Capitolo 14

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Stanotte i bambini hanno dormito da Mario. Mi è vietato avvicinarmi a loro nelle 24 ore che seguono la mia terapia. Mi iniettano delle sostanze pericolose che, non ho capito di preciso il perché, non mi permettono di stare vicina a bambini. Devono comunque abituarsi gradualmente all'assenza della mamma.

Rimangono di là fino a mezzogiorno, poi li riporta di qua per la pappa.

"Dormito nel lettone con papà monelli?" chiedo con fare giocoso.

"No mamma, papà ha paura che caschiamo dal lato del letto in cui non c'è lui. Non si fida dei cuscinoni che mette. Però stamattina siamo stati con lui sul lettone a giocare" mi risponde come se fossero loro a parlare.

"Mannaia. Mi sa che ci vuole qualcuno che faccia da barriera dall'altra parte del letto" lo punzecchio.

"Eh già" risponde lui, lasciandomi sbalordita. Non mi aspettavo che acconsentisse, ovvio che ha capito a chi mi riferisco. È come se ci avesse già pensato.

"Vi siete più sentiti?" continuo dopo un po' e lui sorride. Sono passate due settimane circa da quando è piombato qui.

"Viene a trovare i bambini il prossimo week-end" risponde con un sorriso smagliante.

"Sì, viene a trovare I BAMBINI" alzo il tono di voce nella parte finale.

"I bambini" ripete lui.

"Vabbè" rispondo io "E quando avevi intenzione di dirmelo?"

"Te lo sto dicendo adesso"

"Da quanto lo sai?"

"Da stamattina" mi guarda con gli occhi luccicanti.

"Vi siete sentiti per tutti questi giorni e non mi hai detto nulla?"

"Non ci siamo sentiti in tutti questi giorni ma stamattina gli ho mandato una nostra foto sul lettone come buongiorno"

"Che hai fatto?" non credo a quello che ho appena sentito.

"Eravamo tutti e tre sul mio letto eppure mi sembrava ancora vuoto. Non so perché l'ho fatto. Mi è venuto e gliel'ho mandato" si ferma un attimo e poi continua con un velo di malinconia sul volto "Quando ci svegliavamo dopo aver dormito insieme pensavamo spesso a quando sarebbe venuto qualcuno a fare da sveglia tuffandosi tra di noi. Stamattina la sveglia era nel letto ma mancava qualcun altro."

"E quindi tra tre giorni avrò in casa mia i Clario?" azzardo ridendo.

"Scialla bella" mi dà una spintarella. "Avrai in casa papà Mario e lo zio Claudio che viene a fare visita ai bambini"

"E papà Mario e zio Claudio sapranno resistersi?" perché qualcosa mi dice la che mia morte è vicinissima?

"Papà Mario e zio Claudio non si guarderanno nemmeno"

"E da quando papà Mario lascia i suoi bimbi nelle mani di qualcuno senza la sua supervisione?"

"Papà non li lascia a QUALCUNO. Li sta lasciando a zio Claudio"

I bimbi hanno mangiato e adesso dormono, intanto pranziamo noi.

"Quindi che si intende per week-end?" chiedo per informarmi e prepararmi psicologicamente a quanti giorni dovrò averli davanti agli occhi mentre hanno a che fare con i bambini.

"Week-end. Arriva venerdì sera e va via lunedì mattina". Sto per sputare il boccone per quello che ha detto.

"Di solito week-end è sabato e domenica, due giorni e una notte. Ma va benissimo. Può fermarsi quanto vuole"

"Si renderà conto di quello che ha perso". Ok mi è passata la fame.

"Ma che può ancora recuperare?" dico spudoratamente preparandomi ad essere mandata a quel paese. Io sono una della squad comunque. Loro ci avevano messo una pietra sopra, io no.

Non risponde. Sorride e va a guardare i piccoli che dormono con le loro scimmiette.


Venerdì è arrivato e io non sono pronta. Ovviamente.

Claudio arriva in tarda serata per evitare quanti più sguardi possibili. Appena ci avvisa che sta sotto apriamo il portone per non fargli suonare il citofono. Vado ad aprire la porta di casa.

"Bentornato" lo accolgo e ci salutiamo.

