-Chapter 27-

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E così la giornata passò piatta e noiosa. Come sempre.

Alle 16.15 decisi di andare in biblioteca per conoscere finalmente il mio tutor,per sapere di quale tortura sarei morta.

Probabilmente sarà un nerd sfigato,con l'apparecchio e gli occhiali. Magari fa anche giochi di ruolo online e morirà vergine a 40 anni. Blah solo il pensiero mi fa venire il ribrezzo.

Decisa a dare un bel po di filo da torcere al povero mal capitato,aprii la porta della biblioteca.

Non c'era nessuno,apparte l'anziana della reception e un ragazzo con i capelli blu,con il viso chino su un libro talmente alto,che poteva essere scambiato per un dizionario.

"Ehi ciao,mi chiamo Elizabeth,sai per caso dove posso trovare Michael...Clifford?" mi avvicinai al tavolo,il ragazzo alzò gli occhi e mi sorrise

"Ce l'hai davanti,siediti pure" chiuse il libro e mise sul tavolo un astuccio e un quaderno ad anelli.

Aveva due piccoli occhi verdi,i capelli blu,la carnagione fin troppo chiara,la canotta dei Sex Pistols e un paio di orecchini a cerchietto neri,dalla quale,su quello di destra,pendeva una croce. Non esattamente quello che mi aspettavo.

"Aspetta...cosa?!Sei il mio tutor?" mi sedetti di fronte a lui e posai il mio zaino sul tavolo,spiazzata.

"Si,perché?"  il ragazzo cominciò a ridere e mi prese il diario dallo zaino

"Non hai proprio l'aspetto...dello studioso,ecco"

"E tu sei esattamente come ti immaginavo"

"Sarebbe a dire?"

"Una ribelle" mi sorrise. Un sorriso sincero,dolce,amichevole,gentile forse. Mi scaldó il cuore vedere le sue guanciotte rosee e i suoi occhi luccicare come quelli dei bambini nei negozi di caramelle.

"Oggi dobbiamo proprio studiare?" incrociai le braccia sul tavolo e ci poggiai sopra la testa,sbuffando

"Beh...teoricamente...dovremmo ma..." gli chiusi il libro sotto al naso e gli diedi un pizzicotto sulla spalla

"E daaaai è il nostro primo giorno inseme!Parlami un pò di te" mi acciambellai sulla sedia,tirai le maniche della felpa fin sopra al pollice e chiusi i palmi a pugno

"Allora...non c'è molto da dire...amo leggere,ho una vita tranquilla,sono tristemente single,ho pochi amici,amo i videogames e i fumetti,suono la chitarra e la musica è tutta la mia vita,tu invece?"

"Aha!Lo vedi che sei un pò nerd?Mh vediamo...a me piace cantare anche se faccio davvero schifo,mi piace scrivere e leggere,amo la musica in tutti i suoi generi,ho uno strano amore per tutto ciò che sia autodistruttivo e parecchie strane paure"

"Canti!Mi fai sentire qualcosa?"

"Eh no carino,dovrai offrirmi un bel pò di birre,prima di sentirmi cantare" Michael scoppiò di nuovo a ridere.

"Gira la voce che sei un'attrice formidabile" appoggiò il gomito sul tavolo e anche lui abbassò le testa sul ripiano

"Così dicono...in realtà dico solo ciò che penso".

E così,tra chiacchiere e pizzicotti,andammo avanti per due ore.

"Michael ma è tardissimo!Oh mamma devo andare!" misi apposto tutti i quaderni e i libri inutilizzati,con fretta e furia,per poi riporli a caso nello zaino

"Aspetta,vengo con te" afferrò il libro che stava leggendo all'inizio delle due ore e si mise al mio fianco. Spingemmo entrambi con forza il maniglione della porta della biblioteca e per poco non caddi per colpa delle stringhe slacciate delle Vans

"Ehi!Studiato bene?É da mezz'ora che vi aspetto!" Luke era seduto a gambe incrociate sul muretto di sassi,che faceva da perimetro alla fontana nel cortile isolato

"Tu devi essere Luke,io sono Michael,il tipo che fa ripetizioni alla tua ragazza" Mike gli tese la mano e Luke la strinse forte

"Liz,ci vediamo domani alla stessa ora?E porta tutti i libri" e mi fece l'occhiolino,ricambiai sorridendo e lui se ne andò subito a passo spedito,dopo aver fatto un cenno con la mano a Luke. Quest'ultimo mi tiró a se per le braccia e mi baciò con violenza,quasi con cattiveria

"Luke!" gli diedi un pugno sull'addome e con uno strattone mi liberai dalle sue mani

"Tu sei la mia ragazza,non mi piace come ti guarda quel ragazzino,sta attenta a quel che fai" notai che negli occhi aveva una luce diversa. Una luce che avevo visto in una sola occasione e che era riuscita a terrorizzarmi.

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