capitolo 35

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JAMIE'S POV.

Continuai a guardare la scatolina tra le mani di Harry e notai che il mio respiro era divenuto affannato per l'ansia. Mi saltarono in mente milioni d'idee diverse sul contenuto di quella scatolina, e dovevo ammettere che una mi spaventava più di tutte.

"Sta tranquilla... non è quello che pensi!"

Disse lui, notando il mio forte disagio all'idea che mi era venuta in mente. Io sorrisi debolmente, senza dire niente e poi lo vidi aprire la scatolina. Mi si presentarono davanti due catenine, con due ciondoli uguali. Erano due uccelli. Io sorrisi, guardandolo.

"Sono due ciondoli, uno per te e uno per me. Dopo averti chiamato ho visto questi due ciondoli in una gioielleria e ti ho pensata subito, mi ha fatto pensare a noi due. Ora che saremo lontani, basterà guardare il ciondolo e così ti ricorderai di me... saremo sempre insieme, in un certo senso!"

Prima che potessi dire qualcosa, lui prese una delle due collane e mi fece voltare, per mettermela al collo. La poggio delicatamente sul mio petto e poi la chiuse dietro al mio collo, lasciandomici un dolce bacio. Mi girai verso di lui sorridendo e presi l'altra collana, mettendomi sulle punte per chiudergliela dietro al collo. Abbassai lo sguardo sul mio ciondolo e sorrisi, mi ricordavano tanto gli uccelli che aveva sul petto, in effetti erano molto simili.

"Sono bellissime, amore!"

Portai le braccia al suo collo e lo strinsi forte a me. Lui ricambiò quella stretta, baciandomi dolcemente la guancia. Sarei voluta restare per sempre così. Non volevo lasciarlo andare, lui era il mio bellissimo Harry, non potevo perderlo.

"Torniamo a casa?"

Chiesi, sussurrando al suo orecchio. Subito dopo lui sciolse il nostro abbraccio e annuì, dolcemente. Mi prese la mano e insieme iniziammo a camminare, per tornare alla macchina. Spostai lo sguardo su Harry e vidi che il suo sguardo era perso nel vuoto, probabilmente stava pensando a qualcosa... sembrava concentrato. Quando arrivammo in macchina, lo guardai.

"A cosa pensi?"

Gli chiesi, mentre lui era intento a guidare. Lui mi diede un'occhiata veloce e poi riportò lo sguardo sulla strada, senza un'espressione precisa in viso.

"A niente..."

"Non mi sembri così sicuro..."

Lui non mi rispose, continuò semplicemente a guidare. Arrivammo a casa mia dopo poco, non avevamo detto nemmeno più una parola, quando arrivammo in camera mia, mi girai verso di lui, per cercare di capire quale fosse il problema.

"H-ho fatto qualcosa di sbagliato?"

Chiesi, guardandolo. Lui scosse la testa, tenendo lo sguardo basso. Mi avvicinai cautamente a lui e lo abbracciai, lui dopo poco ricambiò la stretta.

"Puoi dirmi cos'hai, allora?"

Chiesi, accarezzandogli dolcemente la guancia.

"Niente... è solo che, prima, quando hai visto la scatolina eri terrorizzata all'idea che io potessi chiederti di sposarmi e così... mi è sembrato strano, tutto qui!"

Che idiota che ero. Ci era rimasto male, ovviamente! Aveva potuto credere che non lo amassi abbastanza per una proposta del genere, ma non era così. Ero spaventata si, ma non in quel senso.

"Harry, ho avuto paura, è vero... però solo perché non mi sento pronta, ho solo diciassette anni, in realtà quasi diciotto, però non sarei mai pronta per un matrimonio a quest'età!"

Dissi, passando dolcemente la mano sulla sua guancia, lui alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise con dolcezza.

"Non fraintendermi... io la penso esattamente come te! E' solo che mi era venuto il dubbio che..."

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