JAMIE'S POV.
"Harry cos'hai fatto?"
Chiesi preoccupata, avvicinandomi a lui, che accortosi della mia presenza si rinfilò subito la maglietta, sorridendomi.
"Niente, te l'ho detto, gli allenamenti sono pesanti!"
Si giustificò scrollando le spalle, gli tirai su la maglietta, esaminando più da vicino quei brutti lividi. Lo sentii gemere sottovoce quando passai le dita su uno dei lividi rossi sulle costole, ritrassi le mani quando mi accorsi che gli facevo male.
"Harry, non sono lividi da football!"
Urlai quasi, facendolo sobbalzare, lui rimase in silenzio, probabilmente cercando qualcosa da dire, ma non ce ne fu il tempo, dato che entrarono dei ragazzi in camera ridendo, ma smisero dopo poco quando si accorsero di me ed Harry.
"Tu devi essere Jamie!"
Disse uno con l'accento francese sorridendomi, mi offrì la mano che strinsi sorridendo.
"Io sono Alexis!"
Disse subito quel ragazzo, senza aspettare che dicessi qualcosa.
"Finalmente ti conosciamo... io sono Daniel!"
Disse l'altro sorridendo per poi stendermi la mano anche lui, la strinsi e mi limitai ad annuire.
"Piacere!"
Dissi semplicemente, sorridendo. Harry era restato tutto il tempo in silenzio, allora mi cinse la vita, baciandomi dolcemente il collo. I ragazzi sorrisero e poi ripresero a parlare tra loro in francese, vidi che iniziarono a svestirsi, forse per andare a dormire e notai sul loro petto parecchi lividi, simili a quelli di Harry.
"E quei lividi?"
Chiesi, rivolgendo uno sguardo ad Harry prima di tornare su di loro che sorrisero debolmente, prima d'iniziare a parlare.
"Football, niente di grave!"
Disse Alexis per poi mettere il pigiama, mentre l'altro andò in bagno.
"Te l'avevo detto, non preoccuparti!"
Disse Harry sorridendo, voltandomi verso di lui, mi strinse a sé e mi baciò con dolcezza.
"Andiamo in hotel?"
Mi chiese poi lui, quando le nostre labbra si separarono. Io annuii sorridendo e lui mi prese la mano, salutando i ragazzi e poi uscimmo insieme.
"Dove starò?"
Gli chiesi, quando salimmo in macchina.
"E' un hotel qui vicino, ti ho preso una camera!"
Sorrise lui, prendendo un passepartout dalla tasca, che probabilmente era la chiave della camera, me la passò e io la presi sorridendo.
"Harry, quanto hai speso?"
Chiesi, guardandolo. A quella richiesta sbuffò, guardandomi annoiato.
"La smetti di preoccuparti? E' uno sconto che abbiamo noi studenti del college, mi dici qual è il problema?"
Urlò lui, fermandosi, dato che eravamo appena arrivati.
"Mi dispiace, è solo che sono preoccupata!"
Mi giustificai e scesi dall'auto, guardandomi intorno. Dopo poco scese anche lui e mi raggiunse, stringendomi forte a sé.
"Va tutto bene, piccola... tranquilla!"
Mi sussurrò all'orecchio, accarezzandomi la schiena per rassicurarmi, io lo strinsi forte e poi mi separai annuendo, per fargli capire che lo credevo. Mi prese la mano e insieme camminammo verso l'ascensore dell'hotel, era piuttosto grande e di lusso, perlopiù. Dovevo fidarmi di lui, sapevo che non mi avrebbe mai mentito. Mi portò le valigie fino alla camera, aprì e mi lasciò entrare. La stanza era enorme, c'era un letto gigante al centro della camera e una tv al plasma, ma la cosa che mi colpì di più fu la vista del balcone, camminai per vedere meglio, era bellissimo. Si vedeva la torre Eiffel illuminata, non eravamo così distanti, avevo sempre voluto salire sulla torre Eiffel, ma sapevo che non ce l'avrei mai fatta, soffrivo di vertigini.
"Ti piace?"
Chiese Harry dolcemente, camminando verso di me e cingendomi la vita con le braccia, annuii e sorridendomi girai il viso verso il suo e lo baciai. Mi voltai verso di lui e infilai le dita tra i suoi capelli, mentre lui me le poggiò sui fianchi, camminammo fino al letto e lo feci stendere, sistemandomi a cavalcioni su di lui.
