JAMIE'S POV.
Harry dormiva da un po', e in effetti era normale, erano le 4.16 di notte, io ero a letto affianco ad Harry e non facevo altro che pensare a tutto quello che era successo oggi. Quel bellissimo tatuaggio e le parole di Harry. Stavo così bene con lui, ero felice. Mentre continuavo a viaggiare tra i miei pensieri passavo la punta dell'indice sul mio tatuaggio. I miei genitori non mi avrebbero mai permesso di fare un tatuaggio, ma non m'importava. Mi girai di lato, per guardare il viso del bellissimo ragazzo accanto a me. Stava dormendo, sembrava un bambino, così calmo... come da sveglio non lo era mai stato.
Il giorno dopo sentii Harry che cercava di svegliarmi, chiamando dolcemente il mio nome. Spalancai gli occhi lentamente, stiracchiandomi. Mi ero addormentata alle cinque, era normale che mi svegliassi con così tanta difficoltà.
"Che ore sono?"
"Le 12.45"
Quando sentii la sua risposta, sobbalzai, alzandomi di scatto. Se aveva detto la verità avevamo perso ancora la scuola e questo non andava bene.
"Harry, la scuola!"
"Non volevo svegliarti... eri così carina!"
Disse con quella sua voce roca che rendeva maledettamente sexy ogni cosa che dicesse. Si avvicinò a me, cercando un bacio che non tardò ad arrivare.
"Harry... non dovremmo fare così tante assenze!"
Dissi lamentandomi, per poi uscire definitivamente dal letto. Mi misi davanti allo specchio guardando di nuovo il mio tatuaggio, non ne potevo fare a meno. Quando Harry mi vide, mi sorrise e mi strinse a lui da dietro, poggiandomi le mani sui fianchi e il mento sulla mia spalla.
"Ho avuto un'idea mentre dormivi..."
"Si? Che tipo d'idea?"
Gli chiesi curiosa, mentre continuavo a guardare il mio bellissimo tatuaggio riflesso nello specchio.
"I miei genitori hanno una casa per le vacanze in California e avevo pensato che potevamo passarci qualche giorno, che ne dici?"
Mi espose la sua idea, tenendomi stretta a lui e dovevo ammettere che mi sembrava un'idea grandiosa. Mi sarebbe piaciuto tanto, ma restava sempre il problema della scuola.
"Harry, hai dimenticato la scuola? E come farai con i tuoi allenamenti?"
Gli chiesi, girandomi verso di lui per guardarlo mentre gli parlavo.
"Ho chiamato il mister e gli ho detto che sono malato, già tutto sistemato! E per quanto riguarda la scuola non credo che qualche assenza conterà tanto se non ne faremo più..."
Il suo ottimismo mi metteva allegria. Rendeva tutte le cose così semplici e mi piaceva come cosa. E in più non avevo più un motivo per dirgli di no. Le cose sembravano perfette, non c'era niente che non andava e in più mi sarei liberata di mio padre per un po'.
"Va bene, prepara la valigia... io mi sa che passerò a casa per prendere qualche costume e dei vestiti puliti!"
"Vuoi che venga con te?"
Disse con un tono allarmato, probabilmente temeva che se sarei tornata a casa non mi avrebbero più fatto tornare da lui.
"Tranquillo... non c'è nessuno a casa a quest'ora!"
