JAMIE'S POV.
Quando tornai a casa non c'era nessuno, e questa volta controllai per bene per non trovare altre sorprese. Iniziai a sistemare i miei vestiti nell'armadio, mentre pensavo al fatto che sarei dovuta restare a casa mia ora. Dopo un'oretta circa sentii la porta di casa aprirsi, controllai l'ora. Doveva essere mia madre, dato che lei tornava da lavoro a quell'ora, scesi lentamente le scale e la salutai.
"Ciao, mamma..."
Quando mi vide, sgranò gli occhi e mi corse in contro per abbracciarmi. La strinsi forte anch'io. Da quando ero andata via non avevo affrontato mia madre, ma sapevo che non si sarebbe arrabbiata, lei non era come mio padre.
"Piccola, come stai? Dio mio, cos'è successo? Raccontami tutto..."
Disse con un tono preoccupato riempendomi di domande. Mi portò verso la cucina e mi sedetti sullo sgabello vicino al bancone della cucina, mentre lei iniziò a cucinare.
"Mamma, io sto benissimo, non sono mai stata meglio... sono stata con Harry, ma a papà non ha fatto piacere, da quanto ho visto!"
Si girò verso di me, poggiandosi al lato opposto del bancone con i gomiti.
"Si, lo so... e come sono andate le cose?"
"Bene! Io e Harry stiamo insieme..."
"Sai che mi è sempre piaciuto Harry, tesoro... però sei sicura di questa cosa?"
Abbozzò un leggero sorriso, ma potevo notare la preoccupazione nel suo tono di voce.
"Mamma, io lo amo! Sono sicura di questo..."
Mi sorrise e allungò una mano verso di me, accarezzandomi dolcemente la guancia.
"E' solo che non voglio che tu possa rimanere ferita, piccola."
"Non succederà, le cose stanno andando bene, credimi!"
Le sorrisi e poi scesi dallo sgabello, per salire di sopra. Non volevo continuare a parlarne ancora, mi dava fastidio il fatto che tutti dubitassero di Harry. Tornai in camera mia e misi a caricare il cellulare, volevo parlare con Harry, ma avrei dovuto aspettare si caricasse, dato che era scarico a tal punto da non accendersi e non me n'ero nemmeno accorta. Nel frattempo mi misi sul letto a ripassare storia, sarei dovuta tornare a scuola e quindi dovevo riprendere a studiare. Dopo un po' sentii dal piano di sotto il campanello e poi la voce di mia madre salutare qualcuno. Sperai fosse Harry, così mi alzai dal letto e aprii la porta di camera mia per esserne sicura, vidi la figura di Harry salire lungo le scale e venire verso camera mia. Gli sorrisi e lui ricambiò il mio sorriso debolmente.
"Ciao!"
Gli dissi, stendendo le braccia sul suo collo, baciandolo. Lui ricambiò il mio bacio e poi andò a sedersi sul mio letto. Sembrava strano, era nervoso.
"Va tutto bene?"
Chiesi, camminando verso il letto, ma senza sedermi.
"Si, certo! Uhm... domani c'è la partita..."
"Si, lo so che non posso venire... qu"
Prima che potessi continuare, mi bloccò dicendo velocemente: "No! Oggi ho parlato con il mister, gli ho spiegato come stanno le cose... ha detto che va bene."
Il suo tono non sembrava così entusiasta come sarebbe dovuto essere. Sorrisi e mi sedetti sulle sue gambe, abbracciandolo.
"Quindi, posso venire alla partita domani?"
Gli chiesi, mentre lo tenevo ancora stretto a me, lui sembrò titubante, stranamente e lo sentì prendere un lungo respiro.
"Si... vorrei che tu venissi!"
Mi liberai da quell'abbraccio, per guardare il suo viso, non sembrava tanto felice di questa cosa, e non capivo il perché.
"Harry, sei sicuro che vada tutto bene? Perché se vuoi che non venga, non è un problema, capisco che non vuoi avere problemi con il mister..."
"No! I-io voglio che tu venga, è apposto col mister, sul serio..."
"Bene! Allora andrà tutto bene, no?"
Chiesi, cercando una sua approvazione. Dopo quello che aveva detto il suo sguardo era perso nel vuoto. Lo scossi leggermente, tirandogli la maglietta.
"Uhm.. come? Ah, si... tutto bene!"
Sorrise leggermente e mi baciò.
"Perfetto... vuoi andare da qualche parte?"
