Spettacolo della natura. Forza della natura. Ecco cosa sono.
"Ho dovuto scegliere i loro nomi da solo, lo so, volevamo farlo insieme una volta nati ma tu hai dormito per tre giorni e non potevo aspettare. Mi hanno fatto andare in comune per registrarli all'anagrafe. Ti ricordi che non decidevamo mai per i nomi? Ecco mi sono venuti in mente in modo del tutto naturale dopo le parole che mi ha detto il dottore quando me li ha messi tra le braccia per la prima volta. Due lottatori che avevano conquistato la loro più grande vittoria. Due lottatori come la loro mamma. Ecco perché ho deciso di chiamare la piccola proprio come te e il piccolo Vittorio."
Appena mi ha detto questo sono scoppiata a piangere. Non glielo avevo mai detto per non sembrare presuntuosa ma desideravo tantissimo dare alla piccola il mio nome, le mamme lo possono fare perché tanto i bambini hanno poi il cognome del papà. Mi piace il mio nome. E piango al pensiero che anche mia figlia si chiamerà così.
I giorni passano abbastanza velocemente. I bimbi crescono a vista d'occhio. Mario è sempre con loro, ormai è di casa in quella stanza, aiuta gli infermieri a occuparsi dei suoi figli e non concede loro la minima distrazione. Quando mi hanno fatta scendere per la prima volta non mi hanno fatta avvicinare più di tanto. Mi hanno spinto con la sedia a rotelle che era abbastanza ingombrante per entrare. Una fitta ha colpito il mio cuore quando li ho visti con i miei occhi avvolti da quei tubicini, erano così indifesi. Avevano i pugni chiusi e ogni tanto muovevano le manine o i piedini.
Mario lascia l'ospedale solo un paio d'ore al giorno per tornare a lavarsi e a cambiarsi. Dorme qua, nel letto accanto al mio e ogni tanto di notte si alza e scende a controllare i bambini. I primi giorni i medici hanno provato a fermarlo facendogli capire che è vietato e che ci sono delle regole. Ci hanno rinunciato e adesso fa un po' quello che vuole.
Sono passate tre settimane dalla loro nascita. I bambini sono sempre più forti e anche io sto meglio. Riesco a raggiungerli con le mie gambe. Non tutti i giorni però, la terapia mi distrugge e quando la faccio rimango a letto stremata anche il giorno dopo. Ogni tanto parlo con i miei. Mi sento in colpa per non avergli detto di essere diventati nonni, ma lo sapranno anche loro. Ne approfitto del fatto che sono in un letto di ospedale per mandargli qualche mia foto e fargli sapere che tutto procede secondo i piani. Alla fine questa è la verità. Tutto secondo quanto programmato, anche se loro conoscono un programma diverso.
I genitori di Mario vengono abbastanza frequentemente. Sono felicissimi. Suo papà lo dimostra di meno ma ho visto tutto l'orgoglio di nonno mentre mi faceva vedere le foto che ha scattato lui stesso. Specie quando mi mostra quelle di Vittorio, il suo primo nipotino maschio che mostra con fierezza. Sono contentissimi e chiunque se ne accorgerebbe soprattutto quando non c'è Mario. Suo papà è ancora un po' freddo nei suoi confronti ma sono certa che questi nanetti faranno miracoli.
Natale è alle porte. Non potremo festeggiarlo a casa ma sarà comunque speciale. Mentre c'ero io con i bambini Mario ha aiutato a sistemare le decorazioni per tutto il reparto. Ha addobbato i corridoi e ha anche fatto un alberello tutto colorato vicino alla stanza dei gemellini.
I piccoli sono diventati le star dell'ospedale, tutti gli infermieri li adorano. Hanno ricevuto un sacco di visite. Sono venuti Riccardo e Camilla e anche Clarissa e Federico. Nessuno sa di me. O meglio, sanno tutta la storia ma non chi è di preciso la mamma. Mario ha detto che di loro si fida, che non avrebbero aperto bocca con nessuno. È al settimo cielo e vorrebbe gridare a tutti il suo orgoglio di essere papà ma si deve limitare per non causare fiumi di fan in ospedale.
La sera mi porta in camera tutti i regalini che ricevono i piccoli, anche gli infermieri ogni tanto regalano loro qualcosa. Quello che mi ha colpito di più è stato un orsacchiotto gigante e tenerissimo. Insieme a questo c'era un bigliettino 'E chi lo avrebbe mai detto che Mario Serpa sarebbe diventato papà prima di noi? Ti vogliamo bene e vi abbracciamo, Clari e Fede'. Non li ho conosciuti di persona ma a quanto mi racconta lui sono speciali.
I bambini stanno sempre meglio. Io e Mario siamo al settimo cielo. A un mese dalla nascita stanno benone. Adesso pesano quasi un chilo e sono lunghi 49 cm. Tutti i dottori sono contenti per come stanno crescendo. Mario passa ore e ore a parlare con loro.
