17 - Punizione: doccia con Justin -

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È ora di pranzare. Fuori casa fa un caldo pazzesco.
Forse è meglio far entrare in casa Jaxon. Non vorrei che prendesse un' insolazione.

"Jaxon vieni dentro! Fa caldo fuori. Ora mangiamo e ti riposi un po'.

Pomeriggio vediamo che fare, Ok?".

"Va bene Liz". "Cosa mangiamo?".

Vi preparo io una pasta fredda con tonno e pomodori freschi perché Chelsey è andata in aeroporto. Più tardi arriva tuo papà."

Jaxon si lamenta: "Ma io volevo le patatine fritte con la maionese e il ketchup!"
"Tesoro, sai che ti fanno male!".

Interviene Justin: "Io le preparo lo stesso e me ne frego. Voi, fate quello che volete!".

Jaxon: "Liz le voglio anch'io!".

"Facciamo così. Ne preparo un po' per tutti senza esagerare. Tu Jaxon devi però promettermi che prima mangerai la pasta e poi le patatine!
Tu Justin che sei il fratello maggiore devi dare l'esempio, così farai la stessa cosa di Jaxon".

"Aggiudicato capitano!".

"Spiritoso!".

Vi chiamo quando è pronto.

In cucina ai fornelli mi organizzo velocemente grazie all'insegnamento di mamma. In mezz'ora ho preparato tutto. Mi faccio i complimenti da sola.

"Ehi voi, venite a tavola. È pronto!".

Siamo a tavola e sia Jaxon che Justin sembrano apprezzare la mia pasta.

Jaxon:"ora possiamo mangiare anche le patatine?".

"Si certo."

Le patatine sono buone ma vogliamo parlare di quanto facciano ingrassare? Meglio non pensarci.
Le patatine sono quasi finite, Jaxon ha la bocca sporca di ketchup.

"Jaxon ti sei sporcato con il ketchup, pulisciti la bocca con il tovagliolo".

Justin si alza di scatto e punta il suo dito sporco di ketchup sul mio viso ma sbaglia mira e mi sporca il collo.

"Brutto vigliacco! Vuoi la guerra? E guerra sia!".

Ci rincorriamo per la cucina mentre Jaxon è scappato in soggiorno sul divano dove sta dormendo Eracle.

Io non sono riuscita ancora a beccare Justin ma ho preso al volo della farina che ho visto sul top della cucina.
Continuo ad inseguirlo. Si ferma improvvisamente e io sbatto contro il suo petto.
Che migliore occasione penso...con non chalance rovescio la farina sulla testa di Justin.

"Oh oh. Questa non dovevi farlo piccola!".

Mi afferra e mi prende in spalla come un sacco di patate.

"Justin lasciami, dove mi vuoi portare?".

"Lo so io mia cara. Zitta questa la devi pagare".

Perché mi sta portando in bagno?

"Justin cosa pensi di fare, lasciami" continuo ad agitarmi e a tirargli pugni sulla schiena.

"Ora farai una bella doccia".

"Ti prego Justin lasciami."

Con una mano apre l'acqua della doccia e mi butta sotto tenendomi ancora in spalla.
Entrambi ci bagnamo.
La punizione non è finita qui.
Mi rimette in posizione verticale.

"Ora mi lavi la testa e ti assicuri che sparisca tutta la farina. Se alla fine, ne troverò ancora solo una piccola traccia, ti spetterà un'altra doccia, ma stavolta fredda. Capito?"

Siamo uno di fronte all'altro. Justin mi prende una mano e ci rovescia un po' di shampoo.
"Forza non stare lì impalata, comincia!".

Comincio a muovere le mie mani sulla sua testa sfregando con energia.
"Fai un po' più piano, mi stai facendo male".

Rallento il ritmo, forse troppo perché vedo Justin rilassarsi e sembra avvicinarsi sempre di più.
Oh mio Dio! Non ce la faccio! È un contatto troppo intimo e mi sta venendo l'ansia.
Justin chiude gli occhi e sospira.
Vedere il piacere che il mio tocco procura a Justin, mi fa sentire potente ma mi spaventa.
Fossi stata una delle tante ragazze che gli girono intorno, avrei approfittato per spingermi oltre ma io non sono così audace.

Termino il lavaggio. "Justin, ho finito ora sei pulito".

Lui riapre gli occhi. Sembra risvegliarsi da un sogno.

Con la voce roca mi risponde:"Liz non abbiamo ancora finito, ora sono io che devo lavare te".

"Come scusa?" Sono confusa e preoccupata. Sento le mie gambe diventare molli.
Indietreggio, ma lui si riavvicina.
Appoggia la sua mano sul mio collo e sento un brivido attraversarmi.
"Ti aiuto a pulirti, sei ancora sporca".
Mi perdo nei suoi occhi. Sono immobile.
Perché mi fa sempre questo effetto?
Fatico a deglutire, figuriamoci a rispondergli.

Ora la sua espressione è seria, il gioco sembra finito.

La mia pelle sotto la sua mano è rovente e io sto trattenendo il respiro.
Lui continua a fissarmi. Dentro i suoi occhi vedo indecisione.

"Respira Liz. Non puoi reagire sempre in questo modo. La devi smettere altrimenti...".
Molla di colpo il mio collo ed esce dalla doccia lasciandomi lì imbambolata.

Dovrei essere felice visto che è uscito dalla doccia e invece mi sento sola, è come se mi mancasse una parte di me.

"Cosa non devo fare ?dimmelo". La mia voce è un po' stridula.
Mi viene da piangere per il nervoso ma lui non mi risponde, è già uscito dal bagno. Cosa voleva dire?
Non posso farci niente se la sua vicinanza mi mette ansia. E poi cosa voleva dire con quel "altrimenti?"
Io non lo capisco, un attimo prima sembra carino e disponibile e poi improvvisamente si innervosisce e mi tratta male.
Non devo dargli retta, non ne vale la pena.

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