Capitolo 15

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Sono le cinque di sabato pomeriggio. I bambini sono sul divano con Claudio e Mario. Claudio gioca con Silvia e Mario coccola Vittorio.

"Ma quanto è bella questa smorfiosetta?" le sussurra. "Guarda Mario, la mia mano è quasi quanta lei!" esclama felice.

"Dovevi vedere quanto erano piccoli appena nati! Sono nati a sette mesi, tra quattro giorni ne compiono tre ma è come se ne avessero uno solo per quanto riguarda peso e altezza. Sai che hanno aperto gli occhi il giorno di Natale?" racconta Mario tranquillo. Claudio non sa tutti i dettagli della loro nascita, gli ho spiegato solo come mai sono figli di Mario, i miei problemi ma sa solo che sono nati a novembre e che adesso stanno bene. È ignaro del fatto che abbiano passato i primi due mesi della loro vita in ospedale.

"Hai fatto una sorpresa a papà cucciolotta?" Claudio si rivolge alla bimba facendole il solletico.

"Insieme" continua Mario "Hanno aperto gli occhi contemporaneamente, come se ne avessero già parlato prima tra di loro e a un certo punto si fossero dati il via". Io li ascolto poco lontana da loro e mentre Mario dice queste cose mi torna in mente quello che un po' di mesi fa mi hanno detto il gemelli. Hanno parlato di quella forza gemellare che non tutti conoscono. Mi sa che in un certo senso hanno ragione.

"M-Mario" Claudio chiama aiuto con la voce spaventata e Mario scatta subito. Anche io mi avvicino per capire cosa non va.

"Mario giuro che io non ho fatto niente" la voce di Claudio trema "Le stavo facendo il solletico ma non troppo forte e a un certo punto ha iniziato a stringermi il dito e adesso è tutta rossa. Non sta soffocando vero?" capisco di cosa sta parlando e anche Mario ma lui continua a tenerlo sulle spine.

"Come non hai fatto niente Clà? Secondo te la bambina da sola da un momento all'altro diventa rossa?" si sta prendendo gioco di lui.

"Non so com'è possibile ma davvero non capisco cosa posso aver fatto" non mi trattengo e scoppio a ridere seguita subito da Mario. Claudio ci guarda interrogativo.

"Vieni puzzona di papà, abbiamo fatto prendere uno bello spavento a zio Claudio, gli sta bene" Claudio ancora non capisce.

"Clà, si stava sforzando per fare la cacchina" gli spiega per farlo tornare a respirare, io ancora rido.

"Prendi Vittorio che la vado a cambiare" e si scambiano i bambini.

"Ora sei tutta profumata brutta puzzona bellissima" dice alla piccola avvicinandosi a lei dopo averla lavata e facendole una pernacchia sul pancino. Lei ride fragorosamente e si aggrappa ai capelli di Mario con le manine. "Ahi così papà si fa la bua" commenta lui dolcemente. La riveste e torna sul divano.

"Mi sa che qui c'è un altro puzzone" dice Claudio quasi schifato appena Mario lo affianca.

"Ecco lo sapevo" ride lui "finisci con uno e inizi con l'altro" sorride. "Vero puzzoni?"

"Vuoi che" sta dicendo Claudio

"Vuoi provarci tu?" continua Mario e lui fa cenno di sì poco convinto.

"Sì dai, vieni ti dico io cosa fare. Tanto sai come sono fatti i maschietti no?" lo prende in giro. Questa non me la voglio perdere e li seguo fino al fasciatoio portando con me il telefono per immortalare questi momenti.

"Stendilo qui" gli indica il fasciatoio. "Ora guarda sotto, ci sono dei bottoncini che percorrono tutta la gamba. Sbottona la tutina, tira fuori le gambine, poi lo sollevi da dietro la schiena con una mano e gliela sfili completamente con l'altra. Ripeti la stessa procedura con il body" si ferma e aspetta che finisca di fare quello che gli ha appena detto, è un po' impacciato ma non se la cava male

"Tranquilla piccola, a te lo cambio sempre io, non ti preoccupare" si rivolge alla bimba che ha in braccio e poi gira lo sguardo verso di me che sto riprendendo tutto e mi fa l'occhiolino.

"Perfetto, bravo zio! Ora la parte un po' più difficile: apri il pannolino. Ma fallo-" lentamente voleva aggiungere, fallo lentamente. Ma Claudio aveva già aperto tutto e non ha fatto in tempo a richiudere quando Vittorio ha deciso di fare la pipì proprio in quel momento, bagnando tutto Claudio che è rimasto pietrificato. Io e Mario sapevamo che sarebbe successo, è così l'80% delle volte ma siamo scoppiati a ridere perché qualcun altro non se lo aspettava; ecco perché ha lasciato che lo cambiasse, per fargli quest'altro 'scherzetto'.

"Bravo piccolo" esulta Mario soddisfatto cercando la sua manina per dargli il cinque, anche il piccolo ride "Fagli vedere chi comanda qui!" continua "Lo sai che questo signore qualche mese fa ha fatto il cattivissimo con il tuo papà? Grazie per avermi difeso e avergliela fatta pagare" scherza con il bimbo ma Claudio non ride molto.

"Dai vai a lavarti zietto, continuo io" lo invita con tono sereno, mi passa la piccola e va da Vittorio.

Il volto di Claudio si è rivestito di tristezza, si dirige in bagno e poi va a prendere una maglietta pulita. Quando è in camera lo raggiungo con Silvia in braccio, ha ancora un'espressione cupa, è seduto sul letto e sta guardando il pavimento.

"Ehi" gli annuncio la nostra presenza mentre mi avvicino per non spaventarlo. Alza la testa, ha gli occhi rossissimi e pieni di lacrime.

"Ehi ehi ehi, che è successo?" mi avvicino e gli accarezzo una spalla. Al mio tocco scoppia a piangere

"Io, io ho rovinato tutto Silvia, ho rovinato tutto" si copre il viso con le mani.

"Va tutto bene Cla, non ce l'ha più molto con te. Non saresti qui se non lo avesse voluto. Però è pur sempre Mario Serpa, sai? Pensavi di passarla liscia? Non si ricorda più come ci si arrabbia ma si ricorda di essere stato male. Ma andrà tutto bene zietto" gli faccio l'occhiolino.

"Forse non lo sai ma sei il primo Clà" mi guarda incuriosito "Sei il primo a cui ha permesso di cambiare il pannolino, sei il primo a cui ha permesso di dar da mangiare ai suoi figli e dovrai sentirti l'uomo più fortunato del mondo se stasera ti permetterà di tenerli in braccio mentre si addormentano" sta un po' meglio. "Sei il primo Clà, sei il primo e sarà sempre così!" mi alzo e lascio che si riprenda. Spero che abbia capito che non mi riferisco solo a oggi.

Mario è sul divano a giocare con il piccolo e io sulla poltrona con la mia omonima quando Claudio torna sorridente in camera dei bambini.

"Vieni qua brutto mascalzone!" si avvicina a Mario per prendere Vittorio, glielo lascia fare.

"Io e te abbiamo un conto in sospeso" dice al piccolo appoggiandolo poi sul divano e buttandosi su di lui, riempiendolo di baci e pernacchie e facendogli il solletico. Anche Silvia ride ascoltando quello che accade a pochi metri da lei. Io e Mario ci guardiamo e sorridiamo contenti.

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