-Chapter 51-

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22 Novembre

Era passata una settimana ormai da quando ero tornata a casa mia e le cose finalmente avevano iniziato a tornare come erano state prima; i miei amici erano tornati ad essermi effettivamente amici,mia sorella stava iniziando a traslocare nell'appartamento di Alex e le giornate trascorrevano calme e placide come una volta. Io e Michael avevamo un bellissimo rapporto: uscivamo insieme quasi tutte le sere e i pomeriggi,ora mi teneva la mano e qualche volta riusciva persino a strapparmi qualche bacio. Non eravamo fidanzati e nemmeno avevamo sfiorato l'argomento,stavamo semplicemente molto bene insieme,qualche volta a Michael piaceva baciarmi e io non avevo nulla in contrario. Non eravamo ne amici ne fidanzati. Eravamo qualcosa. E quel qualcosa mi rendeva felice.

O per lo meno un'emozione che ci si avvicinava moltissimo.

Quel sabato mattina mi svegliai aggrovigliata nel mio piumone blu,scaldata dal mio stesso calore corporeo e con una lieve puzza di sigaretta nell'aria. Mi tirai su con la sola forza delle braccia e mi appoggiai alla parete,sbadigliando sonoramente. Agguantai il mio telefono dal pavimento e guardai l'ora.

11.45

"Mhh" sospirai soddisfatta e mi alzai dal letto strisciando i piedi a terra,presi il telefono in una mano e iniziai a scendere le scale per andare in cucina. Lo squillo del telefono in salone iniziò a riecheggiare persistente per tutta la casa. Mh solita pubblicità pensai,lasciandolo squillare circa una decina di volte prima di andare a rispondere

"Si?" dissi,sorniona

"Mh salve sono Liz Hemmings,Elizabeth é in casa?" la voce serena della mamma di Luke mi prese alla sprovvista.

Sgranai gli occhi e mi sedetti automaticamente sul bracciolo di una poltrona che mi stava accanto.

"Liz,sono io! Come stai?" dissi poi,sorprendendomi del mio stesso tono felice

"Ah beh io bene,benone direi! Devo dirti una cosa...é piuttosto importante" disse,cambiando improvvisamente tono. Diventò seria e iniziò a parlare a bassa voce

"Ma certo,dimmi tutto"

"É arrivata una lettera per te stamattina,dal centro Ostroff"

Riagganciai subito.

Corsi di nuovo in camera mia,afferrai un paio di jeans neri strappati all'altezza del ginocchio e mi allacciai frettolosamente una camicia sopra la canottiera che avevo usato per dormire,infilai un paio di infradito di gomma verdi e uscii in fretta da casa.

Non avevo affatto voglia di camminare e di prendere la moto proprio non se ne parlava,perciò decisi di portarmi appresso lo skate viola e con solo il telefono in mano iniziai a sfrecciare sul marciapiede verso casa Hemmings. Quante volte ormai mi é capitato in un solo mese,di uscire di casa di corsa per poi finire sempre nello stesso posto? Pensai,sorridendo tristemente.

I capelli ormai scoloriti dal tempo e sempre più lunghi mi frustavano persistenti sulla schiena,qualche ciocca si infilava sotto la camicia blu solleticando la pelle,infilai le mani nelle tasche anteriori e continuai a darmi velocità sulla tavola con il piede sinistro. Era sempre piacevole sentire il vento sferzarmi le guance. Sorrisi.

"Oddio Liz,temevo fossi svenuta,avanti entra" disse Liz quando mi aprì la porta di casa,trovandomi imperlata di sudore freddo e con lo skate sotto braccio. Mi abbracciò forte e mi lasciò stendere sul divano familiare del loro soggiorno.

"É arrivata stamattina presto,ho provato a chiamarti appena il postino se ne é andato,ma non rispondevi. Giuro non l'ho aperta" disse,porgendomi una busta bianca con il mio nome e l'indirizzo di casa Hemmings sul retro. L'aprii con uno strappo veloce e quasi il mio cuore si fermò nel riconoscere quegli scarabocchi

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