"Mi dispiace..."
Disse lui timidamente, mentre giocava con i bottoni del mio cardigan e questo indicava che era nervoso, teneva lo sguardo basso.
"Per cosa?"
"Per aver alzato la voce prima, non volevo!"
Portai le dita sul suo mento, alzando il suo viso verso di me, mi chinai su di lui e gli lasciai un casto bacio sulle labbra. Volevo fargli capire che non importava, che non ero arrabbiata con lui, ero io quella che aveva sbagliato con quelle continue paranoie, ero stata una stupida. Portai le mani sulla sua maglietta e gliela sfilai cautamente, per non fargli male, visto tutti quei lividi e la poggiai sul letto. Gli baciai dolcemente la mascella, per poi scendere all'incavo del collo, poggiai le mani sul suo petto livido, mentre continuavo a scendere con la bocca. Portai le mani sul bottone dei suoi jeans, che sbottonai e gli tirai giù, ripresi a baciargli il petto dolcemente, cercando di non fargli male, arrivai all'elastico dei suoi boxer, che tirai giù, liberando la sua erezione. Sentii il suo sguardo su di me, mentre aspettava che facessi la prossima mossa, iniziai a passare la lingua sulla sua lunghezza, mentre con le mani strinsi i suoi genitali, facendolo gemere al mio tocco. Risalii sulla punta e feci roteare la lingua intorno, prima di prendere la sua cappella in bocca.
"Si, cazzo..."
Ansimò e inarcò la schiena, continuando a gemere, mentre iniziai a muovermi lungo la sua erezione, che pulsava nella mia bocca. Continuai con quei movimenti, fino a quando non mi accorsi che sarebbe venuto da un momento all'altro, così mi alzai, lasciandolo così.
"Stronza..."
Disse lui ridendo e facendo ridere anche me. Mi alzai dal letto e iniziai a spogliarmi, sotto il suo sguardo attento, vidi che portò la mano sulla sua lunghezza mentre mi toglievo gli ultimi indumenti, ma lo fermai giusto in tempo.
"Non ci provare nemmeno, Styles!"
Lo rimproverai per poi sfilarmi le mutandine, mentre lui sbuffava. Tolsi anche il reggiseno, rimanendo completamente nuda davanti a lui e a quel punto tornai a cavalcioni su di lui, spinsi leggermente la mia intimità contro la punta della sua erezione, facendolo ansimare. Portò le mani sul mio sedere, iniziando a palparlo con forza, per farmi scendere più giù sulla sua erezione, ma volevo provocarlo ancora un po'. Dopo poco, però, mi decisi, scesi sulla sua erezione, facendolo entrare in me, senza smettere di ansimare. Lo sentii fare lo stesso, mentre iniziò a muovere i fianchi, ma questa volta volevo essere io a comandare, così iniziai a muovermi su di lui con più decisione, mentre lui gemeva.
"Ah... si, continua piccola... così"
Urlò quasi, senza smettere di ansimare, vidi delle goccioline di sudore sotto i ricci sulla fronte, mentre s'inumidiva le labbra e continuava a gemere. Continuai a muovermi su di lui, fino a quando non venne in me, iniziando a respirare con più affanno, continuai a muovermi, fino a quando non venni anch'io con il suo nome sulle labbra. Mi stesi sfinita al suo fianco, cercando di far tornare il mio respiro regolare. Restammo vicini per un po' e quando riprendemmo fiato, nessuno dei due sembrò averne ancora abbastanza, passò lui su di me e ricominciammo da capo. Non fu l'ultima volta quella notte, anzi, dormimmo pochissimo, il giorno dopo mi svegliai piuttosto tardi, cercai Harry nel letto, ma era andato via. Mi allungai verso il comodino per prendere il cellulare e controllare se ci fosse un messaggio di Harry e così era. C'era scritto che aveva lezione e che era dovuto andare via. Mi alzai dal letto e andai a fare una doccia calda, mi asciugai e misi un vestitino rosa chiaro e da sopra un cardigan grigio, lasciai i capelli sciolti e prima di uscire infilai delle stringate marroni e presi una borsa dello stesso colore. Uscii dall'hotel, volevo andare a visitare un po' Parigi, iniziai a guardarmi intorno e camminai verso l'altro lato della strada, cercando di arrivare al centro, di certo non era poi così lontano. Continuai a camminare, fino a quando non sentii il cellulare squillare nella borsa, lo presi e risposi velocemente.
