Capitolo 44

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"Papà siamo arrivati?"

"Iniziamo bene" risponde sottovoce Mario. Sono partiti da mezz'oretta al massimo e già chiedono se sono arrivati.

"Non ancora, dobbiamo prima cantare tante canzoni e poi arriviamo" risponde Claudio alla bambina

"Quante?" Chiede Vittorio

"Mmmmm duecento!"

"Ma sono tantissime"

"Eh lo so, ma adesso vedi che neanche te ne accorgi e le cantiamo tutte"

Dopo circa dieci minuti di canzoni i bambini si sono addormentati, prima uno e poi l'altro.
Mario aveva pensato a tutto, ma a proprio tutto . Sono partiti dopo pranzo, sa che ai bambini a quest' ora viene sonno e quindi magari, dormendo un po', per loro il viaggio sarebbe stato meno lungo e stancante e infatti così è stato. Ha previsto che si sarebbero addormentati e infatti sui sedili posteriori ha lasciato dei cuscini. Si sono poi fermati in un autogrill per scendere e sistemare il plaid su di loro per evitare che prendano freddo.

Dormono come due angioletti, uno appoggiato alla testa dell'altro e sia Mario che Claudio non possono fare a meno di sorridere quando si girano a guardarli. Sono così teneri. La bocca leggermente aperta, gli occhi chiusi e il respiro soffice. Ti viene voglia di prenderli e sbaciucchiarli tutti, con quelle guance che si ritrovano, leggermente arrossate.

Mario sospira tornando a guardare avanti. Claudio gli mette la mano destra sulla gamba

"Andrà tutto bene"

L'altro sospira di nuovo e appoggia la testa al sedile, portando la sua mano su quella del compagno. Claudio la prende e la avvicina al suo viso per lasciargli qualche bacio di incoraggiamento e poi restano così, mano nella mano.

"Solo una cosa" continua Claudio all'improvviso

"Cosa?"

"Se ci sono i cannelloni aspettiamo almeno di mangiare quelli? Ti prego" anche questa volta è riuscito a far tornare il sorriso al suo uomo, ma forse quella domanda aveva qualcosa sotto e Mario aveva colto quel qualcosa. Era un "Non partire prevenuto, aspetta e vedrai che non te ne pentirai. Dagli un'occasione, se ci stanno facendo andare un motivo ci sarà"

"Allora appena arriviamo chiediamo cosa preparerà da mangiare per Natale" risponde Mario sorridendo

Dopo circa un'ora abbondante Mario sente delle manine che gli solleticano il collo.

"Ciao signorina, dormito bene?" E lei risponde di sì con la testa

"Voglio sedermi su di te"

"Non possiamo adesso amore, è pericoloso. Non siamo in giro a Verona e questa strada è pericolosissima perché ci sono tante altre macchine che corrono"

"Uffa" sbuffa la piccola incrociando le braccia al petto

"Dai non fare così, se vuoi stasera poi dormiamo insieme"

"Sisi ti prego papi"

"Certo" gli tira la manina e gliela mordicchia, accarezzandosi da solo la barba con la manina di sua figlia che si mette a ridere.

Poi la piccola torna a sedere, si risistema sul cuscino e dorme ancora un po'. 

Sono quasi le sette di sera e i bambini sono del tutto svegli, chiacchierano un po' tra di loro e un po' con i loro papà, raccontando delle maestre, dei compagni, della bidella simpatica e di quella antipatica, delle cose che hanno chiesto a Babbo Natale, delle macchine che vedono passare, un po' di tutto. Con loro non ci si annoia mai!

Il telefono di Mario squilla

"È mamma"

"Rispondi Mario, non guardare il telefono"

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