63 - aeroporto privato

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Portare Eracle in spiaggia con noi, non è stata una grande idea!

Io e Jaxon ci siamo impegnati parecchio a costruire un castello con la sabbia,lo abbiamo anche impreziosito con delle conchiglie!😥 Eracle con la leggerezza di un elefante ha pensato bene di passare in mezzo alla nostra costruzione e addio castello 😠.

Per punizione, lo abbiamo legato all'ombrellone mentre io e Jaxon,dopo la fatica fatta, ci siamo tuffati in acqua e abbiamo fatto un bel bagno.

Eracle ovviamente ha cominciato ad abbaiare a più non posso e Chelsey, sdraiata vicino a lui a prendere il sole, non è riuscita a calmarlo e dalla disperazione lo ha liberato.

Lui cosa ha fatto? Si è precipitato al galoppo in acqua per raggiungerci.

Dopo il bagno, siamo saliti in villa.

Nonostante la mia pelle abbia già preso un bel colore dorato, oggi in spiaggia credo di essermi scottata nuovamente e mamma più tardi mi farà la solita ramanzina. Perché non hai messo la crema solare? Perché sei stata sotto il sole? E via discorrendo.

Per fortuna credo di essermi bruciacchiata solo il naso e le guance mentre la schiena e il petto sono salvi.

Quando entriamo in casa, Chelsey si dirige subito in cucina, mentre io e Jaxon ci spaparanziamo sul divano, io sdraiata a pancia in su e Jaxon seduto a cavalcioni sul mio bacino che saltella facendomi mancare il fiato.

“Jaxon, così mi farai morire! Smettila di saltare, ti prego!”

“È divertente, sei così morbida!” dice Jaxon.

“Brutto diavoletto che non sei altro, non vorrai mica dire che sono cicciona vero?”

Chelsey ci raggiunge per calmare l'entusiasmo di Jaxon:

“Jaxon, smettila o le farai male!”

“Va bene mamma, ho capito.” risponde a malincuore.

Appena Jaxon scende dalla mia pancia, faccio un respiro profondo per riprendere fiato.

“Venite a mangiare per favore?” chiede Chelsey.

“È già pronto?” replica Jaxon.

“Si tesoro, dai venite altrimenti si raffredda!”

“Questo vuol dire che Liz tra un po’ andrà via!!” aggiunge Jaxon.

“Su dai non fare storie, Liz la rivedrai tra qualche giorno.” gli risponde Chelsey.

Durante il pranzo, ci raggiunge a tavola solamente Jeremy. Di Justin neanche l'ombra!

Vorrei chiedere di lui a Chelsey ma non vorrei metterla in l'imbarazzo.

È passata un'ora da quando abbiamo finito di mangiare, e per me è arrivato il momento di andare.

Ci salutiamo tutti con un grosso abbraccio e Jaxon in compagnia di Eracle, mi accompagna fino al cancello di uscita.

Tutto sommato l'ho visto abbastanza sereno e la cosa mi tranquillizza parecchio.

A casa faccio il punto della situazione di quello che devo portare in viaggio e quello che ho già messo in valigia. Mancano poche cose così avrò ancora un po’ di tempo da trascorrere con mamma, papà e Luca.

Il loro affetto mi aiuta in ogni situazione e questa è una di queste.

Guardo l'ora, sono già le 17.30!!

Incredibile come sia volato il tempo. Tra poco meno di mezz'ora, suonerà alla porta zio Bruno per accompagnarmi in aeroporto.

Mamma è sempre più agitata, ogni 5 minuti mi chiede se mi sono ricordata di mettere in valigia tutto quello che le viene in mente:”Hai preso il passaporto? Hai preso la tessera sanitaria? Hai preso i documenti dell'accademia di danza?” e via dicendo.

Finalmente suona il campanello!

Vado ad aprire la porta a zio Bruno: ”Pronta?” Mi chiede.

“Prontissima” gli rispondo

Mi raggiungono di corsa la mamma e Luca mentre papà arriva con calma, prende il mio trolley e lo infila nel baule della macchina.

“Ci sentiamo quando arrivi Liz.”

“Ciao a tutti. Si, vi chiamo non ti preoccupare mamma.”

Il viaggio per l'aeroporto non è molto lungo. Saranno passati 20 minuti di auto.

Durante il tragitto, ho pensato a quanto io abbia desiderato questo momento. Finalmente ci siamo, il mio sogno potrebbe diventare realtà.

La macchina si ferma. Siamo arrivati.

Quando scendo dalla macchina, leggo un cartello: “partenze voli privati.”

“Zio, mi sa che hai sbagliato terminal! Qui ci sono solo partenze con voli privati.” esclamo preoccupata.

“È corretto...la partenza sarà da questo terminal.”

Guardo lo zio, non capisco, sono un po confusa.

Io non devo partire con un jet privato.

Zio Bruno prende il mio bagaglio dall'auto e mi dice:

“Liz non stare lì impalata, muoviti! Dai vieni con me.”

Boh non ci capisco più niente!

Seguo lo zio senza fare troppe domande, poi arriviamo in un'area arredata con comodissimi divanetti.

“Siediti qui e aspetta, faccio una telefonata.” mi dice zio Bruno.

“Ok fa pure.” gli rispondo.

Mi guardo intorno. Vedo qualche negozio aperto ma c’è poca gente.

Zio torna da me :”hai bisogno di qualcosa?” mi domanda.

“Zio, io continuo a non capire. Perché siamo qui in questo terminal?”

“Perché sei in partenza per Los Angeles ovvio!” mi ripete.

“Questo lo so. Non dovremmo essere nella parte dell'aeroporto dei voli intercontinentali?”

“Poco cambia se arriverai comunque a Los Angeles.”

“Non ci sono altri passeggeri oltre a me?”

“Credo solo uno.”

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