"Pronto?!"
"Amore mio... ti sei svegliata finalmente!"
Disse Harry ridendo, se avesse potuto vedermi ora, l'avrei fulminato con lo sguardo, ma a dir la verità ero troppo contenta in questo momento per arrabbiarmi con lui.
"Già... sai stanotte qualcuno non mi ha lasciato chiudere occhio!"
Dissi cercando di mantenere un tono serio, senza ridere, ma era difficile.
"Oh, senti chi parla... quindi ero io che dicevo 'oh, ancora... ancora'..."
Cercò d'imitare il mio tono di voce ma non ci riuscì affatto.
"Non sei spiritoso!"
Dissi ridendo, senza smettere di camminare per la strada. Lo sentii ridere prima di riprendere a parlare.
"Dove sei?"
"Al centro, sto facendo un giro per i negozi!"
Dissi guardo le vetrine dei negozi più vicini.
"Oh, bene! Tra un po' devo rientrare in classe..."
"A che ora finisci oggi?"
Gli chiesi curiosa, sperando che non fosse così tardi, non mi piaceva stare da sola.
"Gli allenamenti finiscono alle otto..."
Disse con un tono dispiaciuto. Era tardissimo, sarei dovuta stare tutto il pomeriggio da sola, bene.
"Però ti prometto che stasera sono tutto tuo, ti porto sulla torre Eiffel!"
Disse lui entusiasta, il che mi terrorizzò, se pensava che ci sarei salita, si sbagliava di grosso.
"Scordatelo!"
Risi per l'imbarazzo e sentii ridere anche lui.
"Perché?"
"Be', sai, la mia debolezza non è l'unico motivo per cui non ho mai scalato la corda in palestra..."
Ammisi imbarazzata.
"Soffri di vertigini?"
Chiese lui divertito, ma per non offendermi si trattenne dal ridere.
"Proprio così..."
"Ma non vorresti superare questa paura? Starò con te tutto il tempo, non ne avrai nemmeno un momento!"
In effetti ci avevo provato spesso ad affrontare quella paura, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Di Harry mi fidavo, mi sentivo sempre al sicuro con lui, e forse aveva ragione, poteva essere una bella occasione.
"Okay, affare fatto..."
"Va bene, allora passo alle nove, fatti trovare fuori dall'hotel..."
Quando sentii quello che mi disse sorrisi come una stupida, nonostante non potesse vedere il mio sorriso.
"Sei sicuro di farcela?"
"Certo, prometto che sarò lì alle nove!"
Disse lui entusiasta.
"Ora devo andare, a stasera amore!"
"A stasera!"
Misi giù il telefono e lo riposai in borsa. Ritornai ai negozi, erano tutti così belli, anche se in euro costava tutto di più. C'erano negozi di tutti i generi, avevo anche trovato un negozietto vintage e avevo comprato tantissime cose. Avevo sempre avuto un debole per il vintage. Dopo aver camminato parecchio, mi avvicinai di più alla torre Eiffel, mi ritrovai davanti un negozio enorme, "Tiffany & Co." c'era scritto sull'insegna. Non sarei dovuta entrare, mi fidavo di Harry, gli credevo e pure senza nemmeno accorgermene ero già entrata. Mi guardai intorno, senza sapere esattamente perché ero entrata, vidi dietro il bancone una signora anziana dai capelli biondo platino, sembrava piuttosto informa, camminai verso il bancone e prima che potessi chiedere qualcosa lo fece lei.
"Bonjour..."
"Uhm... non parlo bene francese!"
La interruppi subito, dato che non l'avrei capito. Mi sorrise prima di dire qualcos'altro.
"Oh, mi scusi... posso esserle d'aiuto?"
"Si, cioè... è una cosa stupida, però volevo sapere una cosa!"
Dissi piuttosto imbarazzata, ma quella signora mi sembrava piuttosto dolce e gentile, quindi mi feci coraggio per chiedere quello che volevo sapere.