Lo vidi tranquillizzarsi, io risi e andai a vestirmi in bagno. Quando uscii Harry era alla presa con le valigie, cercando quello che doveva portare per il viaggio. Presi il mio borsone e dissi ad Harry che sarei tornata subito. Questa volta passai per la porta di casa dato che non c'era nessuno, salii velocemente in camera mia e presi una valigia più grande, ci misi alcuni vestiti e accessori, poi passai all'intimo e i pigiami... non sapevo davvero cosa portare. Io e Harry saremo stati da soli in una casa sulla spiaggia e probabilmente quella sarebbe stata un'occasione perfetta per la mia prima volta, volevo essere carina, anzi, no, volevo essere sexy. Misi in valigia molti completi intimi di pizzo e dei pigiamini che non lasciavano spazio all'immaginazione, erano cose che non avrei mai indossato prima, ma per Harry l'avrei fatto ora. Poi mi ricordai dei costumi, andai a cercare le cose estive tirando giù i costumi, ne presi alcuni, poi ne vidi uno che mi aveva regalato mia madre a fascia verde acqua, amavo quel costume, non solo era del mio colore preferito, ma anche il modello mi piaceva tanto. Decisi di provarlo, per vedere se mi andava ancora. Mi cambiai velocemente e poi mi guardai allo specchio con il costume addosso. Prima che potessi accorgermene, vidi la porta di camera mia spalancarsi, sulla soglia c'era mio padre.
"Sei tornata?"
"Si, ma sto per andarmene di nuovo..."
"Tu non ti muovi di qui, ragazzina!"
Disse lui, arrabbiandosi. Il mio tono era strafottente, non m'importava più di quello che pensava o mi ordinava, non l'avrei più obbedito. Decisi di non risponderlo, perché tanto sarei andata via in ogni caso. Mentre sistemavo la valigia, sentii mio padre urlarmi contro.
"Che diamine è quel coso?"
L'avevo capito subito che si riferiva al tatuaggio che ovviamente aveva visto, ed era meglio così. Volevo che sapesse che stavo facendo quello che volevo, che non obbedivo più ai suoi ordini, che stavo crescendo.
"E' un tatuaggio, papà! Lo sai benissimo che ne avevo sempre voluto uno."
"Non m'interessa niente di quello che vuoi o non vuoi, tu devi ascoltare i tuoi genitori e non un ragazzino pieno di tatuaggi che vede il football nel suo possibile futuro!"
Non ce la facevo più. Ero stanca! Stanca delle sue continue lamentele, le sue continue critiche e i suoi continui ordini.
"Basta! Non ce la faccio più! Tu non lo conosci, non sai niente di lui, non sai che è la persona più dolce del mondo, non sai che è l'unico che mi è vicino e non sai che è l'unico che è riuscito a farmi felice in ben diciassette anni e sono stanca delle tue continue disapprovazioni, puoi dire quello che vuoi, ma le cose non cambieranno, io starò con lui e non è colpa sua se mi sono allontanata dalla mia famiglia, la colpa è tua!"
Durante il mio discorso le lacrime erano iniziate a scendere lungo il mio viso e me ne accorsi solo quando avevo finito di parlare. Mio padre era rimasto con la bocca spalancata senza la minima idea di cosa dire. Senza aspettare una risposta, che sapevo non sarebbe arrivata andai in bagno a togliermi il costume e rivestirmi. Quando uscii mio padre non c'era più. Chiusi la valigia e senza chiedermi dove fosse scesi di sotto. Harry era nel vialetto a sistemare le cose in macchina. Mi ero assicurata che non ci fosse niente che poteva far capire ad Harry che avevo appena smesso di piangere, non volevo preoccuparlo, sembrava così felice della nostra "gita", quando mi vide mi venne incontro sorridendo, togliendomi la valigia da mano. La posò nel cofano e poi tornò verso di me.
"Sei pronta?"
"Certo, andiamo!"
