Capitolo 21

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"Ciao Claudio, tu vai a lavorare che noi andiamo in vacanza con papà!"

Mario ha pubblicato un video in cui parla con la vocina tenera inquadrando le gambine dei piccoli seduti nei seggiolini in macchina.

Non è più una novità che i clario e i gemellini appaiano nella stessa foto o nello stesso video, anche se per le loro fan ogni volta è come se fosse la prima. Non hanno ancora mai visto la faccia dei bambini, ma si divertono a riconoscere le tutine che ci hanno regalato e che indossano i bambini. Si sentono speciali quando vedono i piccoli con addosso i loro regali.

È luglio e stiamo andando da me. Dirò tutta la verità ai miei e presenterò loro i bambini. In questi mesi ci sentivamo spesso, ma mai oltre una telefonata; solo ogni tanto mandavo qualche mia foto mentre facevo la terapia per far vedere loro che ero in ospedale.

Gli effetti della mia cura si stanno vedendo, mi sento abbastanza bene. La prossima terapia è tra tre settimane e ne abbiamo voluto approfittare per trascorrere due settimane giù da me.

Abbiamo affittato una macchina all'aeroporto per essere liberi di spostarci e mi sono fatta lasciare da Mario davanti a casa per poter parlare con i miei. Loro faranno un giro fino a quando non li chiamo.

I miei genitori sono scoppiati a piangere appena mi hanno vista, non sapevano che sarei tornata. La prima sorpresa è riuscita.

Dopo minuti di baci e abbracci ho iniziato a raccontare.

"Ti sei fatta mettere incinta da un gay?" è stata la prima reazione di mio padre. Lui non è molto a favore degli omosessuali, per questo ho preferito nascondere la verità fino a questo momento. Non è omofobo però neanche li supporta.

Ci è voluto un po' prima che capissero ma alla fine si sono fatti andare bene la cosa.

Si affezioneranno ai bambini e sono sicura che sono contenti anche loro di essere nonni. Avevano perso le speranze quando hanno diagnosticato il mio male e avevo notato la loro quasi delusione.

Chiamo Mario e nel giro di dieci minuti arriva. Esco io, faccio aspettare dentro i miei.

"Sei pronto?" chiedo, lui è tranquillo. "Non ti spaventare se li vedi un po' scuri, da domani ameranno anche te" gli avevo già spiegato che tipo fossero: un po' chiusi ai cambiamenti, ma solo all'inizio.

Prendo in braccio Vittorio e lascio Silvia a Mario. Entriamo.

"Nonni, c'è permesso?" avanzo fino alla cucina. "Vi presento Vittorio, Silvia e Mario"

Scoppiano a piangere. I bambini scrutano tutto curiosi e dopo qualche minuto di imbarazzo iniziale i miei cedono e si buttano a prendere i bambini.

Smorfiosi che altro non sono non si lasciano scappare l'occasione di essere coccolati da qualcuno che si innamora subito dei loro sorrisi.

"Benvenuti a casa" mia mamma ci spiazza ma siamo felici. Mio papà ha iniziato a chiacchierare con la bambina e a farle le boccacce, mamma altrettanto con Vittorio.

"Quanto vi fermate?" chiede mio papà quando la situazione si calma.

"Pensavamo due settimane, ma se è un problema andiamo via prima" rispondo.

"Stai scherzando vero? Potete rimanere tutto il tempo che volete amore. Chiamo subito in ufficio per prendere due settimane di ferie." Come previsto mia mamma si è già affezionata a loro.

"Rimanete qua a casa o volete che vi sistemi la casa in campagna?" chiede mio papà e Mario mi guarda sorridendo, conosce già quella casa.

"Per me è indifferente" risponde Mario.

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