Era bastato qualche giorno per capire la gravità del fatto che Viko avesse iniziato a camminare, giorno dopo giorno ci aveva preso gusto e nessuno lo fermava più. Per fortuna che ci sono i pannolini, ha fatto un sacco di cadute senza spaventarsi però minimamente.
"Oh, duto" dice quando cade ma poi si afferra a qualcosa, alza quel culetto e si rimette in piedi come niente fosse.
Abbiamo fatto montare una specie di cancelletto alle scale perché quel teppistello si siede e si tira su, poi per scendere sono guai perché non ce la fa.
Silvia invece ha preferito aspettare ancora un po', preferisce muoversi con il girello o sulle braccia di qualcuno. Spesso capita che tutti e due sono a giocare sul tappeto, Vittorio si tira su e la prende per mano tirandola perché si alzi; lei si aggrappa da qualche parte e si tira su poi però perde l'equilibrio e si ritrova seduta per terra. Non sempre fa in tempo ad arrivare per terra perché l'occhio vigile di papà Mario è sempre in grado di prenderla al volo.
Da perfetta esibizionista, lei ha spiccato il volto assicurandosi di avere parecchi occhi addosso. Infatti era il compleanno di Mario quando ha deciso di fargli un bel regalo e davanti agli invitati e agli occhi lucidi del papà ha mosso il suo primo passo verso ovviamente lui che l'ha afferrata al volo e quando lei si è assicurata di essere ben salda tra le braccia del suo principe si è battuta le manine da sola facendo ridere tutti.
Chi ha più paura per il fatto che questi marmocchi abbiano preso il volo è però Kim.
Quando stavamo a Roma è sempre stata nella casa di Mario e a turno io o lui la portavamo giù. All'inizio non la facevamo avvicinare molto ai bambini, soprattutto dopo i primi mesi perché si aggrappavano al suo pelo facendole male.
Trasferiti qua ovviamente lei ci ha seguiti, adesso ha tanto spazio per correre e viveva una vita serena quando i bambini rimanevano dove li mettevi oppure giocavano nel box.
"Mim" gridano per chiamarla quando la vedono e poi si mettono a correre verso di lei, di solito arrivano a terra un paio di volte prima di raggiungerla ma comunque stanno la maggior parte del tempo in salotto che abbiamo quasi completamente rivestito con il tappeto morbido colorato, quello componibile tipo puzzle nelle cui caselle ci sono lettere e numeri e quindi anche se cadono non si fanno male. Ovviamente questo avviene quando siamo tutti a casa e tutti e tre, o almeno due, che giochiamo con loro. Quando sono sola li faccio stare più tranquilli nel box con i loro giochini. È grandioso come abbiano capito che ci sono momenti in cui si possono scatenare e altri no.
Mario è riuscito a far guardare la sua prima partita a Vittorio, ha comprato sia a lui che alla piccola la maglia della Lazio e quindi ogni volta che c'è la partita la indossano tutti e tre. I piccoli sono entusiasti a vedersi con la stessa maglietta del papà.
Inizia la partita che sono entrambi sul divano sulle sue gambe, dopo i primi minuti Silvia, annoiata, rotola via e si rifugia sulle gambe di Claudio che è felice di accoglierla e coccolarla, interessato meno di lei alla partita. I due si allontanano un po' da Mario per non disturbarlo perché puntualmente finisce che Claudio racconta o legge una favola alla bimba se non addirittura si mettono a cantare.
Per il compleanno di Mario, Claudio gli ha regalato una piscina da mettere in giardino, di quelle che si montano e smontano.
"L'anno scorso ti preoccupavi perché non ero abbastanza abbronzato, in effetti ero un po' palliduccio come lo eri anche tu" gli aveva detto "Quindi quest'anno ci abbronzeremo insieme senza dover fare troppa strada".
Così verso la metà di giugno hanno montato e riempito la piscina sul retro della casa. Prima di luglio però l'hanno usata solo loro mentre i bambini dormivano il pomeriggio perché il sole non era ancora abbastanza caldo.
"Ssina ssina" gridano i piccoli quando vogliono entrare in piscina e siamo sempre felici di accontentarli per fare il bagno, perché forse vogliamo più noi di loro.
Si divertono a sbattere i piedini nell'acqua e a spingere i papà che puntualmente fanno finta di affogare per farli ridere. Sentirli ridere e stare sereni è la sensazione più bella del mondo. Siamo una bella famiglia.
Ho scattato una foto in cui sono tutti e quattro in acqua. Vittorio nella sua macchinina gonfiabile con una manina sulla testa di Mario mentre prova ad affogarlo e Silvia tra le braccia di Claudio che la tiene quasi a testa in giù, con le gambine in aria e il faccino vicino al suo viso mentre stanno per darsi un bacino, ha le braccia spalancate perché hanno appena fatto l'aeroplano.
Mario l'ha pubblicata senza scrivere niente e la sera ci siamo poi divertiti a leggere cosa hanno commentato.
"Vederli così sereni mi fa stare bene"
"Mario non ha scritto niente semplicemente perché non esistono parole per descrivere questa foto, parla da sé"
"Vorrei essere io quella bambina"
"Mi accontenterei di essere il gonfiabile"
"Semplicemente amore"
"Finalmente possono godersi la pace che meritano"
"Amore puro"
E tante altre frasi che ci hanno fatto commuovere. "Che vi avevo detto?" dice Mario "Avrebbero trovato loro le parole adatte"
E decide di pubblicare una foto che è un collage di tutte quelle belle parole delle loro fan nei confronti della sua famiglia per ringraziare chi c'è sempre stato, chi ha sempre creduto nel loro amore anche quando non davano speranze, anche quando "Ancora castelli vi fate?", anche quando "Per il momento ci abbiamo messo una pietra sopra" e tutte si sono (ci siamo) aggrappate a quel 'per il momento' perché quel momento sarebbe passato e così è stato.
Perché non si poteva mettere una pietra su una cosa del genere, sopra un amore tanto grande.
Perché una pietra scompare se si trova davanti a una montagna.
A questa foto Mario mette la didascalia:
"Tempo fa, parecchio tempo fa, ho detto: andrà tutto bene alla fine e se non andrà bene non è la fine. Ora posso dire che va tutto bene finalmente ma non è la fine, è solo l'inizio! Semplicemente grazie a tutti".
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Momenti nostri
FanfictionNon riuscendo più ad immaginarli diversamente e non riuscendo a tenere a bada i pensieri che mi passano per la testa ho deciso di buttarli giù e condividerli. La storia è frutto di fantasia, soprattutto la parte iniziale ma comunque si è quasi scri...