Gli chiesi, guardandolo. Non mi andava di stare a casa mia, soprattutto ora che sarebbe tornato mio padre, forse era preoccupato per questo.
"Uhm, no! Devo andare... ho l'appuntamento dal dentista."
Mi disse e poi mi fece poggiare sul letto e si alzò.
"Dal dentista?"
Chiesi, alzando un sopracciglio. Lui annuì, sicuro.
"Okay..."
Dissi, incrociando le gambe sul letto, lui mi sorrise prima di uscire. Sentii i suoi passi lungo le scale e poi lo sentii salutare mia madre e andare via. Tornai al libro di storia, cercando di memorizzare quello su cui la professoressa avrebbe interrogato il giorno dopo.
Erano le 18.45, e non volevo più saperne di storia. Chiusi il libro e lo lasciai sul letto, mi alzai e scesi di sotto, avvisando mia madre che sarei andata a fare due passi. Camminai e passai vicino la casa di Harry, la sua macchina non c'era, forse era ancora dal dentista... decisi di fare un salto al centro commerciale. Volevo un libro da leggere, uno che mi piacesse sul serio. Quando entrai in libreria, notai che il commesso per cui Harry si era arrabbiato non c'era, e questo mi fece tirare un sospiro di sollievo, non volevo che pensasse che andassi lì per lui. Andai nella sezione sui libri fantasy della libreria, era il genere che preferivo. Iniziai a guardarmi intorno, leggendo la trama dei libri che mi attraevano di più dalla copertina, quando qualcuno mi sbatté contro. Mi girai, pronta per mandare a fanculo la persona che mi era finita addosso, ma poi mi trovai difronte un ragazzo da dei bellissimi occhi azzurri.
"Mi dispiace, sono inciampato nella moquette..."
Mi disse ridendo, e fece ridere anche a me il tono di voce con cui lo disse.
"No, non fa niente!"
Gli dissi sorridendo. Era un ragazzo dai capelli castani chiaro, non era molto alto, però era carino.
"Ah, io sono Louis!"
Mi stese la mano, aspettando che la stringessi. Lo feci e gli sorrisi, dicendo: "Jamie!"
"Non ti ho mai visto da queste parti..."
Ammisi, guardandolo. Lui mi sorrise e mi spiegò.
"Si, perché sono nuovo! Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Washington da circa... due ore! Volevo trovare un posto vicino a casa mia dove poter trovare dei libri, mi piace leggere!"
"Oh, anche a me! Ah, comunque benvenuto a Boston, allora..."
Gli dissi sorridendo, prendendo un libro a caso dallo scaffale.
"Grazie... sei in effetti la prima persona che ho conosciuto in due ore che sono qui!"
Ammise ridendo, mentre iniziò anche lui a cercare un libro. Sembrò concentrato su uno, lo prese e sorrise soddisfatto.
"Penso che prenderò questo!"
Guardai il libro che aveva in mano, era Beautiful Creatures.
"Oh, l'ho letto quel libro, il film è uscito al cinema in questi giorni, no? E' un buon libro!"
Dissi sorridendo. Mentre lo vidi annuire, d'accordo con quello che avevo appena detto.
"Si, però ancora devo vederlo, penso ci andrò in questi giorni..."
Gli sorrisi e poi mi guardai intorno, dato che non avevo ancora trovato nessun libro che mi colpisse particolarmente.
"Posso consigliartene uno?"
Mi chiese, guardandomi. Aveva notato che ero ancora indecisa sulla scelta del mio libro.
"Certo!"
Dissi, guardandolo. Lui mi sorrise e poi camminò verso lo scaffale di un'altra sezione della libreria e tornò da me con un libro dalla copertina verde in mano. Me lo diede e lo guardai per vedere il titolo.
"Noi siamo infinito!"
Lo lessi ad alta voce e sorrisi. Avevo sentito dire che il film era molto bello, quindi mi sembrò una buona idea, se mi sarebbe piaciuto il libro, avrei anche potuto andare a vedere il film.
"Okay, e questo sia! Andiamo alla cassa?"
Lo vidi annuire, iniziando a camminare insieme verso la cassa. Pagò prima lui il suo libro e poi io pagai il mio.
"Ti va di farmi vedere dove posso prendere un frappè? In cambio te ne offro uno..."
"Non ce n'è bisogno, ti avrei detto lo stesso di si..."
Ammisi ridendo, e insieme iniziammo a camminare verso una gelateria del centro commerciale che faceva anche i frappè, era un ragazzo divertente, mi faceva ridere molto. Lungo la strada parlammo di libri e di film e tra gli argomenti riusciva sempre a tirar fuori qualcosa di divertente. Arrivammo in gelateria e iniziammo a fare la fila per i frappè.
"Allora... ti manca Washington?"
"Si, certo... mi mancano i miei amici, però ora che conosco te, Boston mi fa meno schifo di quanto me ne facesse all'inizio!"
Disse ridendo e risi anch'io.
"Oh, che gran consolazione!"
Lo feci ridere e subito dopo la gelataia ci avvisò che i nostri frappè erano pronti e ce li diede. Io l'avevo ordinato al cioccolato e lui alla fragola. Presi il mio, iniziandolo a bere, vidi lui fare lo stesso, mentre mi raccontava di quello che faceva lì. Sembrava interessante, aveva una media abbastanza alta e preferiva la lettura allo sport. Quanti ragazzi come lui potevi trovare da queste parti? Ci sedemmo su un tavolino fuori alla gelateria, mentre continuavamo a bere il frappè. Chiacchierando mi guardai intorno, quando vidi Harry scendere le scale mobili del centro commerciale insieme a suo fratello. Sembrava annoiato, sbuffava parlando col fratello tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni. Quando scese la scale, vidi che si era accorto di me.
"Uhm, torno subito, Lou!"
Lo avvisai, prima di alzarmi, camminando verso Harry, che si allontanò dal fratello e venne verso di me, sembrava arrabbiato, e questo non mi stupiva affatto.
"Hey..."
Gli dissi, quando eravamo abbastanza vicini. Ma lui non sembrò molto interessato a salutarmi.
"Chi cazzo è quello?"
Chiese arrabbiato, e io capii subito che si stava riferendo a Louis.
"E' un amico... l'ho conosciuto oggi, è nuovo in città e mi ha chiesto dove poteva prendere un frappè, Harry!"
Era ancora teso e arrabbiato, mentre il suo sguardo era fermo su Louis, che dato che era di spalle, non potevo sapere se ci stava guardando o no.
"Tu non dovevi essere dal dentista?"
"Si, sono andato con mio fratello e mi ha chiesto di accompagnarlo qui per comprare della roba..."
Disse, riportando finalmente lo sguardo su di me. Annuii, per fargli comprendere che avevo capito. Prima che potessi dire qualcosa altro o che potesse lui, sentii la voce di Louis alle mie spalle.
"Jamie, ti ho riportato il telefono, stava squillando..."
Mi voltai e presi il mio telefono, sorridendo a Louis. Sembrava piuttosto a disagio dalla presenza di Harry, e lo capivo benissimo.
"Grazie, Lou!"
"Lou?"
Chiese Harry infastidito, dato che aveva capito che avevo usato un diminutivo del suo nome. Sbuffai silenziosamente, guardandolo.
"Che problema hai?"
Chiese Louis riferendosi ad Harry, con quello stesso tono di voce infastidito.
"Tu sei il problema!"
Disse Harry, arrabbiato, avanzando pericolosamente verso Louis, prima che potesse avvicinarsi ancora, mi misi tra i due, facendo fermare Harry.
"Smettila!"
Sgridai Harry, poggiandogli le mani sul petto, cercando di tenerlo lontano da Louis. Non volevo che gli facesse male, Louis non aveva fatto niente di male, era simpatico.
"Io devo tornare a casa, mia madre mi ha chiamato... ci vediamo domani a scuola?"
Chiesi riferendomi ad Harry, che annuì e sembrò più calmo. Poi mi girai verso Louis, per salutarlo.
"Louis, è stato un piacere..."
Gli dissi sorridendo e lui fece lo stesso. Subito dopo che Harry vide che l'avevo salutato, iniziò a camminare per tornare dal fratello e anche Louis camminò nel lato opposto. Mi dispiaceva essere stata così fredda nei confronti di Louis, ma non volevo che Harry mi vedesse dargli il mio numero, avrebbe potuto fraintendere. Quando tornai a casa c'era mio padre, non disse niente, però sembrò più sollevato di vedermi. Mangiammo e poi tornai in camera mia. Dopo il centro commerciale non avevo sentito Harry, forse era arrabbiato. Andai a dormire con quel brutto pensiero per la testa.