"Spero sia andato bene il viaggio e che tu sia abbastanza riposato perché stanotte non avrai scampo" mi guarda imbarazzato e diventa tutto rosso. "Subito a pensar male. Ho detto che stanotte non dormirai non a causa di chi pensi tu ma a causa dei marmocchi" si tranquillizza. "Non so se lo sai ma i neonati di notte si svegliano affamati e piangono". Gli sorrido e continuo "Puoi dormire nel mio letto, ho cambiato le lenzuola poco fa, Mario dorme sul divano letto in camera dei bambini. Io dormo da lui. Lo trovi di là. Buona fortuna!" lo lascio sulla porta senza lasciargli il tempo di obiettare e me ne vado.

Ne avevamo già parlato con Mario, io mi sarei occupata della parte social per assicurarmi che nessuno avesse visto Claudio in stazione e soprattutto nei pressi di casa Serpa.

Certa di trovarli svegli, li raggiungo verso le nove. Mario sta dando il latte alla piccola e Claudio a Vittorio. Sono bellissimi, vedere i due minchioni nella stessa stanza con due neonati non ha prezzo.

"Non so quali siano le vostre intenzioni, non so cosa sia successo questa notte né quello che vi siete detti e non lo voglio sapere. Ora voi due mi dovete ascoltare. Se rimarrai qua tre giorni vuol dire che hai il piacere di passare del tempo con i bambini e anche che con piacere ti ospitiamo. Se ti affezionerai ai bambini, come immagino che accadrà perché sono adorabili vorrà dire che verrai anche altre volte a trovarli.

Se verrai a trovarli spesso sarà inevitabile che qualcuno si accorga dei tuoi spostamenti. Ti seguiranno e capiranno che sei qui. Noi vogliamo evitare la folla di gente qui sotto, per il bene vostro ma soprattutto dei bambini. Amico, zio o qualsiasi cosa, sapervi insieme scatenerà le vostre fan. Lo sapete meglio di me." 

Mi guardano attentamente cercando di capire dove voglio arrivare. "Sei semplicemente un vecchio amico di papà, ma questo lo sappiamo solo noi. Sui social viene frainteso tutto lo sapete benissimo perciò dovete preparare gradualmente chi vi osserva a questo vostro avvicinamento. Qualsiasi cosa accadrà poi. Perciò mi dovete ascoltare. In settimana cominciate a riseguirvi sui social. La cosa stupirà tutti. Poi gradualmente vi scambiate qualche like. Entrerete sull' ashtag e inizierete a piacciare qualcosina. Più in là organizziamo magari una festicciola anche con i vostri amici in comune e comparirete in qualche foto per far vedere che alla festa dei baby Serpa c'è anche Claudio. Quando i vostri scambi di like saranno una cosa quasi normale e non più clamorosa potremmo iniziare a far sapere che zio Claudio viene a trovare i bambini. Piano piano. Gradualmente. Dovete avere un po' di pazienza, ma non ci siete solo voi adesso." Mi fermo e offro un'altra alternativa "A meno che tu non te ne vada da qua con l'idea di non volerci più tornare e non voler avere nulla a che fare con noi".

"Non ne ho la più pallida idea" mi fulmina Claudio. "Sono i figli di Mario, non potranno mai essermi indifferenti." Non avevo dubbi Claudio ma dovevo smorzare la tensione e metterti anche alla prova. 

"Anche se non mi hanno fatto dormire mi ci sono già affezionato" guarda amorevolmente il piccolo 

"Anche lui si è affezionato a te" gli dico "Di solito fa i capricci quando deve mangiare quindi o lo avete lasciato affamato stanotte o si trova bene con te".

"Guarda che c'ero anch'io stanotte e fidati che mi sono assicurato che finisse tutto il suo latte" interviene lui finalmente, dopo che non ha proferito parola per tutto il tempo.

"Non avevo dubbi paparino" sorrido e mi avvicino ai piccoli. "Comunque Clà, vieni quando vuoi" cerco di metterlo a suo agio, sperando di non averlo terrorizzato prima. 

"Due mani in più sono sempre utili con questi monelli. Io non sempre ho le forze sufficienti. Mario è una macchina da guerra, non si ferma mai. Non so come farei se non ci fosse lui, ma con due marmocchi non sempre bastano due mani".

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