"Mi dica!"
"Questa collana che ho al collo, è stata comprata qui?"
Chiesi, indicando la collana, tra le tre che avevo al collo, lei guardò la collana attentamente, prima di darmi una risposta.
"Oh, si... è della nostra collezione!"
Confermò poi sorridendo.
"Sono vere le pietre?"
"Ma certo, sono diamanti!"
Disse lei sicurissima, annuendo. La guardai confusa, passandomi una mano tra i capelli. Mi aveva mentito.
"C'è qualche problema? Non le piace? Io ero sicura che le sarebbe piaciuta..."
La guardai confusa, senza capire di cosa stesse parlando. Mi conosceva? Come poteva dire che mi sarebbe piaciuta?
"In che senso?"
"Il ragazzo che l'ha comprata... mi ha chiesto una mano, non te l'ha regalata un ragazzo alto, carino, capelli ricci, occhi verdi?"
Allora era stata lei ad aiutare Harry a scegliere, lo conosceva. Almeno di vista.
"Si è lui, e si, la collana mi piace tantissimo..."
Annuii, cercando di sorridere, perché era vero, la collana mi piaceva... come poteva non piacermi?
"Ne sono felice... Lui ci teneva molto, in effetti non è da tutti spendere quasi ventotto mila euro per un compleanno e..."
"Come?"
La interruppi sgranando gli occhi e dischiudendo la bocca per la sorpresa. La signora sembrò sorpresa da quella reazione.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"Quanto costa questa collana?"
Chiesi, sperando di aver capito male, o almeno che ci fosse un'altra spiegazione.
"27.500 euro."
"Okay... grazie!"
Dissi semplicemente, uscendo fuori. Ero a dir poco sconvolta, come poteva aver speso tanto? Era una cosa folle, una cosa folle che avesse tutti quei soldi. Cece aveva ragione, mi nascondeva qualcosa, non potevo farci niente, era così. Camminai distratta da quei pensieri e che per poco non venni investita da uno stupido in bicicletta, ma sterzò giusto in tempo e finì per terra.
"Ma perché non guardi dove vai, idiota?!"
Gli urlai contro, ritornando alla realtà. Lui si alzò un po' dolorante e mi accorsi di conoscerlo.
"Maxim..."
Dissi annoiata, mentre lui mi sorrise, nonostante lo avessi praticamente aggredito per una cosa per cui non aveva colpe.
"Scusami... andavo un po' troppo veloce!"
"Non importa!"
Dissi io, camminando fino ad una panchina lì vicino e sedendomi, fissando un punto vuoto.
"Va tutto bene?"
Mi chiese lui, venendosi a sedere affianco a me.
"E' tutto così strano... prima i lividi, poi questa cosa dei soldi e io non sto capendo niente!"
Lui mi guardò confuso, dato che non mi ero spiegata bene, ma in effetti non volevo fargli capire che c'erano problemi.
"Lividi... soldi... che stai dicendo?"
"Oh, niente... ieri ho visto Harry pieno di lividi e lui mi ha detto che era per il football e non gli ho creduto, poi ho visto gli stessi lividi su Alexis e Daniel e Alexis mi ha confermato anche lui che era per il football, quindi dovrei fidarmi, no?"
Lui mi guardò ancora più confuso, passandosi una mano tra i capelli, cercando di capire qualcosa.
"Non so cosa tu stai dicendo... però, Alexis gioca a calcio, non a football!"
Lo guardai più confusa di prima, rivolgendogli uno sguardo arrabbiato. Era come se avessi l'impressione che sapesse più di quanto dicesse, ma che teneva le cose per lui, almeno fino a quando faceva comodo a sé e questo m'infastidiva.
"Devo andare!"
Esclamai infastidita, iniziando ad allontanarmi da lui. Camminai fino all'hotel e risalii in camera, provando le cose che avevo comprato. Per tutto il tempo non avevo fatto altro che pensare ad Harry e a quello che mi stava nascondendo. Non capivo cosa stava succedendo, ma stasera l'avrei affrontato.
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Everything Has Changed.
FanfictionVORREI PREMETTERE CHE QUESTA FAN FICTION NON E 'MIA! IL NOME DELL'AUTRICE E ': TAYSPEGICORN GRAZIE MILLE E BUONA LETTURA