Gli dissi sorridendo, lui mi prese per la mano, facendomi salire in macchina, si mise al volante e quando ci assicurammo di aver preso tutto partimmo. Per tutto il viaggio non facemmo altro che chiacchierare, ridere e cantare a squarciagola le canzoni che passavano per radio. Arrivammo alla casa estiva di Harry verso sera. Si fermò davanti ad una villa che affacciava sul mare. Bellissima era decisamente riduttivo. Scendemmo dalla macchina e mi incamminai verso l'entrata, mentre Harry prendeva le valigie dalla macchina. Mi feci dare le chiavi ed aprii per far entrare Harry che aveva le mani occupate per via delle valigie che stava portando. Quando fummo dentro Harry poggiò le valigie e si guardò intorno. C'era un'entrata spaziosa e delle scale che portavano al piano di sopra. Proseguimmo ed Harry mi mostrò tutta la casa, era decisamente soleggiata ed arredata molto bene. Poi passammo al piano di sopra, la stanza che conservò per ultima fu proprio la camera da letto, dove avremo dovuto dormire. C'era un balcone con la vista sul mare, il letto era molto grande, camminai per la stanza dandogli un'occhiata cercando di non fargli capire il mio imbarazzo, nonostante mi sembrava che anche lui fosse un po' imbarazzato.
"Non c'è niente da mangiare, però qui vicino c'è un ristorante... che ne dici di mangiare lì stasera?"
Mi chiese sorridendo, io annuii e lui mi sorrise ancora. Prima di andare, Harry salì le valigie in camera e poi finalmente uscimmo di casa. Andammo a piedi al ristorante, dato che era vicino. Il posto non era così affollato come immaginavo, ma infondo la gente lavorava e studiava ancora, era normale come cosa. Al ristorante, mangiammo tantissimo, c'erano tante cose buone e diverse dal solito, almeno per me. Quando finimmo mancava poco alla mezzanotte, tornammo a casa subito dopo. Era l'ora di andare a dormire, ed ero decisamente emozionata, ma allo stesso tempo avevo paura. Harry mi lasciò il bagno per cambiarmi, io presi alcune cose dalla valigia e poi mi chiusi in bagno. Non sapevo cosa mettere, così optai per la cosa che lasciava decisamente meno spazio all'immaginazione. Presi un reggiseno a balconcino di pizzo nero con i bordi rosa chiaro che si chiudeva davanti, poi cercai il pezzo di sotto tra il resto della roba, e notai che la parte di sotto era una brasiliana. Indossai entrambi, leggermente infastidita del fatto che la brasiliana mi coprisse così poco il sedere, ma forse era meglio così. Non ero abituata a portare cose del genere, ma con lui non avevo vergogna. Mi guardai allo specchio un ultima volta, prima di prendere un lungo respiro ed uscire. Notai che Harry era a letto, aveva solo i boxer come al solito. Quando mi vide, le sue labbra si dischiusero formando una "o" non disse niente, forse era ancora stupito. Lo raggiunsi a letto, lui non parlava e questo peggiorava la situazione, ero imbarazzata e non sapevo cosa fare. Per fermare quella situazione lo tirai a me, mettendogli le mani attorno al collo e lo baciai con foga. Lui ricambiava i miei baci, mentre teneva le mani sui miei fianchi. Lo tirai su di me, mentre mi stendevo, lui si poggiò su di me, ma sembrava insicuro, più di quanto non lo fossi io la prima volta prima che gli dicessi che ero vergine. Dato che la situazione non cambiava, la ribaltai, finendo io a cavalcioni su di lui. Potevo sentire la sua durissima erezione spingere contro la mia intimità, così mi strusciai contro il suo membro e lui si lasciò scappare un gemito. Feci scendere le mani sull'elastico dei suoi boxer, ma prima che potessi abbassarglieli lui mi allontanò subito, impedendomelo.
"Harry, qual è il problema?"
"Jamie, abbiamo tutto il tempo del mondo!"
Disse, pregandomi con lo sguardo di ascoltarlo, ma la verità era che non lo capivo. Non capivo perché volesse aspettare così tanto. Io lo volevo sul serio, ma forse la cosa non era reciproca.
"Io pensavo che fos"
Prima che potessi finire la mia frase, lui capì subito quello che voleva dire e mi fermò, dicendo: "No, Jamie... non ti ho portato qui per una scopata!"
Il suo tono era annoiato e dopo quelle parole, non sapevo proprio cosa rispondere. Restai in silenzio e mi girai di lato, dandogli le spalle, cercando di addormentarmi.
HARRY'S POV.
Quando vidi Jamie reagire male alle mie parole, ci rimasi male anch'io. Non volevo essere cattivo, era solo che volevo che la sua prima volta fosse speciale. Non volevo rovinare tutto, con le altre ragazze che avevo avuto non avevo mai aspettato e nessuna di quelle "relazioni" erano finite bene o durate a lungo. Volevo che con lei le cose andassero in modo diverso, che fosse qualcosa di speciale. Non avevo mai fatto qualcosa più difficile che resistergli. Quando l'avevo vista uscire dal bagno per poco non ero venuto nei boxer solo per quello che indossava. La guardai per un po', sembrava stesse dormendo, così decisi di fare lo stesso, mi stesi, cercando di addormentarmi. Avremo chiarito tutto domani.
Mi svegliai a pancia sotto, aprii lentamente gli occhi e subito notai che Jamie non era più a letto. Il balcone era aperto, facendo entrare in camera una leggera brezza, potevo sentire il rumore delle onde ed era un suono davvero rilassante. Mi alzai e mi affacciai al balcone. Sulla spiaggia che era quasi vuota vidi una ragazza bionda di spalle. Ero sicurissimo che fosse Jamie. Andai a mettermi il costume il più velocemente possibile e la raggiunsi sulla spiaggia. Senza dire nulla mi sedetti affianco a lei, sulla spiaggia. Indossava un costume color salmone, quando mi vide si portò le ginocchia al petto, poggiandoci il mento sopra.
"Jamie, mi dispiace per ieri..."
Non disse niente per un po', guardando il mare leggermente agitato. Dopo poco scosse la testa, forse nel senso che non importava.
"Harry, sono qui dalle sei di stamattina, e non ho fatto altro che cercare di capire... di cercare una ragione ai tuoi continui no e ti giuro che non capisco! So di non essere bella come le altre ragaz"
Non potevo proprio più permetterle di continuare. Non si rendeva nemmeno conto di quello che diceva. La fermai e dissi: "Tu sei perfetta e non te ne rendi nemmeno conto, Jamie."
"E allora qual è il problema?"
Mi chiese. Potevo sentire della disperazione nel suo tono di voce, voleva quella risposta che stava cercando da un po'.
"Voglio che sia speciale, voglio che con te sia diverso, perché ci tengo sul serio a te..."
Era la prima volta che dicevo una cosa del genere ad una ragazza. Ma con Jamie ogni cosa era diversa. Lei era diversa! I tratti del viso di Jamie, che prima erano preoccupati, si ammorbidirono subito. Stese le braccia verso di me e io la strinsi in un abbraccio. La tirai sulle mie gambe, stringendola ancora più vicino a me. Non potevo più fare a meno di lei.
JAMIE'S POV.
"Sei pronta, Jamie?"
La voce di Harry echeggiò dal piano di sotto. Avevamo deciso che stasera saremo andati al cinema. Ad Harry piacevano gli horror, a me no, però gli avevo detto che mi piacevano, volevo vedere qualcosa che piacesse anche a lui, quindi mi sarebbe andata bene qualsiasi cosa.
"Si, ora scendo!"
Gli urlai dal piano di sotto. Mi diedi un ultimo sguardo allo specchio, avevo messo un pantaloncino blu a vita alta e un maglioncino leggero dello stesso colore con i pois bianchi e delle ballerine rosse. Scesi le scale velocemente e lo trovai davanti alla porta ad aspettarmi, mi sorrise quando mi vide e prima di farmi uscire mi bloccò a lui per la vita, esigendo un bacio. Presi il suo viso tra le mani e lo baciai dolcemente. Mi prese per la mano e mi portò verso la macchina. Arrivammo al cinema dopo poco e iniziammo a fare la fila per i biglietti.
"Allora, che film hai scelto?"
Gli chiesi, mostrandomi curiosa. Ma in realtà ero più spaventata, che curiosa.
"Scream 4! I precedenti erano bellissimi..."
Mi disse sorridendo, io annuii fingendo di essere d'accordo con lui, ma in realtà anche se era così non potevo saperlo, io non avevo mai visto nessuno dei tre film prima di questo. Alla cassa c'era una ragazza sui 20 anni, o forse più grande, con dei seni molto prominenti e in più stava flirtando in modo spudorato con Harry. Ovviamente lui non ricambiò il suo flirt, anzi, sembrava annoiato da quelle attenzioni e di conseguenza la cassiera offesa. Quando finalmente ci riuscimmo a liberare da quella commessa che mi stava decisamente facendo saltare i nervi ci avviammo verso la sala per prendere i posti.
"Era carina quella commessa, no?"
Gli chiesi, per vedere cos'avrebbe risposto. Notai che rise leggermente e mi guardò.
"A quanto pare non sono l'unico ad essere geloso..."
"Idiota!"
Gli diedi una gomitata nello stomaco, ridendo. Subito dopo iniziò il film, presi un bel respiro e mi sistemai sulla poltrona. Il film iniziò subito con alcuni omicidi ed a commetterli era un tizio mascherato con un coltello che spaventata le persone chiamandole prima. Dovevo ammettere che non ci trovavo un gran senso, soprattutto quando per i primi due omicidi si scoprì che erano finti e che erano solo film dentro i film. Questo però non significava che non mi spaventata quel tizio mascherato. Quando il film arrivò a metà iniziò decisamente a spaventarmi di più, c'era sangue dappertutto e questo era agghiacciante. Fin dall'inizio Harry si accorse che avevo paura e di conseguenza capii che non era vero che mi piacevano i film horror e più avevo paura e più questo lo divertiva. Non faceva altro che contorcersi dalle risate ogni volta che mi coprivo gli occhi o sobbalzavo sulla poltrona del cinema.
"Harry, non è divertente!"
Gli dissi sottovoce, serrando i denti. Lui cercò di contenere le risate, ma non perché gli avessi detto di smettere, ma perché stava dando fastidio agli altri che stavano cercando di vedere il film.
"Lo è, credimi!"
Sbuffai, senza rispondere, mentre il film continuava con quegli omicidi violenti ed io mi coprivo gli occhi, causando l'ennesima risata di Harry, così feci scendere la mia mano sul membro di Harry. Questo gesto lo fece immediatamente smettere di ridere. Continuai a muovere la mano sul suo membro da sopra i jeans.
"Porca puttana, Jamie!"
Disse ansimando, cercando di fermarmi la mano. Io risi, liberandomi dalla sua stretta e rimettendo la mano sul bracciolo della poltrona. Finalmente, il film finì. Non ne potevo più di tutto quel sangue.
"E' stato stupido!"
Dissi, camminando con lui, all'uscita del cinema verso la macchina. La strada era buia, ma Harry teneva la mia mano.
"No, è stato uno dei più belli! Solo che tu eri spaventata e in più mi avevi detto che avevi guardato i primi tre film, quando non era vero."
Risi, guardandolo, dandogliela vinta. In effetti era vero, non avevo visto gli altri film e nel cinema ero terrorizzata. Mentre camminavamo verso la macchina vidi alcuni uomini venire verso di noi, strinsi più forte la mano di Harry, sperando si accorgesse quello che avevo visto. Gli uomini si facevano più vicino, erano tre ed erano decisamente più vecchi di Harry.
"Harry..."
Sussurrai spaventata, cercando di avvisarlo. Ma lui se n'era già accorto, infatti aveva aumentato il passo, tenendomi stretta la mano, cercando di arrivare alla macchina.
"Ricciolino, dove vai?"
Disse uno dei tre uomini, riferendosi ad Harry. Avevo paura, erano decisamente meglio dieci di quei film, piuttosto che quello che stava per succedere.
