Capitolo 58

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<<Ti prego... va via adesso Sam>> mi intimò il ragazzo dai capelli scompigliati mentre sbuffava rumorosamente e si portava le mani fra i suoi capelli.

La sua reazione mi spiazziò tant'è che diventai di pietra.
<<C...cosa?>> chiesi incerta deglutendo.
<<Va via... ho la testa in completa confusione, sei scappata via, non ti sei fatta viva per giorni e poi ti rivedo con un ragazzo che nemmeno conosco. Si, mi hai detto di cosa avete parlato, ma chi mi garantisce questo?>> rispose lui continuando a sbuffare.

<<Mike... non ti fidi più di me?>> domandai quasi sbalordita.
Lui non rispose nulla, abbassò lo sguardo e subito dopo mi aprì la porta e in quel preciso momento il mio cuore andò in frantumi.
<<Ma... non è un'addio... vero?>> domandai deglutendo lentamente.
<<Ti ho persa troppe volte... e quasi tutte le volte è stato sempre per colpa mia. È chiaro che non sono quello giusto per te>> rispose sospirando.

Non appena finì la frase, i miei occhi si lucidarono e lui a quella vista si avvicinò a me e mi baciò dolcemente.
<<Dimenticami>> disse poi con un filo di voce staccandosi di poco dalle mie labbra.
Scoppiai a piangere e poi corsi velocemente via da quella casa.

Io? Dimenticare Mike? E come potevo mai riuscirci.
Ormai, dopo tutto quello che c'era stato era impossibile farlo.
Era come costringere una persona a smettere di respirare, non si può.
Non potevo dimenticare Mike, come avrei potuto minimamente anche solo pensarlo?

I pensieri si infrangevano nella mia testa sovrapponendosi l'uno con l'altro mentre correvo via dalla casa di Mike con le lacrime agli occhi.

***

Una volta chiusa dentro casa mia, sfrecciai verso la mia stanza chiudendomi a chiave e iniziando a buttare all'aria tutto quello che mi capitava sotto i miei occhi : fogli di carta, spartiti, penne, matite, tutto.

Una volta aver creato un mini inferno nella mia piccola stanca, esausta, mi accasciai a terra appoggiando la mia schiena ai piedi del letto continuando a piangere forte.

Non potevo crederci.
Non riuscivo a crederci.

Mi coprì il viso rigato di lacrime con le mie mani continuando a singhiozzare velocemente e perdendo quasi il respiro.
D'istinto, poi, mi alzai e cercai fra i vari spartiti buttati violentemente a terra, proprio quello con inciso "Reality" : la canzone che mi aveva dedicato Mike e la stracciai in mille pezzi.

Se dovevo dimenticare dalla mia vita Mike, l'avrei fatto per bene.

***

<<Sono tornata!>> la voce di mia madre urlante quella frase mi fece risvegliare dal sonnellino che avevo fatto nel mio letto.
Aprì lentamente la porta della mia stanza, ancora a soqquadro, e andai verso le scale.

<<Mamma, ho deciso. Voglio andare a vivere da sola>> affermai poi facendola rimanere di sasso con le sue buste della spesa ancora fra le mani.
<<Cosa? Come mai adesso?>> mi chiese iniziando a salire le scale.
<<Perchè non voglio più essere un peso e anche perchè ormai credo di avere l'etá per farlo>> risposi subito.

<<Sam cosa è successo con Mi...>>
<<Non è successo niente. Non voglio più sentir parlare di lui, non voglio nemmeno più sentire nominare quel nome. Ormai non è più nessuno>> la interrompei afferrando una delle due buste di spesa che aveva fra le mani.

Mia madre non disse nulla, si limitò a sospirare e ad andare in cucina.
<<E dove pensi di prenderti una casa?>> mi chiese poi andando verso la cucina.
<<Non saprei, Stefan e suo padre abitano in questo momento a New York, potrei andare anch'io così gli risparmio i viaggi per venire qua>> risposi posando la busta sopra al tavolo della cucina.

<<New York?! Ma hai idea di quanto sia lontano da casa?>> mi chiese mia madre sbarrando gli occhi.
<<Lo so mamma, ma sará come se non me ne fossi mai andata, vedrai!>> risposi posando una mano sulla sua spalla cercando di sorriderle.

Per un'attimo mia madre non disse nulla, continuava a fissarmi negli occhi come se avesse il potere di leggere quanto dolore avesse la mia anima in quel preciso momento.
<<E va bene... se ti fará sentire meglio cambiare aria...>> disse poi sospirando.
Le sorrisi e la abbracciai forte.

<<Parto domani stesso>> affermai correndo nella mia stanza e lasciando mia madre da sola in cucina ancora incredula e sbalordita sulla mia decisione forse troppo affrettata.

Ma ormai ero determinata.
Mike voleva che lo dimenticassi? E va bene, così sarebbe stato.
Ma lo sarebbe stato da lontano, da molto lontano.
Talmente lontano da fargli sentire fino alle sue ossa la mia mancanza e da fargli capire che sbaglio aveva commesso a lasciarmi andare.

Afferrai il mio telefono e digitai un messaggio per Stefan :

me :
New York, sto arrivando!

...

Reality. ||Michele Merlo||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora