61 - Preparativi

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Finalmente mi rilasso con un bagno nella mia vasca.

Chiudo gli occhi e quasi mi addormento ma il telefono squilla e sul display appare il nome di Jonathan.

"Ciao, eccoti finalmente!"

"Ciao Liz. Che stai facendo?"

"Stavo cercando di rilassarmi facendomi un bel bagno."

"Cos'è sta storia della partenza?"

"Ho ricevuto una comunicazione dall'accademia. Le audizioni per entrare in accademia, sono state anticipate a questo venerdì."

"Cavolo Liz! Hai già trovato il volo?"

"Si, come sempre grazie all'aiuto di zio Bruno. Parto domani sera e rientro tra 3 giorni."

"Wow! Sei nervosa?"

"Beh ancora non mi rendo conto."

"Come fai? Dimmi la verità, hai altro per la testa, non è vero?"

"Prova ad immaginare!"

"Justin."

"Esatto!! Non riesco neanche ad avvicinarmi a lui, mi evita in tutti i modi. Volevo parlare con lui e chiedergli scusa per tutto, prima di partire.
Ho bisogno di lui, solo ora mi rendo conto che quello che provo per lui è un sentimento importante e speciale e questo sarà sufficiente per superare ogni difficoltà.

Fin'ora ho avuto paura, paura di soffrire e il risultato è stato comunque lo stesso."

"Te l'avevo detto Liz."

"Non ho più speranze con lui. Sembra che abbia resettato tutto. Nemmeno mi guarda in faccia."

"Sei la solita esagerata!"

"Spero che tu abbia ragione."

"Certo cara! Quando torni voglio che mi racconti tutto, Ok?".

"Ti mando un messaggio quando arrivo a Los Angeles. Ciao."

Chiusa la chiamata, esco dalla vasca. È troppo tempo che sono in acqua e le dita delle mie mani si sono raggrinzite, in più credo che sia anche ora di cena.

Quando scendo in cucina da mamma, trovo papà e Luca già seduti a tavola. Sono rientrati mentre ero in bagno e non li ho neanche sentiti rientrare dal loro giro in bici.

"Ciao papà, ciao Luca."

"Ciao, tutto a posto?"

"Una meraviglia!" rispondo sarcastica.

Aiuto mamma con i piatti e ci sediamo a tavola per la nostra cena.

Il tempo passa veloce. È sempre piacevole fare due chiacchiere con la mia famiglia.

Dopo cena, torno in camera e cerco il trolley da riempire con le mie cose.

Anche se domani pomeriggio sarò a casa dal lavoro, mi conviene portarmi avanti con la scelta dei vestiti che voglio mettere in valigia.

So già che ci metterò una vita a scegliere quello da portarmi.

Appoggio il trolley sulla scrivania, apro il mio armadio e comincio a prendere le cose più scontate: tutto quello che ho per la danza, intimo, pigiama, prodotti per il bagno, ciabatte.

Ora tocca ai vestiti e qui inizia il dramma!

Cosa cavolo mi porto?

Opto per le cose più comode, tanto starò via poco, non conosco nessuno ed è probabile che vedrò solo l'accademia e la casa dell'amica di Chelsey che mi ospiterà.

Pensavo di metterci più tempo a preparare la valigia ed invece in un paio di ore me la sono cavata.

Sono stanca e appena mi stendo sul letto, i miei occhi si chiudono e mi addormento.

La mattina appena mi sveglio, mi sento carica di energie.

Stranamente non ho voglia di andare a correre in spiaggia, così scendo in cucina per la colazione.

Mamma è già sveglia e ha già preparato il caffè.

"Buongiorno mamma." le dico.

"Ciao Liz, hai dormito bene? Come mai non sei in spiaggia a correre?"

"Questa mattina non ho voglia, faccio la colazione con te prima di andare al lavoro. Ah dimenticavo! Oggi torno a casa subito dopo pranzo. Nel pomeriggio raccolgo le ultime cose da infilare in valigia e alle 20 passerà zio Bruno a prendermi per portarmi in aeroporto."

"Se non ci fosse lo zio!" esclama mamma.

Poi aggiunge: "Liz appena hai fatto l'audizione, voglio che mi chiami a prescindere da come andrà. Sono tesa quanto te per questo test, quindi non lasciarmi sulle spine e chiamami subito."

"Mamma stai tranquilla. Mi metti l'ansia!!"

"Lo sai come sono fatta. Tu sei tranquilla?"

"Tranquilla è un parolone ma cerco di non farmi prendere dal panico per non peggiorare le cose."

Fatta la colazione, mi vesto, esco di casa e prendo la bici.

Arrivo a casa dei Bieber. Passo dal cancello quando sento qualcuno alle mie spalle correre. Non faccio in tempo a realizzare chi possa essere che la persona dietro di me mi supera.

È Justin che torna dalla spiaggia.

Mi passa a fianco.

"Ciao Liz" mi dice sempre correndo ma senza fermarsi. Praticamente sta fuggendo, è come se stesse scappando da me.

Mi fermo a guardarlo.

È a torso nudo con un paio di pantaloncini dell'Adidas mentre la maglietta sfilata per il caldo, è stata attorcigliata al collo, modello asciugamano e la schiena sudata.

Invece di star qui ad ammirare il suo fisico, per che cavolo non mi do una mossa a chiamarlo?

È il momento giusto.

Riprendo a pedalare fino a raggiungerlo.

Mi fermo davanti a lui e lo blocco.

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