"Che cazzo vuoi?"
Era impossibile per Harry non rispondere alle provocazioni. Gli strattonai il braccio, per fargli capire che doveva smetterla. I tre uomini si erano avvicinati a noi, nel frattempo, bloccandoci la strada verso la macchina.
"Lo vedrai presto..."
L'uomo diede una spinta ad Harry, mi spaventai, portando una mano alla bocca. Harry non indietreggiò di molto, però le cose sarebbero potute peggiorare. Cos'aveva fatto Harry di male?
"Non voglio litigare!"
Disse Harry, cercando di mantenere la calma. Harry era molto forte, ma loro erano tre, erano ubriachi e per di più erano molto più grandi di età.
"Dovevi pensarci prima di provarci con la mia ragazza, bastardo!"
"Di che ragazza stai parlando?"
Disse Harry, aggrottando le sopracciglia senza capire di cosa stesse parlando quell'uomo.
"La cassiera del cinema, me l'ha detto quello che hai cercato di fare!"
Prima che Harry potesse avere il tempo di rispondere, il centrale che aveva parlato fino ad ora gli tirò un destro nello stomaco, facendo accasciare Harry.
"No!"
Urlai, ma prima che potessi continuare, uno dei tre mi mise una mano sulla bocca e con l'altra mi tenne ferma, mentre i due uomini continuarono a picchiare Harry, che era accasciato a terra. Mi sentivo impotente, sentivo che non potevo far niente per aiutarlo e questo mi stava uccidendo. I suoi gemiti di dolore mi stavano uccidendo. Iniziai a piangere, mentre cercavo di liberarmi dalla stretta di quell'uomo ma era inutile, era troppo più forte di me. Feci la prima cosa che mi venne in mente, morsi la sua mano e ne approfittai per urlare: "Lui non ha fatto niente, è stata quella troia della tua ragazza a provarci con lui, idiota!"
Alle mie parole vidi entrambi fermarsi e girarsi arrabbiati verso di me. Harry era a terra sanguinante, mentre cercava di prendere fiato dopo i molteplici colpi che aveva ricevuto. Sapevo che se avrei insultato la ragazza per cui aveva picchiato Harry lo avrebbe lasciato in pace e si sarebbero concentrati su di me. Era così strano, quando vidi che lasciarono in pace Harry tutta la paura che provavo era diminuita, invece ora che stavano per accanirsi contro di me non avevo paura, mi sentivo sollevata.
"Come hai detto?"
Chiese l'uomo, arrabbiato, cercando di assicurarsi di aver sentito bene, o forse voleva darmi una possibilità per cambiare quello che gli avevo detto.
"Ho detto che la tua ragazza è una troia!"
Scandii bene le parole, guardandolo disgustata. Lo vidi avvicinarsi ad un cassonetto della spazzatura, prendendo da terra una bottiglia di vetro. Sapevo benissimo quello che stava per fare, lo vidi rompere un pezzo della bottiglia, in modo che riuscisse ad usarla come arma contro di me. Chiusi gli occhi, rassegnandomi a quello che sarebbe successo, sentii il vetro rompersi, ma non contro di me. Riaprii subito gli occhi e vidi Harry davanti a me, che però si accasciò dopo poco. L'uomo che mi teneva stretta mollò la presa quando vide che gli altri due stavano andando via. Mi precipitai verso Harry, vidi i vetri della bottiglia a terra davanti a lui. Per poco non mi sentii male. Poggiai la mano sul suo stomaco, spaventata nel sapere se era sul serio come stavo pensando. Stava sanguinando. Si era messo davanti a me, per impedire alla bottiglia di colpirmi. Iniziai a singhiozzare, cercando il telefono per chiamare l'ambulanza. Quando lo feci, pregai di arrivare presto, spiegando quello che era successo. Harry respirava affannatamente, mentre aveva poggiato la testa sulle mie gambe. Non era ancora riuscito a dire niente e io non gli avevo chiesto niente, per non fargli sprecare aria. L'ambulanza arrivò dopo poco e caricò Harry dentro. M'impedirono di salire, dato che avrebbero dovuto soccorrere Harry in ambulanza, per non fargli perdere altro sangue, così mi feci dire dove lo stavano portando e presi la macchina di Harry per andare in ospedale. Quando arrivai, mi feci dire dove avevano portato Harry e corsi verso la camera che mi avevano indicato. Harry era seduto sul bordo del letto, aveva i jeans e la maglietta sporca di sangue. Sembrava stesse bene, gli avevano già medicato le ferite sul viso e ovviamente anche quella sulla pancia. Quando mi vide, mi sorrise ed io mi feci forza e gli andai incontro abbracciandolo forte. Scoppiai di nuovo a piangere tra le sue braccia.
