Capitolo 38

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*se volete, ascoltate la canzone qui sopra!💜*

🌸 ~Why is everything so heavy?~ 🌸

"In questo momento non mi piace il mio modo di pensare.
Accumulo problemi che sono così superflui.
Vorrei poter rallentare le cose.
Voglio liberarmene ma c’è una sorta di conforto nel panico. "

.

<<M...Mike, adesso devo andare...>> dissi abbassando lo sguardo verso il lucido pavimento di quella stanza.

Lui non disse nulla, rimase in silenzio, a fissarmi con uno sguardo abbattuto e triste.
<<Mi dispiace... per tutto quanto...>> dissi ancora con la voce tremante mentre correvo verso la porta con gli occhi che iniziavano a gonfiarsi di lacrime.

<<Sam ti prego!>> quasi urlò.
Ma io non volevo sentire nient'altro.
Mi sentivo talmente in colpa.
L'avevo visto, avevamo chiarito, ma ugualmente non mi faceva sentire per niente sollevata la cosa.

Corsi via dagli studi andando verso il mio hotel.
Una volta arrivata, sfrecciai come un fulmine verso la mia stanza, dopo esservi arrivata, mi buttai a pancia in giù alla volta del mio letto e scoppiai in lacrime.

***

Fu sera, Stephan bussò alla porta.
Ormai avevo smesso di piangere, il mio sguardo era perso nel vuoto.
Ero semplicemente seduta sul mio letto, con l'oscuritá che circondava quel metro cubo di stanza.

Mi alzai lentamente e andai ad aprirgli.
<<Oh, che succede?!>> mi chiese allarmato non appena mi vide in quello stato.
<<Nulla... sto bene>> risposi asciugandomi velocemente le mie guance ancora umide dalle lacrime di prima.

<<Sam... l'hai visto?>> mi chiese in tono, quasi, scontato.
Io annuì con la testa e, in un batter d'occhio, le mie lacrime fecero di nuovo capolinea sul mio viso.

<<Vieni qui dai>> mi invitò Stephan allargando le sue braccia per poi stringermi forte.

Sciogliemmo, poi, l'abbraccio e gli raccontai del mio incontro, dopo mesi, con Mike.
<<Sam, in realtá, se c'è qui qualcuno che si deve sentire in colpa, quel qualcuno sono proprio io. Sono stato io a dirti di non dirgli nulla nè a Mike, nè ai tuoi amici>> disse poi Stephan.

<<No ma cosa dici... è solo colpa mia, ma l'ho fatto per proteggere il sogno di Mike. Se gli avessi detto giá come avrebbe funzionato il programma, sarebbe stato espulso da quella scuola e chissá che putiferio si sarebbe creato con i giornalisti, insomma, ancora loro non sapevano della mia relazione con lui>> risposi sospirando.

<<Sapevano?... quindi voi non...>>
Negai con la testa interrompendolo prima che potesse continuare a parlare.
<<Ma perchè Sam, ti ha perdonato, tu continui ad amarlo, lui ti ama, cosa vi blocca?>> mi chiese Stephan sospirando.

<<Non lo so... ma per adesso, non credo sia una buona idea tornare assieme...>> risposi abbassando lo sguardo verso il pavimento della stanza.

<<Preferisci che prima tutto finisca, giusto?>> mi chiese.
Lo guardai fisso negli occhi senza rispondere.

Aveva perfettamente ragione.

<<Esatto. Non voglio che si creino scandali...>> risposi poi.
<<È la cosa giusta da fare>> mi sorrise.
Ricambiai il suo sorriso e poi ci abbracciammo di nuovo.

***

Dopo aver finito di cenare, salì nella mia stanza.
Non presi l'ascensore per raggiungere il piano superiore, decisi di prendere le scale per quella volta.

Mentre salivo i gradini, avevo lo sguardo totalmente perso nel vuoto, non sapevo nemmeno con quale attenzione stessi salendo le scale, dato che, non c'ero completamente con la testa.

Arrivai di fronte alla mia porta della mia stanza d'hotel e la aprì.
Le luci erano tutte spente, accesi solamente l'interruttore accanto alla soglia della porta.

Sbuffai grattandomi la nuca.
Mi preparai per andare a dormire, e finalmente mi addormentai, sperando che quella giornata orribile, fosse stata solamente un brutto sogno.

***

POVS MIKE :

<<Mike? Ci sei?>> mi richiamò Thomas schioccando le sue dita davanti ai miei occhi.

Dopo l'incontro con Sam, ero rimasto a pensarla per tutta la giornata, quindi si, ero presente nella stanza fisicamente, ma mentalmente, la mia testa, beh, chissá dov'era.

<<Eh? Si si ci sono>> risposi tornando a fissare un punto indefinito del salotto della mia casetta bianca.
<<Mike ma che succede... non sei molto presente con la testa oggi>> mi disse Thomas.
<<Il fatto è che... ho visto Sam oggi alle prove...>> risposi dopo qualche attimo di esitazione.

Thomas sbarrò gli occhi.
<<Wow, davvero? E com'è andata?>> mi chiese sorpreso.
<<Non è andata.>> risposi abbassando lo sguardo verso il divano bianco sul quale eravamo seduti io e il mio amico.

<<E lei?>> mi chiese ancora.
<<Si sente in colpa... sempre per quel fatto>> risposi cercando di far riferimento a quando lei non mi potè dire che sarebbe venuta ad Amici come ospite.
<<Ah si, ho capito>> disse Thomas sospirando.

<<Ma non deve stare male, insomma, non è stata colpa sua>> aggiunse.
<<Lo so... adesso lo so>> risposi sbuffando rumorosamente.
<<Thom, mi manca da morire>> mi lamentai portandomi le mie mani fra i miei capelli arruffati e disordinati.

Mi ricordai, dopo aver fatto quella mossa, di quanto le piacevano i miei capelli scompigliati, e mi spuntò un sorriso.
<<Perchè sorridi?>> mi chiese Thomas alzando un sopracciglio.
<<Lascia stare... sei troppo piccolo per queste cose>> risposi ridacchiamdo e afferrando un cuscino pronto a lanciarglielo in pieno viso.

<<Ei! Così non si fa!>> disse Thomas rilanciandomi di nuovo lo stesso cuscino di prima.
Scoppiammo a ridere entrambi e, subito dopo, partì una guerra di cuscinate.

CIAOOO :
Come vaaa? Spero bene.
Scusate questa mia lunga assenza, ma la scuola mi occupa davvero molto.
A voi come sta andando?.
Fatemi sapere, comunque, se vi è piaciuto questo capitolo.
(vi vedo abbastanza inattivi e questa cosa mi dispiace molto 😕).
E boh niente, ve saluto e ve ringrazio.
AH VI RICORDO CHE HO ANCHE AGGIORNATO NELLA MIA STORIA CHE STO SCRIVENDO ("Quella ragazza di Cleveland") QUINDI CORRETE ANCHE A LEGGERE QUELLA STORIA SU SU
-Clelia💜

Reality. ||Michele Merlo||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora