capitolo 24

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"Dammi solo un po' di tempo..."

Gli dissi, poggiando una mano sul suo petto. Lo vidi annuire dolcemente e poi mi sorrise. Prima che potesse attaccare di nuovo le sue labbra alle mie il mio cellulare squillò. Mi alzai per rispondere e quando vidi il nome di Anne sul display mi allontanai leggermente.

"Anne, va tutto bene?"

Chiesi leggermente preoccupata, dato che era strano che mi chiamasse.

"Si, diciamo di si. E' solo che Harry ti vuole qui..."

"Ora arrivo, Anne!"

La rassicurai e poi chiusi la telefonata. Mi girai verso Zayn che si era alzato e mi guardava ridendo nervosamente.

"Se ne sta approfittando, Jamie!"

"Tra poco starà bene e le cose torneranno normale, vedrai..."

Gli sorrisi e gli presi la mano.

HARRY'S POV.

Sapevo che Jamie era arrabbiata, soprattutto dopo quello che mi aveva detto prima di andare via. Non vedevo l'ora di poter uscire da quel cazzo di ospedale, non sopportavo più dover star fermo sul quel cazzo di letto. La porta di camera mia si spalancò e vidi entrare Jamie, la guardai con attenzione, aveva gli stessi jeans e lo stesso maglione rosso di prima, però ora aveva una giacca che non era decisamente la sua, era anche di due taglie più grandi, anzi era maschile. Notai che aveva un borsone in mano, forse per rimanere qui e poi aveva i capelli legati disordinatamente.

"Di chi è quella giacca?"

Chiesi, digrignando la mascella. Si accorse subito che ero nervoso e mi sembrava normale, anzi, non più... infondo non stavamo più insieme.

"E' di Zayn, siamo andati al cinema!"

"Perché?"

Fu la prima cosa ragionevole che trovai da dire.

"Perché? Non c'è un perché! So solo che lui non mi farebbe male."

"Stai con lui?"

Chiesi, avendo paura della risposta. Sentivo che il cuore mi sarebbe potuto saltare fuori dal petto da un momento all'altro.

"No... ma voglio provarci!"

Quelle parole mi fecero dannatamente male. Non potevo crederci. Non potevo credere che lei potesse stare con qualcuno che non fossi io, non ci riuscivo. Il mio respirò divenne affannato, anche se cercavo di restare calmo, ma non stava funzionando. Iniziai a piangere, non riuscivo a fermarmi. Portai uno sguardo su di lei, che mi stava guardando con la bocca dischiusa, forse si era pentita di avermelo detto in ospedale, quando stavo già male.

"La sai una cosa? Sarebbe stato meglio morire in quella fottuta macchina, così ti saresti potuta risparmiare il disturbo nel dirmelo!"

Urlai, mentre mi asciugai le lacrime che erano scese lungo il mio viso. Mi rivolse uno sguardo arrabbiato e mi tirò uno schiaffo in piena faccia che mi fece più male del solito, per tutti i lividi che erano già presenti sul mio viso.

"Come puoi dire una cosa del genere?"

Mi chiese trattenendo le lacrime, ma avrebbe pianto da un momento all'altro, potevo vedere gli occhi lucidi. Mi voltai per non guardarla, facendo in modo che nemmeno lei potesse guardare il mio viso e poi vidi che camminò verso il divano stendendosi lì.

***


"Harry, sveglia, andiamo!"

Sentii la voce di mia madre cercare di farmi alzare, aprii gli occhi e la guardai con aria assonnata.

"Che c'è?"

"Puoi tornare a casa, te la senti?"

Annuii e gli sorrisi. Spostai lo sguardo sul divano e vidi che Jamie stava ancora dormendo. Mia madre mi lasciò i vestiti sul letto e mi disse che sarebbe andata a prendere la macchina. Subito dopo vidi entrare un'infermiera che mi tolse i fili a cui ero collegato per permettermi di alzarmi, subito dopo andò via. Mi alzai e sentii tutti i muscoli doloranti. Era una tortura. Non mi sarei riuscito a vestire, però se l'avessi detto a mia madre lei non mi avrebbe fatto uscire.  Vidi Jamie svegliarsi e guardarmi confusa.

"Che stai facendo? Non dovresti alzarti!"

Disse lei, affiancandomi subito.

"Invece dovrei... devo uscire!"

La vidi arrossire, prima d'iniziare a parlare.

"Vuoi una mano?"

Annuii debolmente, senza guardarla. Mi serviva il suo aiuto, altrimenti l'avrei già mandata via. Si sedette sul letto per arrivare alla mia schiena e slacciarmi il camice da ospedale. Da sotto non avevo niente di niente, la vidi prendere i boxer dai miei vestiti e passarmeli, quando li presi si girò per permettermi d'infilarli. Quando lo feci la vidi rigirarsi e mi passò i pantaloni, che misi con un po' di fatica, poi mi aiutò ad infilare la maglia, alzai le braccia e lei me la infilò come una mamma fa con il proprio bambino, era imbarazzante. La vidi passarmi una mano tra i capelli per dare una sistemata ai miei ricci in disordine e non riuscii a fare a meno di guardarla e rimanere incantato in quei suoi occhioni blu. Prima che uno dei due potesse dire qualunque cosa vidi entrare mia madre che ci avvisò che potevamo andare. Jamie si allontanò subito e si avviò verso l'uscita, guardai male mia madre e poi camminai anch'io per salire in macchina. Arrivati a casa Jamie mi accompagnò in camera, dato che mia madre doveva lavorare. Mi sedetti sul letto ancora un po' dolorante.

