Capitolo 29

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E io piango in questo letto e davanti alla tv, la mia compagna di stanza non può capire e mi guarda strana. Non vedo l'ora che sia domani, li voglio abbracciare, mi mancano troppo. Forse vedendoli qui capirà il motivo del mio pianto.

Qualche giorno fa ho spiegato loro che ogni tanto non ci sono perché mi sto preparando per una missione speciale e che al termine di questa missione sarei diventata un angelo. Ho spiegato che i capelli non ci sono più sempre per via di quest'allenamento. Stavano giocando e non ho insistito più di tanto, pensavo non avessero capito, che non mi avessero ascoltata e invece mi sbagliavo. Sono due gioielli preziosi.

Come qualche estate a questa parte, anche quest'anno abbiamo trascorso il mese di agosto da me in Puglia. Con la scusa dei bambini Mario e Claudio si sono sfidati a fare i castelli di sabbia più alti, ovviamente puntualmente quello di Mario crollava o per un colpo di vento improvviso o per delle pietroline che piovevano misteriosamente dal cielo.

"Cla smettila, ogni volta me lo rovini sempre"

"Ma non sono stato io, se ti metti troppo vicino al mare poi le onde tsunami te lo distruggono"

"Piantala"

"Se no che mi fai?!"

"Te la stai a rischià to dico"

"Che paura, aiuto" con la voce stridula

"Cla mo ta do-"

"Na capocciata, ma zitto Mario. Non mi faresti mai del male"

"Ah no?!"

E iniziavano le lotte, si rotolavano nella sabbia senza tregua fino a che non si univano anche i bambini.

"Papà ti aiuto iooo"

"Io aiuto te invece papà Claudiooo"

Alla fine finiva sempre che Claudio sollevava Mario e lo buttava in acqua incitato dai bambini.

"Cla questa me la paghi"

"Ma piantala Mario, era per far divertire i bambini" lo stuzzicava.

"Comunque Mario hai messo su un po' di pancetta, appena torniamo a Verona vieni in palestra con me. Non sei più leggero e maneggevole come una volta" continuava a infastidirlo.

"Forse sei tu che hai perso i muscoli caro Sona"

"Sì credici. Quando vuoi ti dimostro tutta la mia perfetta forma"

"Vedremo"

"L'hai voluta tu" lo prende su una spalla e lo ributta in acqua.

"Claudio caz-, mi ero quasi asciugato"

"Vorrà dire che aspetteremo ancora un po'. Bambini tutti in acqua, papà è di nuovo bagnato e aveva intenzione di fare il bagnetto da solo"

"Siii. Un altro bagnoooo"
Ecco una tipica giornata estiva a casa Serpa-Sona. 

Dopo il bagno sono stesi al sole per ascigarsi.


"Papà" chiama Silvia

"Dimmi amore"

"Ma allora torniamo a Verona?"

"Si tesoro, tra qualche giorno torniamo a casa, cioè a Verona, papà Claudio deve tornare a lavorare e anche io devo vedere di fare qualcosa"

"Occhei" aveva risposto poco convinta

"Papà" ha ripreso

"Dimmi amore"

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