capitolo 49

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HARRY'S POV.

La sua pancia era leggermente più rotonda e dura, era una sensazione strana. Non mi stava mentendo, potevo vederlo dai suoi occhi, non l'avrebbe mai fatto. Probabilmente si era tirata indietro e non potevo esserne più felice. Tenni la mano sulla sua pancia per un po' e poi la tolsi, per stringerla in un abbraccio. Sembrò piuttosto sorpresa, ma dopo poco ricambiò l'abbraccio, poggiando la testa sulla mia spalla ed io sorrisi. Mi asciugai le guance bagnate a causa delle lacrime e sciogliemmo l'abbraccio dopo poco.

"Perché poi hai deciso di tenere il bambino?"

Mi feci coraggio e decisi di chiederglielo. Lei scrollò le spalle, prima d'iniziare a parlare.

"Non lo so... pensavo che ci sarei riuscita, ma non ce l'ho fatta!"

Ammise per poi abbassare lo sguardo, portandosi le mani sullo stomaco, tirando su col naso. Rimanemmo entrambi in silenzio, senza sapere cosa dire. Quando lei si decise a parlare.

"Harry, come mai hai parlato con Alex?"

Cercai qualcosa d'intelligente da dire, ma poi mi ricordai che non dovevo dire un'altra bugia, avevamo già litigato per questo, volevo dimostrarle che poteva fidarsi di me, anche se questo avrebbe reso le cose più difficili.

"Mi ha rinfacciato che avresti abortito, dopo che abbiamo fatto sesso!"

Il suo sguardo ritornò sul mio viso, dischiuse le labbra e sbarrò gli occhi, quasi senza riuscire a credere quello che avevo appena detto. Si alzò da terra e camminò fino alla porta di camera sua, aprendola.

"Vattene!"

Disse con un tono duro, tenendo lo sguardo fermo sul pavimento. Mi alzai un po' scosso, andando verso di lei, cercando di riprenderla tra le mie braccia, ma lei mi spinse via.

"Non mi toccare, sparisci!"

Non urlò si limitò ad indietreggiare senza riuscire a guardarmi in faccia.

"Ti ho detto la verità, era questo che volevi, perché avrei potuto dirti che l'avevo incontrata per strada, mentendo ancora... l'avresti preferito? L'ho fatto perché ci ero rimasta male, per quello che avevi detto a quella cretina!"

Parlai molto velocemente, dato che avevo paura che non mi ascoltasse, però a quelle parole, alzò lo sguardo e mi accorsi che stava trattenendo parecchie lacrime, avanzò verso di me e poggiò la testa sul mio petto, mugugnando qualcosa. Prese la mia maglietta in un pugno e a quel punto avvolsi le braccia attorno al suo corpo, stringendola forte a me. Nascosi il viso tra i suoi capelli, aspirando il dolce profumo dei suoi capelli. Mi erano mancati così tanto. Mi era mancato quell'odore, quei capelli biondi, il suo corpo da stringere a me, quei bellissimi occhi azzurri e quella bocca da baciare. Spostai il viso per guardare il suo, che era ancora nascosto nel mio petto, alzò il viso e i nostri occhi finirono per incontrarsi ancora una volta. Mi avvicinai a lei, alle sue labbra, lei non indietreggiò o voltò il viso, però potevo vedere benissimo che era titubante e non sicura, forse perché ancora non si fidava di me. Le accarezzai dolcemente una guancia, fermandomi a pochi centimetri dalle sue labbra.

"Lascia che io mi prenda cura di te e di nostro figlio!"

Le sussurrai dolcemente, senza smettere di accarezzare la sua guancia. Lei mugugnò qualcosa e poi annuì, poggiando una mano sul mio petto. A quel punto, decisi di tagliare la distanza tra le nostre labbra. Poggiai le mie labbra sulle sue così calde e piene con estrema dolcezza, per poi infilare la lingua. Mi era mancato così tanto quel contatto. Mi era mancata ogni piccola cosa di lei. Approfittò della sua mano sul mio petto come leva per interrompere quel bacio, indietreggiò leggermente, accennando un sorriso.

"Voglio fare una doccia!"

Disse poi, passandosi una mano tra i capelli. Io annuii, sorridendole, camminando verso il suo letto.

"Ti aspetto qui!"

Mi stesi sul suo letto, lei annuì e poi andò in bagno, chiudendo la porta. Non sapevo cos'avremmo fatto, ora. Di certo un bambino era una grande responsabilità, che cambia tutto, ma io n'ero felice. Ero felice che tutto questo mi stesse capitando con lei, perché l'amavo sul serio e gliel'avrei dimostrato. Le avrei dimostrato che potevo crescere, maturare. Mi sarei occupato di lei e di nostro figlio. Dopo un po', la vidi uscire dal bagno con i capelli già asciutti e un asciugamano avvolto intorno a quel corpo perfetto. Mi sorrise dalla soglia della porta timidamente, come se non l'avessi mai vista nuda e questo mi fece ridacchiare leggermente. Camminò verso l'armadio e tirò fuori l'intimo da mettere, fece scivolare l'asciugamano ai suoi piedi mentre mi dava le spalle e velocemente s'infilò delle mutandine nere coordinate col reggiseno che mise subito dopo. Prese una maglia che le andava molto larga e se la infilò, restando solo con quella dato che la copriva fin sotto il sedere. Camminò verso di me e si stese sul letto affianco a me.

