosa! Sei una stronza, lo sai? Ho un livido sullo stomaco per colpa tua!"
Misi su un sorrisetto compiaciuto per quello che aveva appena detto, lui mi guardò con aria ancora più infastidita, ma prima che potesse aggiungere qualunque cosa abbassò lo sguardo sul mio seno, facendo comparire sul suo viso un sorrisetto malizioso. Quel sorriso m'infastidii subito, mi liberai dalla sua stretta e infilai una maglietta, uscendo fuori, prima che potesse farlo lui, sbattendo la porta.
Presi le ultime cose dall'armadietto e mi avviai verso l'uscita, come ogni pomeriggio sarei dovuta tornare a piedi, il tempo si stava guastando, misi una felpa da sopra e sollevai il cappuccio, infilai gli auricolari iniziando a camminare verso casa. Vidi il range rover nero di Harry passarmi affianco, mi rivolse uno sguardo vuoto, feci lo stesso. Mi accorsi che in macchina c'era una delle cheerleader, la ragazza della settimana di Harry, forse. Era incredibile come si comportava con le ragazze, non aveva il minimo rispetto e quelle ragazze non avevano il minimo rispetto per loro stesse. Arrivai a casa dopo una decina di minuti, vidi il range rover di Harry già parcheggiato davanti casa, lui era sotto il porticato di casa sua bocca a bocca con quella ragazza. La teneva ferma contro il muro, baciandola. Non era la prima volta che assistevo ad uno spettacolino del genere e non sarebbe stato l'ultimo. Non persi altro tempo ed entrai in casa, mia madre stava cucinando. Mi sedetti buttando tutti i libri sul tavolo, iniziando a studiare la lezione di filosofia per domani.
"Nervosette?"
Chiese mia madre, ridacchiando. E questo mi fece salire i nervi ancora di più. Non ero nervosa! Era lui che mi faceva innervosire.
"No, mamma. No!"
Dissi brusca, sbuffando.
"Mi dispiace... non volevo!"
Mi scusai subito, sapendo di aver esagerato. Mia madre mi conosceva troppo bene, sapeva che c'era qualcosa che non andava.
"Ho visto Harry tornare prima..."
Finse un tono innocente, come se non sapesse o immaginasse che ero nervosa a causa sua, non era la prima volta, in effetti.
"Mamma, metti l'anima in pace, io ed Harry non siamo più amici!"
Risposi subito, cercando di concentrarmi sulla filosofia, ma mia madre rendeva tutto più difficile.
"Eravate così amici prima, tesoro... qual è il problema?"
"Il problema è che siamo cresciuti, mamma. Abbiamo preso entrambi strade diverse!"
Non le diedi il tempo di replicare, presi i libri e salì le scale verso camera mia. Avrei trovato più calma. Mi misi sul letto cercando di memorizzare la lezione. Dopo una mezz'oretta sentì il campanello suonare di sotto e mia madre aprire la porta, sentì delle voci ma non gli diedi importanza dato che non mi sembravano familiari. Dopo un po' sentì dei passi salire le scale e la mia porta spalancarsi all'improvviso, sobbalzai quando vidi Harry sulla soglia della mia stanza.
"Che diamine ci fai a casa mia?"
Quasi urlai, alzandomi dal letto per andargli incontro e mandarlo fuori, ma lui mi fermò.
"Stai calma, bionda. Mi serve un libro!"
Disse, guardandomi e fermando la porta che stavo cercando di chiudere con una mano.
"Che c'è? Alla tua ragazza settimanale è improvvisamente venuta voglia di studiare?"
Chiesi con ironia, arrendendomi al fatto che quella porta sarebbe restata aperta, dato che non potevo oppormi alla sua forza. Lui fece comparire sul suo volto un sorriso compiaciuto, senza togliere lo sguardo da me.
"Gelosa, Jamie?"
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Everything Has Changed.
FanfictionVORREI PREMETTERE CHE QUESTA FAN FICTION NON E 'MIA! IL NOME DELL'AUTRICE E ': TAYSPEGICORN GRAZIE MILLE E BUONA LETTURA