Capitolo 39

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🔐 ~My dear Samantha...~ 🔐

POVS SAMANTHA :

Mi svegliai con la sveglia del mio telefono che suonò alle nove in punto.
Mi strofinai leggermente gli occhi e, trascinandomi con i piedi, andai verso il bagno.

Dopo essermi sistemata, uscì dalla mia stanza per andare di nuovo agli studi di Amici per fare le prove con Riccardo sulla canzone che avremmo dovuto cantare.

<<Buongiorno Sam>> disse Riki non appena mi vide.
<<A te>> risposi sorridendogli dolcemente.
<<Mettiamoci subito a lavoro>> dissi ancora mentre mi sedevo dietro al pianoforte con il mio amico davanti a me.

***

Dopo aver finito le prove, uscì dalla sala quattro per ritornarmene in hotel e buttarmi nuovamente sul mio amato letto.

Dopo quella chiacchierata con Mike, era come se tutte le mie forze, con me stessa inclusa, fossero svanite nel nulla.

Si perchè io non mi sentivo più presente fisicamente, mi sentivo come bloccata in un'altra dimensione.
E forse solamente Mike poteva salvarmi...

<<Sam? Ci sei?>> mi riportò alla realtá Stephan mentre bussava da fuori la porta.
Mi alzai sbuffando e andando ad aprirgli.
<<Cosa c'è?>> chiesi sospirando.
<<Abbiamo un'intervista a Firenze>> rispose fissandomi nei miei occhi.

<<Cosa? Hai idea di quante ore di viaggio ci vorranno?!>> gli chiesi sbalordita.
<<Esattamente tre ore e trentatre minuti>> rispose in tono scontato mentre guardava il suo orologio al polso.

<<Dobbiamo proprio?>> gli chiesi quasi supplicandolo.
<<Si Sam>> mi rispose severamente.
Sbuffai e lasciai Stephan davanti alla porta aperta della mia stanza mentre io andavo nel mio bagno a cercare di darmi una sistemata.

<<Pronta?>> mi chiese dopo alcuni minuti.
<<Si>> risposi seccata e sbuffando.
<<Dai su, ci vorrano più ore di viaggio che per tutta l'intervista>> mi disse sorridendomi mentre mi dava una leggera pacca sulla spalla.
<<Sará meglio per te, oggi non è giornata>> risposi indossando i miei occhiali da sole e uscendo dalla stanza insieme al mip produttore discografico.

POVS MIKE :

<<Prova a suonarla in Sol>> disse Boosta mentre fissava la mia chitarra nera.

Avevo l'immagine triste e delusa di Sam impressa nella mente dall'ultima volta che la vidi.
E credetti addirittura di essermela sognata ogni notte.
Non era colpa sua se era successo ciò che era successo.
E come farglielo capire...
Non ne voleva assolutamente sapere.

<<Mike? Sei presente in questo pianeta?>> mi riprese di nuovo il mio professore.
<<Si mi scusi>> risposi tornando alla realtá.
<<A chi pensi?>> mi chiese sospirando mentre Boosta.

<<A chi penso? E perchè crede che pensi ad una persona? Non potrebbe essere qualcosa?>> chiesi io.
<<Perchè soltanto quando pensiamo a delle persone importani abbiamo delle facce da perfetti cretini assorti>> rispose ridacchiando.
<<Si ha ragione, sono un cretino>> risposi sbuffando.

<<Non mi riferivo a te...>> cercò di dirmi il professore.
<<No no, apparte questo... sono davero un cretino per come mi comporto in certe situazioni>> risposi alzando gli occhi al soffitto di quella stanza.

<<Mike siamo umani, tutti noi sbagliamo, l'importante è poi accorgersi e ammettere di aver sbagliato>> disse Boosta sorridendomi debolmente.
<<La cosa fondamentale,poi, è scusarsi>> aggiunse sospirando.

<<Dicendo quella semplice parola, è come se tutto tornasse alla normalitá, come se quel "Scusa" fosse un pulsante che, una volta premuto, facesse ritornare ogni cosa al proprio posto>> concluse poi.
<<Come una sorta di reset?>> chiesi inarcando un sopracciglio.

<<Esattamente>> affermò annuendo con la testa.
<<E poi è la cosa più saggia, giusta e umile che si possa fare dopo aver combinato un casino, anche il più grande dei casini>> disse ancora sorridendomi.

<<E se proprio pensi che non ci sia via d'uscita, ti rimane sempre la musica>> concluse infine indicando la mia chitarra.
<<Ha ragione...>> risposi abbassando lo sguardo sentendomi colpevole.

<<Non fare il cane bastonato, non sei il tipo Mike>> disse Boosta poggiando una mano sulla mia spalla.
Alzai lo sguardo verso il mio professore che mi guardava con fare comprensivo, come se sapesse ciò che mi portavo dentro.

<<Come fa a capire così le persone?>> gli chiesi curioso.
<<Semplicemente perchè ho anni e anni di esperienza. E anche perchè credo che ne abbia passate davvero tante nella mia vita>> rispose sospirando.

<<Mike...>> mi chiamò poi.
<<Nulla è perduto, e a tutto esiste rimedio>> disse poi facendomi l'occhiolino sorridendomi.
<<Grazie professore>> risposi ricambiando il suo sorriso.

Sam poteva sentirsi in colpa quanto voleva, ma il danno l'avevo creato sempre io.
Non comprendendola quando c'era da comprenderla, e queta incomprensione ha avuto la meglio, facendomela perdere.
Ma io la riprenderò, perchè io amavo Sam.
Samantha... mi mancava da morire.

EI BELLA GENTE :
non so perchè ma quando ho scritto la parte """saggia""" del dialogo con Boosta, me lo sono immaginato come Nonno Libero, non chiedetemi il perchè😂.
Comunque, voi come state? Spero non come il povero Mike, ma tranquilli, come dice Nonno Boosta, a tutto c'è rimedio!😂😏.
E boh niente, fatemi sapere se il capito vi sia piaciuto.
Ho aggiornato anche il nuovo capitolo della mia storia "Quella ragazza di Cleveland" quindi correte subito a leggerla e a farla conoscere a più persone che potete mi raccomando!!
E nienteeee
Ve saluto e ve ringrazio.
-Clelia💜

Reality. ||Michele Merlo||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora