-Chapter 9-

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Quella sera me ne andai a letto presto,nemmeno cenai,avevo già fin troppe farfalle nello stomaco e non me la sentivo di ingozzarmi di pizza come se non ci fosse stato un domani per tutta la serata,perciò alle 9.45 ero già sotto le coperte. Il problema è che non riuscivo ad addormentarmi. Non facevo altro che pensare a quanto fossi stata stupida a non cogliere quell'occasione con Luke; ero piena di rimorsi. Magari lui lo aveva fatto solo per testare quanto davvero mi piacesse e ora pensava che non me ne fregava nulla. Ma quanto sono stupida. Era stato il primo,vero,contatto fisico ravvicinato che avessimo mai avuto prima di allora e io così reagivo? Se non fosse mai più ricapitata un occasione del genere? Lui stava pensando a me in quel momento?

Troppe domande senza risposta.

Dopo aver dato una veloce occhiata al display del mio telefono,che segnava le 3.30 di notte,decisi di staccare il cervello per un pò,altrimenti non sarei riuscita a tenermi in piedi il giorno seguente,il che complicava le cose,perché avevo intenzione di chiarire i fatti e mettere una dannata fine a questo mio strano flirt con Luke. Non sapevo bene cosa gli avrei detto,ma contavo sul fatto che le parole sarebbero uscite da sole,al momento opportuno. Spensi la luce e assieme ad essa anche il cervello. Mi addormentai solo alle 5.20 del mattino.

"Elizabeth oggi anche io vado di corsa,quindi non sprecherò tanto tempo a dirti di alzarti,sbrigati che sono già le 7.30" aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai davanti la figura di mia sorella,con un cappuccino in mano,già vestita e truccata.

Anne uscì dalla stanza chiudendo delicatamente la porta e subito dopo che la sentii scendere le scale,buttai il piumone a terra e mi lanciai nell'armadio per mettermi qualcosa addosso. Improvvisamente mi pentii di tutti quei pomeriggi negati a mia sorella per andare a fare shopping e finii per indossare la solita grande e vecchia,ma altrettanto comoda,felpa nera della North Face con un paio di leggins a stampa e le Vans. Legai i capelli in una coda disordinata e dopo aver preso la borsa con i libri e le cuffie,mi precipitai fuori casa.

Quella era un giornata importante per me. Ero decisa,più che mai,a chiudere con la persona che tanto odiavo. La persona tanto bella quanto fuori di testa. Colui che si fa desiderare da tutti. Luke Hemmings.

Guardai il telefono e notai che ormai mancava solo un quarto d'ora alla campanella,ma dovevo portare subito a termine il mio obbiettivo,quindi iniziai a correre e ringraziai più volte di non essermi messa in tiro,quella mattina. Passai con il semaforo rosso la maggior parte delle volte e mi beccai qualche strombazzata di clacson,ma in fondo,era per una buona causa se mi avevano quasi investita.

Arrivai nel cortile affollato della scuola nel giro di 5 minuti e salii sul muretto del campo da basket per riuscire a capire dove fosse Luke. Il mio sguardo vagò per un pò,fino a che non lo vidi con le cuffie,gli occhiali da sole e il viso chino sul suo telefono,seduto sulle scale dell'ingresso,accerchiato dal solito branco di oche che lo fissavano e spettegolavano,ma si tenevano a debita distanza. Scesi immediatamente dal muro e mi precipitai verso di lui,spintonando chiunque mi trovassi davanti e probabilmente,dopo essermi procurata una cifra sproporzionata di lividi,arrivai alla meta. Lui non si accorse di me,sicuramente il volume della musica era fin troppo alto,quindi gli sfilai una cuffietta e gli alzai il viso

"Buongiorno eh" chinai la schiena e avvicinai il viso al suo,lui mi sorrise e si alzò in piedi

"Giorno"

"Dobbiamo parlare" lo scambiai di posto con me e salii sullo scalino dove era seduto fino a poco tempo prima,per riuscire a guardarlo negli occhi

"Dimmi" si fece serio e si sfilò anche l'altro auricolare

"Dobbiamo smetterla di andare avanti così"

"Così come?"

"Con questo tira e molla,oh ci sei dentro oh no!"

"E se non volessi impegnarmi?"

"Allora scordati di me" sentivo le lacrime salire agli occhi e Luke era l'ultima persona davanti alla quale volevo piangere. Lo spinsi in modo tale da riuscire a sgattaiolare via e diffondermi nella folla,lontano da lui.

Le lacrime avevano iniziato a rigarmi le guance. Una crepa profonda iniziò a diradarsi nel mio petto e sentii il cuore cessare di battere

"Liz! No,aspetta! Torna qui!" sentivo il suo urlo sovrastare tutto il chiacchiericcio che veleggiava per il cortile,ma la codardaggine di quei ragazzini mi tradì ancora,tutti si sposatarono,avvertendo quello strillo agghiacciante e crearono un cerchio attorno a me

"Aspetta,ti prego" aveva calmato la voce,ma io ero ancora di spalle e con la testa bassa per non farmi vedere così fragile,più che dal resto delle persone,da lui.

"Hai capito male...io non intendevo dire che non...insomma...ci tengo a te,da morire"

"Smettila di sparare cazzate! Per tutto questo tempo mi hai solo presa per il culo,mentre io come una cogliona mi stavo illudendo che a te,un minimo,importasse di me! Mi hai ferita Luke, e nel profondo! Sentiti libero di non rivolgermi più parola,fa come se non fossi mai nata" mi girai e iniziai ad avanzare per essere più vicina a lui. Avevo la voce malferma e il viso ormai coperto di lacrime,la mani mi tremavano terribilmente.

"Guardami,negli occhi,ora" aveva la voce più ferma di quanto mi aspettassi,ma non lo ascoltai

"Ho detto guardami" scandì bene le parole e mi alzò il viso con più forza del solito. Io chiusi gli occhi e li strinsi forte per evitare di fargli vedere ancora le mie lacrime,serrai i pugni,conficcando le unghie nei palmi,fino a farli sanguinare.

Poi il nulla.

La testa mi esplose assieme al cuore,nell'istante esatto in cui le sue labbra si posarono sulle mie.

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