"Hey, hey... piccola, tranquilla, sto bene!"
"Mi dispiace così tanto, Harry... volevo soltanto che ti lasciassero in pace, avevo paura!"
Dissi singhiozzando.
"Lo so, è tutto okay! Mi hanno solo messo un paio di punti..."
Scrollò le spalle e poi mi sorrise. Esaminai il suo viso attentamente, aveva le labbra gonfie, una ferita sul sopracciglio destro e un livido sullo zigomo sinistro. Mi feci coraggio e gli alzai la maglia. Aveva una garza sul centro dello stomaco e intorno dei lividi, causati probabilmente dai pugni ei calci che aveva ricevuto.
"Non fa male, credimi! Il dottore ha detto anche che possiamo tornare a casa!"
Mi sorrise, alzandomi dal letto e prendendomi la mano, iniziando a camminare verso l'uscita. Non dissi niente, continuai semplicemente a camminare, ma la verità era che stavo malissimo.
HARRY'S POV.
Per tutto il ritorno a casa non ci eravamo scambiati una parola. Sapevo che Jamie si sentiva in colpa e questa sensazione la stava uccidendo. Ma io non volevo che si sentisse in colpa, io stavo bene e l'avrei difesa ancora, senza nessun dubbio. Arrivammo in camera e così decisi di affrontare il fatto che non mi aveva ancora parlato. La tirai contro il muro, mettendomi davanti a lei.
"Smettila di sentirti in colpa!"
A quelle parole, vidi Jamie trattenere le lacrime, ma non fu sufficiente, infatti bagnarono il suo viso dopo poco, ancora una volta.
"Perché non hai reagito, Harry?"
Aveva capito! Si era accorta che non mi ero opposto alle azioni di quei due e probabilmente aveva anche capito il motivo.
"Jamie... se avessi reagito, se la sarebbero presi con te e..."
"Ma io l'avrei preferito! Sarei stata mille volte meglio di come sto ora..."
La vidi, dirmi con le lacrime agli occhi.
"E non pensi che lo stesso valga per me? Sarei morto se ti avessero fatto qualcosa!"
Mi strinse forte, e io feci lo stesso. Sentii il suo respiro tornare regolare tra le mie braccia. Non aveva intenzione di lasciami andare e in effetti nemmeno io.
"Ti amo!"
Quelle parole appena uscite dalla sua bocca mi fecero fermare il cuore in petto e subito dopo lo sentii iniziare a battere forte. Sciolsi il nostro abbraccio per guardarla, era la mia bellissima Jamie e aveva appena detto di amarmi, mi aveva dato la certezza che ricambiasse quel mio stesso sentimento che stavo cercando di nascondere da tempo.
"Ti amo anch'io, Jamie!"
Ed era così. Mi ero innamorato, ero innamorato di lei a tal punto che avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Sarei morto per lei.
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Everything Has Changed.
FanfictionVORREI PREMETTERE CHE QUESTA FAN FICTION NON E 'MIA! IL NOME DELL'AUTRICE E ': TAYSPEGICORN GRAZIE MILLE E BUONA LETTURA