È inspiegabile la gioia immensa che abbiamo provato quando ce li hanno fatti prendere. Aveva ragione Mario quando diceva che si sentiva grandissimo e piccolissimo allo stesso tempo. Hanno il potere di farti sentire speciale. Li prendi in braccio, li guardi e pensi che saresti disposto a tutto per rendere felici quegli esserini. Sembra quasi surreale vederli in carne e ossa. Li abbiamo visti crescere e svilupparsi attraverso uno schermo e ogni volta ci emozionavamo. Ma niente è comparabile alla sensazione che si prova a tenerli in braccio. A vedere che quelle creature esistono grazie a te. Ti senti pieno, ti senti realizzato.
È Natale.
Un Natale speciale. Il primo Natale da mamma e papà.
Gli infermieri hanno deciso di farci un regalo, ci lasciano cambiare il pannolino ai piccoli che possono passare un po' più tempo fuori dall'incubatrice. Mario ha visto gli infermieri farlo svariate volte e sente di essere pronto, io credevo di esserlo ma lascio fare a lui. Voglio che crei un legame indissolubile con i bambini, io sono quasi di passaggio. Avrò modo di cambiare loro i pannolini nei prossimi giorni ma lascio che sia lui a farlo con entrambi per la prima volta.
Lo vedo impacciato all'inizio ma se la cava alla grande. È un bravo papà.
Pranziamo fuori dalla stanza, senza togliere gli occhi dal vetro che ci permette di guardare i bambini. Marco e Alessandro ci hanno portato qualcosa del loro pranzo di Natale e abbiamo insistito perché andassero a pranzare con la loro famiglia che li aspettava. Noi avevamo tutto davanti ai nostri occhi. In serata poi verranno i genitori e i fratelli di Mario.
A pomeriggio decidiamo di prendere un po' i bambini. Facciamo piano per non spostare tubicini e aghi ben fissati sulla loro pelle, ignari di quello che sta per succedere. Ci sediamo vicino alle incubatrici. Mario ha preso Silvia e io Vittorio. Proprio oggi questi due marmocchi hanno deciso di farci un regalo. Una sorpresa bellissima. Li teniamo in braccio e li coccoliamo, li accarezziamo, parliamo loro con una voce tenera e dolce per trasmettergli tutto l'amore di questo mondo e all'improvviso decidono di farci innamorare di loro ancora di più.
Contemporaneamente, come per magia, aprono i loro occhi e ci guardano. Non riusciamo a togliergli gli occhi di dosso. Solo dopo un po' ci guardiamo e piangiamo. La vita scorre tra le nostre braccia. Sono bellissimi. Hanno entrambi due occhioni neri neri come quelli del papà. Ci stanno guardando. Per la prima volta vedono il loro papà e la loro mamma. Chiamiamo gli infermieri per renderli partecipi della nostra gioia e si commuovono anche loro a vederci.
Dopo un po' li rimettiamo nelle incubatrici per farli riposare.
È stato un momento speciale. Emozioni fortissime.
Per festeggiare questo avvenimento Mario pubblica una foto senza esplicitare nulla. I loro piedini vicini mentre li aveva appoggiati sul fasciatoio per cambiarli prima di rimetterli nell'incubatrice.
'Spettacolo della natura #gemellini' scrive sotto la foto.
Decidiamo di riservare quest'emozione per noi, lasciando che i piccoli facciano la sorpresa anche ai nonni e agli zii che ci trovano particolarmente felici quando vengono e capiscono presto il perché quando si avvicinano a gemellini.
Un Natale speciale per davvero.
Sotto la foto che ha pubblicato ci sono migliaia di commenti. Chi è sicura che un giorno diventerà un bravo papà, chi prova a indovinare di chi sono figli, chi non riesce a capire dove Mario si trovi in questo momento. Nessuno sospetta niente e ridiamo soddisfatti leggendo i commenti.
Gennaio
I piccoli sono più liberi. Riescono a mangiare da soli. Hanno solo un tubicino che li aiuta a respirare. Le loro urla quando hanno fame sono vita. Diventa ogni giorno più difficile lasciarli quando dormono. Seguono i nostri movimenti con gli occhi. Mario li incanta con la sua voce e sorridono quando fa loro il pesce palla. Sentirli ridere è una gioia incomparabile, soprattutto pensando a quello che hanno passato.
Io non li posso allattare al seno a causa dei farmaci che prendo. In compenso siamo diventati bravissimi con il biberon. Vedere Mario con quegli esserini minuscoli su di lui è una scena bellissima, tutti si fermano a guardarlo, ma lui si mette di spalle al vetro per nascondere quanto più possibile i piccoli dagli sguardi altrui.
Guai a chi si avvicina senza il suo permesso!
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Momenti nostri
FanfictionNon riuscendo più ad immaginarli diversamente e non riuscendo a tenere a bada i pensieri che mi passano per la testa ho deciso di buttarli giù e condividerli. La storia è frutto di fantasia, soprattutto la parte iniziale ma comunque si è quasi scri...