Capitolo 37

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12:45

Mario chiude il negozio e si avvia a piedi verso la scuola, non è lontana dal centro. Sono rimasti d'accordo con Claudio che sarebbe andato a prendere i bambini e poi lo avrebbero raggiunto al bar per tornare tutti insieme a casa.

Nel giro di una decina di minuti è davanti al cancello della scuola.

Suona la campanella e una mandria di bambini esce correndo dal portone. Si accorge che sono bambini più grandi ma cerca comunque di intravedere i volti dei suoi figli. Dopo qualche minuto riconosce la maestra di qualche ora prima, quella che aveva portato con sé i suoi bambini e gli altri compagni. È seguita da una fila di soldatini tutti ordinati e si assicura di lasciarli nelle mani dei genitori. Vedendo l'insegnante così premurosa si tranquillizza un pochettino.

Mario si avvicina e si sbraccia per farsi vedere dai suoi bambini che lo riconoscono e lo salutano.

"Maestra c'è papà" richiamano la sua attenzione, lei si gira a guardarlo e dà loro il permesso di uscire dalla fila. Corrono verso di lui che li sta aspettando a qualche metro di distanza con le braccia aperte e si buttano al suo collo per lasciargli tanti bacini.

"Ciao papiii" 

"Ciao piccoli! Tutto bene? Com'è andato il primo giorno di scuola?"

Prende i loro zaini, si fa dare la mano e si incamminano verso il bar.

"Allora, non mi raccontate niente?"

"Io mi sono seduta vicino a Martina"

"Io vicino a Lorenzo"

"Non avevo dubbi" risponde Mario, erano i loro migliori amici anche alla scuola materna.

"La maestra di italiano si chiama Maria" inizia Silvia

"Quella di matematica invece Cristina"

"Che avete fatto oggi?"

"Siamo entrati nella classe ed era tutta colorata"

"Sì, sul muro c'era uno striscione e la maestra ha detto che c'è scritto 'Benvenuti in prima'" racconta Vittorio 

"Poi ci siamo seduti ai banchi e la maestra ha letto tutti i nomi e ha detto che ogni giorno fa così e che noi dobbiamo dire che ci siamo"

"Dobbiamo rispondere 'presente'" la corregge Vittorio

"Eh vabbè sì così. Poi ci ha fatto fare un disegno e ci ha fatto scrivere il nostro nome"

"E poi li abbiamo attaccati a un cartellone sul muro"

"Viko stavo raccontando io" lo sgrida sua sorella

"Voglio raccontare pure io, vuoi dire sempre tutto tu" risponde 

"Basta, non iniziate a bisticciare. Facciamo così, adesso mi racconta tutto uno e poi l'altro racconta tutto a papà Claudio"

"Io io io racconto io adesso" grida Silvia

"Uffa, va bene allora io dopo"

Incrocia le braccia al petto e mette un broncio uguale a quelli di suo papà, Mario gli scompiglia i capelli ridendo prima di riprendergli la mano.

Nel frattempo sono arrivati vicino al bar, quando riconoscono la strada lasciano la mano di Mario e si mettono a correre verso la porta, entrano e si arrampicano sugli sgabelli per sedersi sul bancone, come fanno ogni volta.

Poi si allungano dall'altra parte per salutare i dipendenti che li conoscono e adorano quei due marmocchi.

"Lo sai che siamo in prima?" Chiede Silvia a Riccardo, uno dei dipendenti

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