JAMIE'S POV.
Erano passati tre mesi da quella disastrosa vacanza a Parigi. Tre mesi dall'ultima volta che avevo sentito quella voce roca rivolgersi a me. Tre mesi dall'ultima volta in cui avevo visto Harry Styles. Probabilmente era tornato dalla Francia da circa due mesi, ma io non potevo saperlo con certezza, da quando avevo lasciato Parigi, ero stata solo una settimana a Boston, avevo deciso di passare le vacanze a Miami con Cece e le sue amiche, quelle della discoteca. Volevo prendermi una pausa, staccare da tutto e tutti... allontanarmi. Allontanarmi da tutto quello che mi ricordava di lui, che mi ricordava di Harry Styles. Stando tre mesi lontana da casa, il ritorno a scuola non sarebbe stato così traumatico. Probabilmente saremmo tornati ad ignorare l'un l'altro, senza parlare tra di noi, se non per insultarci, era già successo. Tra due mesi, sarebbe iniziato l'ultimo anno di scuola, prima dell'università, sarebbe stato l'anno in cui tutti iniziano a decidere chi essere nel proprio futuro. Erano gli ultimi giorni che ci rimanevano di vacanza, a breve sarebbe iniziato un nuovo anno di scuola e solo l'idea mi metteva addosso un'ansia pazzesca. Questo nuovo anno mi spaventava. In tre mesi erano cambiate così tanto le cose, Cece e Katy, la ragazza dai capelli rossi della discoteca, finalmente erano riuscite a confessare l'una all'altra quello che provavano e poi c'ero io, che avevo decisamente portato a termine il mio intento, ero riuscita a stare lontana da Harry Styles. Non sapevo lui cos'avesse fatto in questi tre mesi di vacanze, me l'ero chiesto spesso e c'erano volte in cui la curiosità di chiamare Noah e chiederglielo o di chiamare lui avevano quasi vinto, ma alla fine mi ricordavo che ero stata io a volere tutto questo e lui non aveva fatto niente per riportare le cose come prima. Era giusto così.
"Amore..."
Delle braccia mi avvolsero da dietro, facendo combaciare il suo petto alla mia schiena, voltai il viso verso di lei e sorrisi. Le sue labbra lasciarono un leggero bacio sulle mie e poi si sedette al mio fianco, incrociando le gambe.
"Hai già fatto le valigie?"
Chiesi io, accorgendomi che mi ero persa in quei pensieri, senza finire di preparare la valigia, come stavo facendo. Ripresi a posare la mia roba, mentre lei annuì dal letto su cui era seduta.
"Mi mancherà questo posto... e mi mancherà tutto il tempo libero passato con te, ora ricomincerà la scuola, sarà un disastro!"
Ammise demoralizzata, per poi alzarsi e camminare verso di me, poggiando le sue labbra sulle mie, stavolta in un bacio più passionale.
"Alex... se continui così, non mi lascerai mai finire questa valigia!"
Dissi ridendo, separando le nostre labbra, tornando a fare la valigia. La sentii ridacchiare e poi sbuffare, iniziando ad aiutarmi a piegare i vestiti che erano riposti in modo disordinato nell'armadio.
HARRY'S POV.
"Certo, Melissa... tranquilla!"
Esclamai, mettendo su un ghigno, nonostante lei non potesse vederlo, dato che stavamo parlando al telefono.
"E' Marissa, non Melissa!"
"Ed io che ho detto?"
Esclamai sbuffando quando sentii quel suo tono infastidito dal mio sbaglio, ma la verità era che del suo nome non me ne poteva fregare di meno.
"Okay, lasciamo stare... quindi passi a prendermi stasera?"
Disse abbattuta, probabilmente essendosi accorta del fatto che non m'interessava come si chiamasse in realtà.
"Si, a stasera Melis... Marissa!"
Mi corressi immediatamente, per poi mettere giù il telefono, in modo da non dovermi sorbire un'altra ramanzina su quel cazzo di nome, ne avevo abbastanza. Mi lasciai andare sul letto, portando le mani dietro alla nuca, fissando un punto vuoto del soffitto. L'estate stava finendo e questa era stata un'estate decisamente stancante. Niente di diverso dalle altre, ma dato che dovevo dimenticare una certa persona avevo deciso di duplicare, a volte anche triplicare il numero di ragazze e mi era capitato parecchie volte di confondere i loro nomi o non ricordarli affatto. Le cose erano tornate normali, da tre mesi vivevo come se lei non fosse mai entrata a far parte della mia vita e questo non era tanto difficile, dato che non la vedevo da ben tre mesi. Quando tornai da Parigi fu la prima persona che andai a cercare, ma poi la madre mi spiegò che era andata in vacanza e così lasciai perdere, dato che sul cellulare non mi rispondeva da quando aveva lasciato Parigi. Questa sarebbe stata l'ultima sera che avrei passato a divertirmi, domani iniziava la scuola e l'ultimo anno non era di certo una passeggiata. Ero abbastanza agitato, sarei voluto restare a far niente per sempre, solo sesso, questa si che è vita. Restai a letto fino a poco prima dell'ora in cui sarei dovuto andare a prendere quella. Mi alzai, feci una doccia veloce e misi un pantalone nero attillato e una maglietta, sistemai i capelli all'indietro e uscii di casa. Controllai l'ora sul cellulare e notai che era più presto del previsto e io non ero mai in orario, quindi non era una cosa buona. Mi sedetti su uno scalino del portico di casa mia e mi accesi una sigaretta. Un mercedes attraversò il vialetto e si fermò poco dopo casa mia, notai che dal posto guida scese una ragazza non molto alta dai capelli scuri e in quel momento capii subito chi era e chi probabilmente sarebbe scesa dall'altro sportello. Mi nascosi dietro le ringhiere del portico, sperando che dato che ero seduto, non mi vedesse. Lei non era ancora scesa. Cece camminò verso il cofano e tirò fuori una valigia e fu a quel punto, che il mio cuore smise di battere, quando la bellissima ragazza dai capelli biondi la raggiunse per prendere la sua valigia. Era ancora bellissima. Indossava un vestitino bianco decisamente corto, tipo quelli che si usano sulla spiaggia, le sue gote erano arrossate, forse per colpa del sole e i suoi capelli erano ondulati e più lunghi di quanto ricordassi. Salutò Cece con un abbraccio e poi prese la sua valigia, iniziando a camminare verso casa. Vidi Cece andare via, non appena salì in macchina, mentre lei continuò a camminare verso casa con fatica, probabilmente per la valigia molto pesante. Morivo dalla voglia di alzarmi, correre verso di lei e stringerla forte tra le braccia supplicandola di non lasciami mai più, per dimostrarle quanto avessi bisogno di lei e di quanto fossi perso senza di lei. Non mi sarei mai ridotto a questo punto per una ragazza, ma Jamie non era una ragazza qualsiasi, l'avevo già fatto. Avevo lasciato che lei mi vedesse fragile, vulnerabile e non me n'ero mai preoccupato, sapevo quello che provavo per lei e nella nostra relazione non avevo mai avuto vergogna di dimostrarle una cosa del genere. Senza che potessi accorgermene o riflettere bene, ero a pochi metri da lei che non mi aveva visto, dato che stava camminando di spalle verso casa. Trattenni il respiro per un tempo che mi sembrò infinito, quando le mie dita vennero a contatto con la pelle del suo polso sottile, riuscii di nuovo a respirare. A quel tocco, si girò, chiedendosi che probabilmente l'aveva cercata. Quando si girò e mi vide, le sue labbra si dischiusero leggermente, facendomi capire quanto fosse sorpresa. Mi erano mancati così tanto quegli occhi blu. Ci fissammo per un attimo infinto, senza che nessuno dei due avesse il coraggio di dire qualcosa, ma poi finalmente mi decisi.
"Jamie..."
Sussurrai quasi, vedendo le sue labbra accennare un sorriso lieve.
"Hey..."
Disse semplicemente, accentuando quel sorriso e poi mi diede le spalle, riprendendo a camminare. Non si voltò più verso di me, il suo passo era più veloce, nonostante la valigia fosse pesante. Mi aveva lasciato lì, come uno stupido. Avevo buttato giù tutto il mio orgoglio e lei aveva totalmente ignorato quel gesto. Sentivo tipo un bruciore nel petto e sentivo che quel dolore mi avrebbe fatto piangere da un momento all'altro, ma non era la prima volta che piangevo quell'estate. Lo facevo ogni notte. Ogni notte che mi accorgevo che lei non era più lì e che l'avevo persa. Non ero mai stato così debole, non ero mai stato schifato così tanto di me stesso.***
"Harry, vieni a ballare o no?"
Si lamentò Melissa... Marissa ad alta voce cercando di superare il rimbombo assordante della musica. Dopo la decima volta che mi aveva posto la stessa domanda nell'arco di cinque minuti, scoppiai.
"Ti ho detto di no, porca troia! Non rompere il cazzo."
Le urlai contro, tirando giù un altro sorso del mio drink. Lei non osò dire nemmeno un'altra parola, rimase affianco a me con il capo chino, decisamente imbarazzata. Sentii una voce familiare chiedere qualcosa al barista. Mi voltai verso quella voce e notai che c'erano Cece e Jamie al bancone, insieme ad altre ragazze. Lei non mi vide ed io tenni lo sguardo su di lei, quando presero i drink si allontanarono, camminando verso la pista. Portai lo sguardo sul corpo di Jamie, notando che indossava un vestitino nero, decisamente attillato, diverso da quelli che portava di solito, non era il suo stile. Mi alzai dallo sgabello e presi Marissa per il polso, iniziando a camminare verso la pista.
"Ho cambiato idea, balliamo!"
Esclamai duro e lei non si oppose mi seguì in pista e approfittando di quel ballo, guardai Jamie cercando di non farmi vedere. E lei non mi vedeva infatti. Cazzo! Poggiai le mani sui fianchi di Marissa con prepotenza e la feci indietreggiare, facendomi spazio tra la folla, fino a farla sbattere contro Jamie, che si girò infastidita, ma quel fastidio sparì non appena si accorse di me e della ragazza.
"Scusami, stavo inciampando!"
Disse Marissa in sua difesa. Jamie provò a sorridere e scosse la testa per farci capire che non faceva niente e che andava tutto bene, ma potevo vedere benissimo dai suoi occhi che non era così, era gelosa.
"Ciao, Jamie!"
Dissi fingendo un ampio sorriso che lei ricambiò con lo stesso sorriso spento di prima e mi salutò con un cenno del capo.
"Ciao, io sono Alex..."
Si presentò una ragazza al suo fianco dai capelli scuri e un viso pulito senza molto trucco e nonostante questo era davvero carina. Stese la mano verso di me, che strinsi subito, sorridendo.
"... la ragazza di Jamie!"
Aggiunse quando strinsi la sua mano. Guardai quella ragazza dischiudendo le labbra e poi portai lo sguardo su Jamie, che era completamente rossa in viso e a quel contatto abbassò lo sguardo, per non guardarmi. In un certo modo avevo sperato che la contraddisse, che dicesse che era uno stupido scherzo, ma non fu così.
"Lui chi è?"
Chiese la ragazza a Jamie, notando che non l'avevo risposta e non mi ero presentato. Jamie rialzò lo sguardo, cercando qualcosa da dire.
"E'... nessuno!"
Esclamò poi, quasi in un sussurro, abbassando lo sguardo ancora una volta scuotendo la testa. Non riuscii a restare lì nemmeno un momento in più. Corsi in bagno, sentendo che sarei potuto scoppiare a piangere da un momento all'altro, ma non mi era mai successo in un luogo così pieno di gente. Appoggiai le mani al lavandino e abbassai lo sguardo, sentendo le lacrime bagnarmi le guance, senza riuscire più a rimandarle indietro. Si era rifatta una vita. Era andata avanti. Aveva una cazzo di ragazza. Una ragazza. Mi aveva appena definito "nessuno" ecco quello che ero per lei. Non ero niente, ero... nessuno. Era questo che l'era rimasto del tempo passato insieme. Delle notti in cui l'avevo fatta mia. Dei baci, degli abbracci, delle carezze. Di me. Mi aveva tagliato fuori dalla sua vita con così tanta facilità. Le erano bastati tre mesi per dimenticarmi. E fu in quel momento che interpretai nel modo giusto l'espressione sul suo viso quando mi aveva visto. Non era gelosia. Era fastidio. Era infastidita dalla mia presenza. E fu proprio in quel bagno che capii quello che avrei dovuto fare... quello che avrei fatto. Avrei strappato via dal mio cuore quella ragazza. L'avrei dimenticata e sarei andato avanti. Avrei ritirato su quel muro d'orgoglio, insensibilità, odio e cattiveria che lei era riuscita a distruggere con così tanta facilità. Non l'avrei fatto mai più. Non avrei mai più lasciato avvicinare così tanto una ragazza a me come avevo permesso a lei. Non mi sarei più comportato bene con una ragazza, come avevo fatto con lei... come avevo provato a fare con lei. E cosa più importante, non mi sarei più lasciato amare e non avrei permesso mai più a me stesso il lusso d'innamorarmi. Sarei tornato quello di prima. Quello prima che lei mi rovinasse. Che distruggesse tutto quello che ero e che avevo creato. Avevo deciso che dal momento esatto in cui sarei uscito da quel bagno, Jamie per me non esisteva più. Avevo deciso di cancellare tutto, come se non fosse mai successo niente. Mi asciugai le lacrime e mi bagnai il viso con l'acqua fredda e poi attraversai la porta del bagno. In quel preciso istante, lei per me non era più nessuno.
JAMIE'S POV.
"Jamie, non gliel'avrai mica detto?"
Cece mi afferrò il braccio e mi tirò in un corridoio isolato, dove probabilmente non potevamo nemmeno stare, della discoteca."Certo che no. Lui non lo saprà mai!"
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Everything Has Changed.
FanfictionVORREI PREMETTERE CHE QUESTA FAN FICTION NON E 'MIA! IL NOME DELL'AUTRICE E ': TAYSPEGICORN GRAZIE MILLE E BUONA LETTURA