"Cosa faremo adesso?"

Chiese poi, quasi sussurrando. Potevo vedere benissimo quanto fosse spaventata, era normale, lo ero anch'io.

"Per prima cosa, lo diremo ai genitori..."

Probabilmente era quello che la spaventava di più. Era terrorizzata all'idea, ma sapeva di doverlo fare. Presi la sua mano per rassicurarla, stringendola forte tra la mia.

"E pensi che la prenderanno bene? Non potrò continuare l'ultimo anno del liceo e in più..."

Iniziò a parlare velocemente, ed ero sicuro che se non l'avrei fermata avrebbe tirato fuori tutti i problemi del mondo e decisamente non serviva in quel momento.

"Studierai da privatista! Vai benissimo a scuola, Jamie e lo sai meglio di me... e quando ti sarai diplomata andrai all'università, come avevi sempre programmato!"

Lei mi sorrise leggermente, notando forse l'entusiasmo con cui le stavo illustrando le cose, mi accarezzò dolcemente una guancia e si avvicinò a me, stampando un bacio sulle mie labbra. Mi misi seduto sul letto, sorridendole. Quando tirai su la sua maglia, mi guardò piuttosto confusa. Volevo vedere la sua pancia, istintivamente mi abbassai, lasciando un bacio sulla sua pancia. Lei posò le mani sulla mia nuca, giocherellando dolcemente con i miei ricci.

"Mi dispiace..."

Tornai a stendermi al suo fianco, accarezzandole dolcemente una guancia, mentre lei mi guardava leggermente confusa.

"Per cosa?"

"Per ogni cosa... per Parigi, per Alex, per le bugie, per essere stato così stupido, insomma... tutto."

Mi sorrise debolmente, per poi scuotere la testa.

"Mi sento una stupida... dovrei saperlo che abbiamo provato più e più volte e sempre con gli stessi risultati, mi ero ripromessa che non mi sarei più riavvicinata a te, però non ci riesco... non so perché, forse è per qualcosa che mi spinge a sperare che le cose possano andare bene, però ti giuro che questa volta sarà l'ultima, quindi non sbagliare, Styles! Hai il mio cuore, non farlo in mille pezzi ancora una volta."

Disse lei, accarezzandomi dolcemente il collo, mentre i suoi occhi azzurri erano fissi nei miei.

"Non lo farò, te lo prometto!"

La strinsi forte tra le mie braccia, lasciandole un bacio sulla nuca. Lei mi strinse forte e quando il nostro abbraccio si sciolse, poggiai le mie labbra sulle sue, baciandola dolcemente.

"Cosa pensi che sarà?"

Le chiesi sorridendo, sapendo ovviamente che lei aveva capito che mi riferissi al bambino.

"Mmh... sicuramente un maschietto dagli occhi verdi e i ricci, ne sono sicura!"

Mi passò una mano tra i ricci, scombinandomeli per poi ridere.

"No, sarà decisamente una femminuccia bella come la madre, con questi occhioni azzurri e i capelli biondi!"

Dissi dolcemente, scuotendo la testa, per poi lasciare un bacio sulle labbra.

"Ti sbagli, perché sarà un maschietto!"

Insistette ancora lei, scuotendo la testa. In effetti, qualunque cosa fosse mi andava bene, ma se fosse stata una femminuccia sarebbe stata la piccola di papà, avrei potuto proteggerla e viziarla e probabilmente sarei stato anche parecchio geloso. Lei sarebbe stata la mia bambina.

"A cosa pensi?"

Mi chiese lei, interrompendo i miei pensieri. Spostai lo sguardo sul suo viso per poi sorridere.

"A come sarebbe essere il papà di una bellissima bambina!"

Lei sorrise e si avvicinò a me, baciandomi ancora una volta. Poggiai un braccio sui suoi fianchi, facendo durare quel bacio un po' più a lungo.

"Ti amo..."

Mi lasciai sfuggire tra un bacio e l'altro. Lei si allontanò dalle mie labbra, guardandomi con leggera sorpresa. Forse non l'avrei dovuto dire, era troppo presto, non volevo spaventarla. Volevo che le cose andassero per grado, dopo tutto quello che era successo.

"Ti amo anch'io!"

La sorpresa sul suo viso si trasformò in un sorriso e si riavvicinò a me, baciandomi. Era da tempo che non provavo una cosa del genere. Riuscivo a provare cose del genere solo con lei. Era la mia debolezza, ma allo stesso tempo anche la mia forza. Non avrei più fatto gli stessi errori, questa volta non avrei sprecato una possibilità importante come questa. 

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