Capitolo 24

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Claudio aveva già adocchiato qualcosa prima di trovare il coraggio per parlare con Mario del trasferimento, era anche già andato in banca a parlare quindi non è stato difficile trovare la nuova casa.

Si è dovuto accontentare di tornare solo a Verona qualche altra volta anche se qualche giorno lo abbiamo accompagnato noi per andare insieme a cercare casa.

Alla fine però l'abbiamo trovata; hanno scelto una casa fuori dal centro di Verona, sembra un quartiere tranquillo con diverse famiglie. Ha un vialetto circondato dal prato all' entrata, un grande porticato e un bel giardino dalla parte di dietro.

Si entra in salotto che si collega in cucina tramite un grande arco, sempre dal salotto si arriva alla zona notte salendo le scale. Al piano di sopra ci sono quattro camere da letto, una sarà la camera di Claudio e Mario, una la camera dei bambini, una la mia camera e una la camera degli ospiti che probabilmente si alternerà con l'essere la camera dei giochi. Ci sono tre bagni, due sopra e uno sotto, la camera matrimoniale ne ha uno privato. È una casa molto bella, spaziosa e luminosa. Abbiamo capito subito che sarebbe stata quella giusta. È abbastanza nuova quindi non abbiamo avuto molto da fare. Appena entrati per la prima volta i due si sono guardati con gli occhi brillanti e si sono stretti la mano. È stato come se la casa avesse scelto loro, già da subito si sono visti là dentro con i bambini, prima ancora di visitarla tutta.

"Mario ne sei sicuro?" chiede Claudio

"Sicurissimo Cla"

"Firmiamo?"

"Firmiamo" sorrisoni

"Cla"

"Dimmi, anzi, non mi dire che ci hai ripensato?"

"Non ci ho ripensato, è solo che... tu ne sei sicuro?"

"Al 100%! Anzi di più"

"Non potrai più arrivare all'Urban a piedi in due minuti"

"E che senso ha impiegare due minuti per arrivare a casa se poi non vi posso abbracciare? Se poi non vi trovo lì ad aspettarmi?"

Non è stato facile fare su e giù tra Verona e Roma con i bambini prima di scegliere la casa. Hanno iniziato a fare i capricci e lo stress dei viaggi ha contribuito a renderli ancora più nervosi. 

Hanno iniziato a fare dei versi e quando vogliono attirare la nostra attenzione si mettono a strillare. "Papapapapapapapapapapapa" è stata una delle prime cose che hanno detto per la gioia di Mario che continuava a tormentarli "Ripetete con me: papà, pa-pà".

Ci siamo trasferiti nella nuova casa a metà febbraio circa.

"Mario sai che giorno è oggi?" ha chiesto Claudio appena abbiamo definitivamente messo piede nella nuova casa.

"Sì è il 14 febbraio!" risponde convinto, poi ci pensa su. "Cavolo mi sono completamente dimenticato che oggi è San Valentino. Vabbè come regalo va bene la nuova casa no? Potremmo sempre inaugurarla per festeggiare" prova a salvarsi.

"Non intendevo che festa è oggi"

"E cosa allora?"

"Esattamente un anno fa sono venuto per la seconda volta a vedere i bambini, è stata la prima volta in cui mi sono fermato il fine settimana" lo abbraccia da dietro e gli dà un bacio sulla nuca. Mario si gira tra quelle braccia che lo tengono saldo e mette le sue mani sulle guance di Claudio.

"Allora a maggior ragione dobbiamo festeggiare" gli stampa un bacio "Buon anniversario a noi!".

Dopo qualche istante si rivolgono a me che sono sul divano a sfogliare un libro animato con i bambini.

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