-Chapter 21-

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"Come hai fatto a dire quelle cose?" Martha stava facendo la strada di casa con me e Luke,ma quest'ultimo ci aveva lasciate quasi subito per andare con un paio di amici a scrivere sui muri,perciò eravamo rimaste da sole.

"Che intendi?"

"Il discorso che hai fatto a Luke,alle audizioni"

"Aspetta...tu c'eri?"

"Ma si! Sono entrata di nascosto e mi sono accucciata su una sedia in fondo,ho visto tutto"

"Beh...ho solo detto quello che provo per lui,i miei sentimenti,ero sincera"

"Ed è per questo che ero così sicura che vi avrebbero presi! Quale coppia di attori è più convincente di due veri innamorati?" mi diede un pizzicotto sulla spalla e mi sorrise,scoprendo le fossette che le incorniciavano il viso

"Che scema!" le feci il solletico sotto l'ombelico e lei scoppiò a ridere. Mi fermai un secondo per allacciarmi le scarpe e mi accorsi che ormai eravamo arrivate davanti casa mia

"Ehi ti va di stare un pò da me? Ti aiuto a fare i compiti,tanto a quest'ora sono sola"

"D'accordo,però dobbiamo davvero fare i compiti" chinò il capo da un lato e alzò le sopracciglia,come per sgridarmi

"Si,signor capitano!" simulai un saluto militare e in tutta fretta la trascinai dentro il giardinetto anteriore della casa.

"Hai proprio una bella baracca,sai?" lasciò la borsa a tracolla che aveva,sul divano dell'entrata e si guardò attorno come se fosse stata la prima volta che vedeva casa mia

"Meno chiacchiere,più gelato" lasciai Martha in salotto,con il naso all'insù,che guardava le scale a bocca aperta e andai in cucina a prendere la vaschetta di gelato all'amarena,con due cucchiai belli capienti

"Veni,andiamo in camera mia" salii le scale e aspettai che anche lei fosse salita,per aprirle la porta della mia stanza e farla sdraiare sul mio letto

"Hai una camera a dir poco spettacolare"

"Ehi è solo camera mia"

"No no,è davvero stupenda,diresti che ti rappresenta?"

"In tutto e per tutto".

La mia camera non è ne troppo grande e ne troppo piccola,ha le pareti tutte nere,ricoperte da graffiti,poster,foto,adesivi di diverse marche particolari,firme,biglietti strappati di concerti e vari oggetti raccolti con il tempo; invece di avere un lampadario,ci sono delle lucine al neon ad intermittenza rosse,come quelle per gli alberi di Natale,che corrono per tutti i muri. Sul soffitto c'è appesa una bandiera australiana in prospettiva del letto e sulla porta la scritta argentea fatta con la bomboletta,in verticale «I veri mostri sono le persone».

"Ti dispiace se mi cambio qui?" Martha stava ancora osservando con attenzione la stanza e se ne stava a gambe incrociate sopra il piumone bordeaux; scosse la testa e subito dopo il suo sguardo si posò fuori dalla finestra

"Hai una piscina?!" si alzò di scatto e si fiondò a bocca spalancata,con le mani sul cornicione

"Si" mi stavo sfilando i pantaloni e la maglietta allo stesso tempo e quasi non cadevo a schiena a terra

"Quante stanze ha questa casa?"

"Ah non lo so...so solo che è fin troppo grande,sai,quando si passa tanto tempo a casa da soli,tutto sembra più vuoto senza qualcuno..." Martha aprì la vaschetta di gelato e iniziò a mangiare

"Vuoi vedere il resto della casa?!" avendo la bocca piena,non riuscì a rispondermi,ma diede un gran scossone di conferma con la testa e si rizzò in piedi. La presi per mano e iniziai con il farle vedere il secondo piano; la stanza di Anne,la stanza di mamma e papà,il bagno "padronale" e la cabina armadio di mamma e di mia sorella,poi passammo al piano di sotto con il bagno degli ospiti,il soggiorno,la cucina,l'ingresso e lo sgabuzzino,per poi andare nel giardino sul retro,in garage e in fine tornare in camera mia.

"É impressionante quanta differenza ci sia tra il resto della casa,così elegante e moderna, e camera tua" si sedette ai piedi del letto e divaricò le gambe

"È la sola stanza mia,qui non entra mai nessuno,ho potuto personalizzarla a mio gusto e piacimento,è piena di ricordi e logora quanto me,ci sono tutti i segni del tempo e delle mie pazzie"

"Si può vedere quanto siete diverse tu ed Anne anche solo dal posto in cui dormite,correggimi se sbaglio; la sua stanza è così pulita,ordinata,piena di attestati,medaglie,in rigorosa armonia,quasi schematica,la tua invece è disordinata,piena di ricordi,così personale e...tua insomma"

"Questo è il mio mondo,quello che ho in testa"

"Einstein diceva «Una scrivania disordinata riflette una mente disordinata e una scrivania ordinata riflette una mente ordinata»"

"Meglio avere una scrivania in disordine,che una vuota!" Martah scoppió a ridere,io con lei.

"E tutte quelle foto?" indicò l'armadio accanto alla porta con l'indice e il mio sguardo si posò sul mobile tappezzato da fotografie,alcune stampate in digitale,altre con polaroid

"Alcune foto sono con amici e ex fidanzati,altre di concerti,alcune sono di eventi e molte con celebrità che ho incontrato"

"...una foto con Luke c'è?" alzó un angolo della bocca e sorrise

"Ancora no"

"E allora bisogna rimediare!" con un agilitá sovrumana,saltò dallo scendi letto e prese la borsa che ciondolava dalla sedia della scrivania. Tiró fuori un paio di foto stampate in digitale

"Sono le foto più belle che vi ho fatto fin ora" mi mise in mano le fotografie e sorrise

"Martha...sono spettacolari" erano così spaventosamente nitide e belle. Una era quella che ci aveva scattato mentre io gli stavo in braccio e ridevamo,e un'altra era il nostro primo bacio. Lui con il dito medio alzato,il viso sopra il mio. Io che sorridevo e le mani attorno al suo collo.

"Ti piacciono davvero?"

"Sono così naturali...ma come ci riesci?"

"Ho sempre una macchinetta a portata di mano" mi fece l'occhiolino e tirò fuori dalla sua sacca,che ormai ritenevo magica,una Canon bella grande

"Ti va di aggiungere ancora una foto alla tua raccolta?" alzò la macchinetta e la puntò su noi due. Mi mise una mano attorno al collo,con l'altra reggeva l'obbiettivo; girai il viso per darle un bacio sulla guancia e mentre sorrideva schiacciò il pulsante dove teneva il dito

"É bellissima" girò il display della macchinetta e sullo schermo comparsero le nostre facce

"Dai oggi la stampo a casa e domani te la porto"

"Voglio attaccare queste due foto,passami un paio di puntine che sono nel portapenne" Martah obbedì e mi lanciò un paio di puntine colorate.

"Chi sono tutti questi ragazzi?" poggiò l'indice su una foto appena sopra il pomello dell'armadio,dopo aver appeso le nuove foto le rivolsi la mia attenzione

"Ah quella è una delle mie preferite,l'ho fatta quando sono andata a Londra,quella è Camden Town e loro sono un gruppo di punk,strano a dirsi ma la foto l'hanno chiesta loro a me!".

A causa della straordinaria curiosità di Martah,dovetti spiegarle le storie di ogni singola foto su l'armadio,volette scattarmi un paio di foto e così tutto il pomeriggio a nostra disposizione volò in un battito di ciglia.

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