capitolo 21

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HARRY'S POV.

L'aereo era appena decollato. Saremo dovuti arrivare a Las Vegas in un paio d'ore, non ci voleva molto. Infilai gli auricolari nelle orecchie e iniziai ad ascoltare la musica, non avevo nessuna voglia di parlare con gli altri. Continuai a fare quello che stavo facendo per circa un'ora, dopo, però, il mister ci ordinò di togliere gli auricolari e di ascoltarlo. Ci fece ripassare lo schema di gioco e ci diede alcuni avvertimenti sulla squadra avversaria e il modo in cui dovevamo giocare. Parlò per circa mezz'ora e poi ci disse che tra un po' saremo dovuti scendere. Appena saremmo arrivati dovevamo andare in hotel, posare le nostre cose e poi andare al campo per i riscaldamenti e subito dopo la partita. Non potevo negare che ero un po' agitato, non mi sentivo tanto concentrato, o meglio, la partita non era il mio primo pensiero in quel momento, a differenza delle altre volte. Dato che mancava circa un'altra mezz'ora m'infilai di nuovo gli auricolari nelle orecchie, ma subito dopo vidi Jenna, una cheerleader che si era alzata dal suo posto, gettarsi addosso a me e buttarmi le braccia al collo. Sbuffai e mi tolsi gli auricolari.

"Che cazzo vuoi?"

Gli chiesi con tono duro, guardando il finestrino dell'aereo.

"Niente... volevo solo augurarti buona fortuna!"

Disse con quella voce da oca che si ritrovava.

"Bene, fallo alzando il tuo culo pesante dalle mie gambe!"

Gli diedi una leggera spinta, dato che non sembrava intenzionata ad alzarsi e lei mi guardò con la bocca dischiusa leggermente sorpresa del mio rifiuto nei suoi confronti. Mi rinfilai gli auricolari per farle capire che non volevo parlare. Finalmente arrivammo, così scendemmo dall'aereo e andammo a prendere le nostre valigie. Vidi Jack poggiarmi un braccio attorno alla spalla per dirmi qualcosa che probabilmente volesse rimanesse tra noi.

"Hey, Styles... ho la valigia piene di bottiglie rubate a mio padre, stasera ci divertiamo!"

Mi diede una pacca sulla spalla, sorridendo.

"Io non bevo, Jack!"

Gli dissi ridendo, dato che non capivo tutto il suo entusiasmo per qualche bottiglia. Prima probabilmente l'avrei capito, ora che avevo Jamie in testa in continuazione non potevo più. Jack mi guardò stranito, ma fu subito distratto da alcune ragazze che passarono accanto a noi per strada. Salimmo su un pullman, che ci portò in albergo. L'albero era uno di quei classici alberghi di Las Vegas, lussuosi e pieni di cose da fare. Tutti sembrarono meravigliati da quell'hotel, ma fummo costretti a prendere le chiavi ed andare subito in camera a posare le cose. Presi le cose per la partita e mi cambiai, tutto con molta velocità. Ne approfittai per chiamare Jamie. Il telefono squillò per qualche secondo e subito dopo rispose.

"Pronto?!"

"Piccola..."

"Heey, amore!"

Disse entusiasta quando riconobbe la mia voce.

"Sei arrivato?"

Mi chiese subito dopo.

"Si, sono in hotel, tra un po' andiamo al campo per la partita!"

"Oh, bene! Spero che vinciate..."

"Sono un po' agitato, in effetti!"

"Andiamo, sei bravissimo... non farti spaventare!"

"Sai, posso essere anche il giocatore più forte del mondo, ma è un po' difficile concentrarsi se in testa ho solo la mia bellissima ragazza!"

Le sentii ridere e lasciarsi sfuggire un tenero "aww".

"Allora pensa che io faccio il tifo per te!"

"Lo farò! Comunque ora devo andare... o farò tardi. Ti amo, piccola!"

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