Il giorno dopo la sveglia del cellulare mi fece sobbalzare. Dopo due giorni senza scuola, ora dovevo svegliarmi presto di nuovo. Feci una doccia veloce e misi un pantalone nero e stretto, una maglione sempre nero con i pois bianchi e le dr. Martens bordeaux per staccare. Lasciai i capelli sciolti e presi la borsa per andare a scuola. Arrivai in orario e così mi fermai all'armadietto sperando di vedere Harry, ma non c'era. Aspettai un altro po', ma alla fine decisi di andare in classe, dato che si stava facendo tardi. La giornata passò in modo piuttosto noioso, non vidi Harry da nessuna parte e in più fui costretta a rimettermi in pari con i compiti dato le assenze che avevo fatto. Dopo la scuola ci sarebbe stata la partita. La maggior parte delle persone, si erano già dirette al campo, emozionati per la prima partita di campionato, io non ci sarei nemmeno andata se Harry non era in squadra. Posai le cose nell'armadietto e poi mi avviai verso il campo.
"Jamie?"
Sentii una voce familiare chiamare il mio nome, mi voltai e vedi Louis che era sorpreso di vedermi. Gli sorrisi e gli corsi incontro.
"Hey... che ci fai qui?"
"E' il mio primo giorno di scuola..."
"Non sapevo andassimo a scuola insieme, meglio così..."
Dissi sorridendo, e lo fece anche Louis, ma poi il suo sorriso scomparve.
"Non credo che farà molto piacere al tuo ragazzo..."
"Già, è un po' geloso..."
"Un po'?"
Risi, cercando di evitare di rispondere.
"Vai anche tu alla partita?"
"Non m'interessa lo sport, te l'ho detto..."
"Giusto! Io devo andarci..."
Scrollai le spalle, sorridendo.
"Perché?"
"Uhm... il mio ragazzo è in squadra!"
Sembrò sorpreso a quelle parole, dato che per quanto gli avevo detto non sembravo il tipo di ragazza che uscisse con un giocatore di football.
"Wow... sei una cheerleader?"
"No! Se lo ero a quest'ora ero in campo con quelle divise ridicole a saltellare, no?"
Lo feci ridere e lo vidi annuire.
"Comunque devo andare, sta iniziando..."
Gli dissi sorridendo e lo vidi annuire ancora una volta. Dopo averlo salutato, camminai verso il campo e presi posto sugli spalti. La partita era già iniziata, Harry si accorse subito della mia presenza e mi guardò in modo strano, sembrava giù di morale. Forse era ancora arrabbiato e forse non sarei dovuta andare. La partita procedette bene, la squadra della nostra scuola fu in testa per tutta la partita, Harry fece parecchi touchdown e il mister sembrava contento.
HARRY'S POV.
La partita era finita. Vidi il mister guardarmi e capivo benissimo dal suo sguardo che stava aspettando che facessi quello che aveva detto. Dopo la fine della partita, tutti iniziarono a scendere nel campo per festeggiare e tra la folla vidi Jamie camminare verso di me.
"Hey..."
Disse sottovoce, forse pensava che fossi ancora arrabbiato per il fatto di quell'idiota. Vidi che quando si avvicinò a me tutti ci stavano guardando compreso il mister, era arrivato il momento.
"Che vuoi?"
Dissi, senza sapere cos'avrei dovuto dire. Non sapevo come ferirla, e nemmeno volevo.
"Uhm, niente! Volevo dirti che sei stato bravo..."
Era confusa, evidentemente non capiva perché le avevo risposto così, però dovevo farlo.
"Lo so, non serve che me lo dica tu! Ci hanno già pensato tutte queste bellissime cheerleader!"
La vidi guardarmi confusa. Dischiuse leggermente la bocca senza sapere cosa dire. Abbassò lo sguardo e disse sottovoce: "E' per Louis?"
No, cazzo. Non era per Louis! Mi stava uccidendo vederla così.
"No, non m'interessa niente di quello sfigato! E sai cosa non capisco? Perché sto sprecando il mio tempo con te, quando posso avere tutte le ragazze che voglio..."
Risi leggermente, cercando di non guardarla. Non ce l'avrei fatta. Spostai il mio sguardo altrove, aspettando una risposta da lei, mentre tutti continuavano a fissarci senza dire niente.
"Harry, vuoi sapere una cosa? Ancora devo capire perché tutte queste ragazze darebbero un braccio per passare la notte con te. Non sei così bravo!"
Mi disse la bellissima ragazza bionda, mantenendo i suoi occhi fissi nei miei.
"Ah, si? Però eri tu quella che urlava come una cagna!"