"Non ne hai più di quella roba, vero?"

Chiese Jamie guardandosi intorno. Scossi la testa, sapendo benissimo a cosa si riferiva. Lei sembrò sollevata e infilò le mani in tasca.

"Ti ricordi cos'hai detto quella sera davanti a Louis e ai suoi amici?"

Jamie mi guardò chiedendosi dove volessi arrivare, probabilmente.

"Ne ho dette tante di cose..."

Mi alzai e camminai verso di lei per starle più vicino.

"Ho bisogno di lui, come il cuore ha bisogno del battito. Sono state queste le tue parole... sono cambiate così tanto le cose?"

La vidi guardarmi sorpresa del fatto che ricordassi perfettamente le sue parole, subito dopo abbassò lo sguardo e la sentii prendere un respiro profondo.

"Devo andare!"

Mi disse, rialzando lo sguardo, camminando a passo svelto verso la porta.

JAMIE'S POV.

Tornai a casa quasi correndo. Non riuscivo a stare così vicino ad Harry e pensai che la cosa giusta da fare in quel momento era quella di stagli lontano, era il modo migliore se volevo dimenticarlo. Quando fui finalmente in camera mia mi feci una doccia fredda per rimettere a posto le idee. Non sapevo davvero cosa fare, ero così confusa. Mi asciugai e mi vestii in fretta, quando uscii vidi mia madre che sistemava dei vestiti in camera mia, mi andai a sedere sul letto con le gambe incrociate, guardandola.

"Sai? Da bambina mi parlavi sempre di quello che ti succedeva... ora non lo fai più!"

Mi fece notare mia madre con una nota di tristezza nella sua voce. Aveva ragione, da piccola potevo dirgli tutto e mi capiva sempre, anche se era una cosa sbagliata. Ora invece non gli dicevo più niente della mia vita.

"Mamma, è solo che sono così confusa... non so che fare!"

"Vuoi parlarne?"

Mi chiese mia madre, sedendosi accanto a me. Io ci pensai su e poi annuii.

"Ci sono due ragazzi. Uno lo amo con tutta me stessa, ma mi ha fatto male più volte e ho paura che perdonandolo ancora nonostante lo ami, finirà per farmi male per la terza volta. E poi c'è quest'altro che vuole una chance, non gli importa se non ricambio il suo amore per adesso, ma è sicuro di farmi felice, il problema però è appunto che non provo niente per lui... non so che fare!"

Vidi mia madre riflettere su quello che aveva appena detto, poi mi guardò.

"Cosa prova per te il primo ragazzo, tesoro?"

"Mi ama, mamma... sono sicura di questo, però ho paura!"

Gli dissi, guardandola.

"Ti ricordi quando ti ho fatto vedere per la prima volta orgoglio e pregiudizio? Non riuscivi a capire come due persone si facessero a sposare per il denaro, ripetevi che due persone dovrebbero seguire il proprio cuore..."

La interruppi senza capire cosa c'entrasse ora.

"Qual è il punto?"

"Il punto è... pensi sul serio di poter essere felice con una persona per cui non provi nulla?"

Mi allungai verso di lei e la strinsi forte a me. Non credevo che mia madre riuscisse a capirmi ancora. Le dissi che dovevo andare a comprare delle cose, ma in realtà volevo parlare con Harry. Io amavo Harry, lui amava me e sapevo che mi sarei potuta fidare di lui, era stato un errore di cui non ricordava nulla e di cui non era nemmeno responsabile. Camminai fino a casa sua e presi le chiavi di scorta per aprire la porta. Sapevo che la madre non c'era e quindi se avrei bussato mi avrebbe dovuto aprire lui e non volevo farlo affaticare, non mi era sembrato così in forma dopo l'incidente. Salii le scale fino a camera sua.

"Harry, io c"

Mi bloccai immediatamente, quando vidi Harry a letto completamente nudo insieme a due ragazze, non serviva tanta immaginazione per capire quello che stavano facendo, che schifo. Quando Harry si accorse di me, cercò subito i suoi boxer, io nel frattempo iniziai a piangere e ridere nervosamente allo stesso tempo. Che stupida! Sul serio avevo pensato che provasse qualcosa di reale per me. Quando rialzai lo sguardo me lo ritrovai difronte, si era infilato i boxer, mentre quelle due ragazze erano ancora a letto.

"Vuoi sapere quello che ero venuta a dirti? Ero venuta a dirti che avevo sbagliato, che ci tenevi sul serio a me, che l'avevo capito... ma per fortuna mi hai impedito di fare questo sbaglio ancora una volta. Grazie, Harry!"

Gli dissi mettendo su un sorriso falso, mentre lui scuoteva la testa cercando qualcosa da dire.

"Ero arrabbiato!"

Mi urlò, cercando di fermarmi dall'andare via.

"A cosa darai la colpa la prossima volta? Questa volta non eri né ubriaco, né stafatto! E' colpa tua, Harry. Solo tua! Se mi amavi sul serio come hai sostenuto fino a poco fa non saresti stato qui a scopare quelle due troie e detto questo, con te ho chiuso!"

Gli urlai contro lasciandolo senza parole. Sapeva che avevo ragione e questo faceva malissimo. Uscii da camera sua correndo fuori, volevo solo allontanarmi il più possibile e non sapere più niente di lui, ero stanca. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma avevo deciso. Avevo deciso che mi sarei allontanata definitivamente da lui.

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