Per i due giorni seguenti mi presi il lusso di saltare scuola e a dirla tutta,non uscii nemmeno dalla mia camera. Era il mio unico posto sicuro,il mio bozzolo,la mia caverna e non vedevo davvero un motivo valido per lasciarla.
Quel giovedì mattina,i miei genitori partirono per il loro viaggio/vacanza per l'America e dopo che mia sorella se ne era andata a lavoro senza nemmeno prendersi la briga di chiedermi se avevo bisogno di qualcosa,rimasi sola per l'ennesima volta. In realtà Luke,Michael e Martha mi avevano riempita di messaggi e chiamate purtroppo sempre andate a vuoto.
Ormai ero diventata un tutt'uno con il mio letto e avevo il viso completamente increspato dalle lacrime che ogni tanto tornavano a farmi visita e che però ero troppo pigra per lavare via.
Presi tutto il tempo che avevo a disposizione e con il mio zaino in spalla,un iPod e un po di soldi,mi diressi nel centro di Sydney.
La città sembrava molto più sorniona e tranquilla,senza gli adolescenti e gli adulti in giro ma anche se mi beccai un bel po di sguardi sospetti dagli anziani,i bambini e le loro mamme,arrivai al Vans store nel giro di mezz'ora.
"Ciao! Prima che decida di comprarmi l'intero negozio,potresti dirmi dove tenete i penny?" nel frequentare spesso quel posto,avevo sviluppato una certa familiarità con i commessi che,a mia impressione,si ricordavano a loro volta di me
"Certo,vieni con me" un ragazzo con il viso assurdamente pallido,colorito solo da una striscia rossa che prendeva le guance e il naso,con i capelli color nocciola e gli occhi verdi,uscì da dietro le casse e mi accompagnò al secondo piano del negozio
"Cercavi qualcosa in particolare?" disse poi,nel vedermi un tantino spaesata dalla distesa di skate che mi trovavo davanti
"In realtà no...non sono capace di andare sullo skate e vorrei imparare,non me ne intendo affatto"
"Mh vediamo un po...i penny sono ottimi come prime tavole e sono anche molto pratici,hai fatto una bella prima scelta,ora però mi devi dire come vuoi la tavola e le ruote" notai che aveva un accento davvero insolito per essere Australiano,ma ci passai sopra senza troppi capricci
"Beh non so...sicuramente non nera la tavola-mi ricordava troppo Mike- magari rossa oppure bordeaux..."
"Ti piace il rosso eh?" il commesso iniziò a ridacchiare e capii quasi subito che probabilmente si riferiva ai miei capelli,lo smalto,il rossetto e alla camicia a quadri che indossavo
"Cos'è questo,humour inglese?" controbbatei io,acidissima
"Come...? Il mio accento mi ha fregato vero?"
"Decisamente... Marcus" feci spalluccie,dopo avergli letto il cartellino
"Tornando a noi,credo che di rosso tu ne abbia fin troppo addosso...ho in mente qualcos'altro per te" con un gesto velocissimo degli occhi,girò per tutta la parete e quasi subito dopo,tirò giù dai moschettoni attaccati al muro,un piccolo skate con la tavola e le ruote blu,ma se lo si girava sull'altro lato della tavola si vedeva una trama a galassia che prendeva tutta la superficie
"Bello! Si mi piace!" glielo sfilai con forza dalle mani e lo osservai con attenzione. Ero rapita.
"É una tavola un po dura per i salti,ma per imparare é ottimo,sì direi proprio di sì" Marcus sembrava soddisfatto di avermi colpita e iniziò a sorridere sicuro di se,mentre mi scrutava attento
"Come hai fatto a capire che mi sarebbe piaciuta questa tavola?" chiesi timidamente, ancora in totale contemplazione di quel penny
"Non é stato difficile, ha la stessa trama del tuo zaino".
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The Bright Side
FanfictionElizabeth, una ragazza australiana con non pochi problemi con se stessa e le persone che la circondano, incontra Luke, un ragazzo altrettanto problematico, tanto bello quanto pericoloso. Le personalità dei due si trovano in attrito già da subito, ma...