Capitolo 8

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Siamo tornati a Roma ieri sera, tra due giorni ho la visita. Non mi sento molto bene, sarà la stanchezza. Provo a riposare ma la situazione non migliora. Chiamo Mario al telefono.

"Mario potresti venire per favore? Non mi-" la porta di casa si spalanca e lui, già qui, si fionda accanto al mio letto

"Che hai?"

"Non mi sto sentendo molto bene. Mi sento quasi svenire". Lo vedo sbiancare.

"Ti porto al pronto soccorso, chiamo un ambulanza?" mi chiede spaventato.

"Credo di riuscire ad arrivare alla macchina" dico.

"Aspettami qui, la porto vicino al portone sotto e vengo a prenderti. Non ti muovere" mi ordina. Nel frattempo chiamo la dottoressa e mi dice che ha il turno in ospedale e mi aspetta là.

"Va tutto bene, rilassati Mario che qua non ci sono problemi" prova a tranquillizzarlo la dottoressa. Lo conosce anche lei e sa delle sue paranoie. 

"Solo che-" si ferma e guarda attentamente lo schermo. La sua espressione si è fatta seria. 

"Non avete qui la vecchia ecografia vero?" chiede. Ma sono uscita di fretta e non ho pensato a prendere nulla quindi faccio cenno di no con la testa quando 

"Sì la tengo io" interviene Mario. Prende il suo portafogli dalla tasca posteriore ed estrae la piccola ecografia "ne ho fatta fare una copia rimpicciolita per portarlo sempre con me" si giustifica e gliela porge.

La dottoressa le confronta e subito dopo

"Ma certo" esulta "come ho fatto a non accorgermene prima" dice.

"Siediti Mario, sto per dirvi una cosa. Penso che ne sarete felici ma potrebbe spaventarvi all'inizio". Lei è tranquilla, noi un po' meno.

"Qui è tutto ok" continua "ti sei sentita male sicuramente per lo stress dovuto al viaggio ma non ti preoccupare. Il punto è un altro" credo che se non si sbriga a dirci quello che deve dire dovremmo chiamare i soccorsi per Mario.

"Questo non è un baby Serpa" dice e Mario si gira a guardare sullo schermo nel punto in cui lei ci indica, guardo anche io. 

"Qui ci sono due baby Serpa".

Silenzio

Io e Mario ci guardiamo e poi guardiamo la dottoressa con gli occhi sgranati, quasi fuori dalle orbite.

"Sta dicendo davvero?" chiede Mario. E lei annuisce. Inutile negare che si sta commuovendo anche lei a vederci. 

"Quindi divento due volte papà?"

"Papà lo diventi una sola volta, ma di due pupacchiotti" spiega lei. Scoppiamo a piangere tutti e due e la dottoressa si allontana probabilmente per non farsi vedere che si asciuga le lacrime, anche lei è emozionata.

Restiamo ancora un po' a guardare lo schermo.

"Come mai avevi l'ecografia addosso?" chiedo appena torno lucida.

"La porto sempre con me, è pur sempre la sua prima fotografia" mi dice con gli occhi sorridenti.

"La loro prima fotografia" lo correggo.

"Già" aggiunge e mette una mano sulla pancia come per accarezzarli.

Mi riaccompagna a casa e si assicura che mi metta al letto. Prima di uscire mi chiede se adesso è possibile iniziare a dirlo a qualcuno. 

"Almeno ai gemelli" mi dice "in fondo forse hanno influenzato qualcosa" aggiunge e mi metto a ridere 

"Non ne sarei molto convinta ma va bene lo stesso, è bello pensarci" rispondo.

"Comunque non ho intenzione di rendere la notizia pubblica, vorrei dirlo solo a qualcuno, ai più stretti"

"Va benissimo"

"Sono troppo felice" dice dirigendosi alla porta. 

"Doppio colpo amico, sono fiero di te" lo sento dire dall'altra stanza. Capisco a cosa si riferisce e rido pensando anche che si possa essere dato una pacca da solo soddisfatto.

Dopo pranzo riposo un po' e nel tardo pomeriggio mi arriva un messaggio da Mario che mi chiede se dormo. Dopo pochi minuti sento aprire la porta di casa. Ha una copia di chiavi anche lui per non dovermi alzare ogni volta e anche io ho una copia di chiavi di casa sua per qualsiasi evenienza. Sento più passi e capisco che ci sono anche i gemelli. In camera entra prima Mario.

"Ho portato qualcuno che ti vorrebbe salutare" e piombano in camera anche i due liberando una marea di palloncini di tutti i colori e gridando

"Diventiamo di nuovo zii". Sono al settimo cielo anche loro. "Sappiamo che abbiamo influenzato molto questa gravidanza" continuano ridendo "vedi Sil, esiste una forza particolare che ancora i fisici, i chimici e tutti gli scienziati e ricercatori del mondo non hanno scoperto" continua serio Alessandro "non si sanno bene le conseguenze nè le cause di questa forza, molti neanche sanno che esista e nessuno può capire a cosa può portare a meno che non è coinvolto in modo diretto." Finisce.

"Proprio così" conferma Marco. Io e Mario li guardiamo come se fossero due extraterrestri.

"È la forza gemellare" dicono all'unisono dandosi il cinque "più potente di qualsiasi altra fratellanza". Ridiamo tutti insieme. Sono delle persone fantastiche.

"La vostra fantasia non ha limiti brutti scemi eh?!" li spinge Mario da dietro.

"Abbiamo portato i palloncini di tutti i colori così nessuno dei due si offende" dice uno

"Qualsiasi sia il loro sesso" continua l'altro.

"Grazie mille, non dovevate preoccuparvi. Sono certa che ringraziano anche loro"

Nonostante la visita improvvisa e inaspettata in ospedale la dottoressa non ha annullato l'appuntamento che ci aveva dato.

"Dovremmo essere intorno alla quattordicesima settimana" annuncia la dottoressa.

"Proprio così" conferma Mario

"Sai che vuol dire?" chiede lei

"Che sono passate quattordici settimane da quando il mio-"

"Avvicinati stallone e chiudi la bocca. Volete sapere il sesso?" chiede

"Certo che sì" annuisce lui e io confermo.

"Senti qua" dice lei prima di premere un pulsante. 

"Questo è il cuoricino di questo campione qua" lo indica "e questo è il cuoricino di questa principessa" rido e piango nello stesso momento. Guardo Mario che è in estasi e anche la dottoressa lo sta guardando. Se fosse il mio fidanzato o mio marito avrei già cambiato ginecologo per come lo guarda. Ma come si può non guardarlo così.

È spettacolare già di suo ma vederlo con addosso l'orgoglio di diventare papà, di realizzare qualcosa che gli sembrava impossibile è uno spettacolo della natura.

È indescrivibile il mix di emozioni che sto provando in questo momento. Sia per quello che vedo ma soprattutto per quello che ho appena ascoltato.

"Non so che dire" dice Mario appena entrati in macchina "Sapevo che erano là, ma è una sensazione strana. Non li vedi, non li senti ma sai che ci sono. Sentirli vivere mi ha riempito il cuore di gioia. È come se li avessi presi in braccio. Li ho sentiti addosso a me. Non lo so come spiegare ma mi sento bene. Mi sento realizzato. Non oso immaginare come starò quando nasceranno!"

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