Quelle parole scivolarono via dalla mia bocca troppo in fretta per darmi il tempo di pensare. E quando mi accorsi quello che avevo detto davanti a tutte quelle persone era troppo tardi. Tornai al viso di Jamie, e vidi i suoi occhi blu diventare più profondi del solito, per le lacrime che iniziarono a cadere dai suoi occhi. L'avevo ferita ancora una volta. L'avevo sputtanata davanti a tutti. Era la sua prima volta ed era stata una cosa importante. Vidi Jamie abbassare lo sguardo, mentre continuava a piangere in silenzio. Con una sola frase, ero riuscito a fare quello che mi aveva detto il mister, che ora stava sorridendo divertito.
"Vattene!"
Dissi, serrando i denti. Non ci pensò due volte e iniziò a camminare, facendosi spazio tra le persone. Quando se ne andò, tutti ricominciarono i festeggiamenti per la nostra vittoria. Il mister mi diede una pacca sulla spalla, sorridendomi. Quando vidi che andò a festeggiare anche lui, camminai verso lo spogliatoio, mi misi seduto in un angolo con la testa tra le mani. Le lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guance. L'avevo persa. Sentivo come un vuoto nel cuore, tipo un buco. Mi bruciava il petto e in più ero per terra a singhiozzare come un bambino.
JAMIE'S POV.
Corsi il più veloce possibile, per allontanarmi da quel posto. Le lacrime che stavano scendendo dai miei occhi sembravano non aver fine. Il mio respiro era affannato, mentre cercavo di calmarmi, mi accasciai in un angolo del corridoio vuoto della scuola.
"Jamie?"
Alzai lo sguardo e vidi Louis che mi guardava preoccupato, mi alzai da terra e mi buttai tra le sue braccia, stringendolo forte, continuando a piangere. Mi accarezzò la schiena per farmi calmare, e mi piaceva perché non voleva sapere nemmeno il perché, era semplicemente lì a sostenermi e mi conosceva da circa un giorno. Continuai a piangere, senza dire niente. Non ne avevo la forza.
"Puoi portarmi a casa?"
Gli chiesi, singhiozzando, mentre continuavo a piangere. Lui annuì e ci alzammo, iniziando a camminare verso l'uscita. Salii in macchina con lui, per tutto il viaggio nessuno dei due disse una parola. Gli spiegai solo dove abitavo, lui mi accompagnò e si fermò davanti casa mia.
"Grazie..."
Gli dissi prima di scendere dalla macchina. Lui mi sorrise e mi salutò. Quando arrivai a casa i miei genitori non c'erano e ne fui sollevata. Corsi in camera e mi buttai sul letto, nascondendo il volto nel cuscino, mentre continuavo a piangere senza freno. Iniziai ad urlare nel cuscino, in modo che nessuno potesse sentirmi. Mi alzai dal letto subito dopo e iniziai a prendere dei libri dalla libreria lanciandoli contro il muro, piangendo. In uno strano modo mi aiutava a scaricare la rabbia, in quel momento avrei tirato contro il muro qualunque cosa. Mi sentivo una stupida. Avevo creduto ad un ragazzo che voleva solo mia verginità. Mi ero innamorata di lui, ero andata contro i miei genitori per lui. Come poteva una persona essere così cattiva? Dove aveva trovato il coraggio d'ingannarmi in quel modo? Mi accasciai a terra, contro il muro. Potevo vedermi nello specchio difronte a me. Ero orribile, odiavo me stessa per aver creduto fino a quel punto un ragazzo, odiavo me stessa per non aver obbedito a mio padre e odiavo me stessa per essermi innamorata di lui. Rimasi lì a terra, cercando di riprendere fiato. Portai una mano sul bordo della mia maglietta e l'alzai. Iniziai a passare l'indice sul tatuaggio, guardando un punto vuoto della stanza. Presi la mia spazzola dalla scrivania e la lanciai sullo specchio contro la mia figura riflessa. Lo specchio si ruppe in mille pezzi che saltarono per la stanza. Chiusi gli occhi spaventata da quel gesto che avevo appena fatto. Guardai il pavimento davanti a me, pieno di pezzi di vetro. Allungai il braccio verso un pezzo di vetro, sembrava il più appuntito tra tutti. Lo presi tra le mani, riflettendo bene su quel gesto che ero sul punto di fare.
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Everything Has Changed.
FanfictionVORREI PREMETTERE CHE QUESTA FAN FICTION NON E 'MIA! IL NOME DELL'AUTRICE E ': TAYSPEGICORN GRAZIE MILLE E BUONA LETTURA