-Chapter 50-

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Il resto della giornata non fu molto esaltante come avevo sperato. A pranzo non ero riuscita a vedere Michael,ma avevo ripreso a parlare anche con Ashton e purtroppo Martha non si era riuscita a tenere per se cosa era successo con Mike,per cui mi dovetti subire i gridolini emozionati di quella mezza donna di Ashton,per tutto il pranzo.

All'uscita da scuola non riuscii a scorgere la chioma colorata e scompigliata di Michael da nessuna parte,perciò mi sedetti sugli scalini dell'entrata principale per aspettarlo e solo dopo che il parcheggio si fu completamente svuotato lo vidi corrermi in contro. Aveva le maniche del maglione nero tirate su fin sopra i gomiti,il viso rosso e il fiatone.

"Scusa,scusa davvero,nemmeno mi aspettavo che saresti rimasta qui,per me" disse sedendosi accanto a me

"Volevo salutarti" dissi io,sorridendo e avvicinandomi a lui. Infilai la testa sotto la sua clavicola e trasportai il suo braccio affusolato,attorno alle mie spalle.

"Sei così bella quando sorridi" sospirò,guardandomi negli occhi,con una strana luce nelle pupille. Io sorrisi ancora,sinceramente,senza pensarci. Mi strinsi al suo petto e avvertii il suo tocco leggero sul mio mento. Mi alzò il viso con le dita e mi baciò delicatamente.

"Vuoi che ti accompagni a casa?" disse,spostando lo sguardo sulle sue Converse nere. Una morsa improvvisa mi strinse il cuore.

"Oh no no,tranquillo,vado da sola" dissi all'improvviso,alzandomi come una molla

"Ma come? Mi hai aspettato fin ora e adesso non mi lasci accompagnarti a casa?" si alzò anche lui,goffamente e mi prese una mano

"No ehm é che...devo...devo andare a casa di Martha e non voglio che tu faccia un giro troppo lungo per colpa mia" sgusciai via dalla sua presa e mi tirai frettolosamente lo zaino sulle spalle

"Mh ok...va bene" scrollò incerto le spalle e cominciò a camminare al mio fianco,rispettando il mio passo lento.

"Non é che...non so...ti andrebbe di andare a vedere il nuovo negozio di dischi che hanno aperto in centro? Dei miei amici hanno detto che ci si trovano certi vecchi vinili degli AC/DC praticamente introvabili altrove!" dissi,mentre imboccavamo la via del ritorno

"Davvero? Io stavo cercando un vinile dei 1975 ma non lo trovo da nessuna parte...credi li lo abbiano?" rispose lui,con una certa eccitazione nella voce

"Certo! Ah non vedo l'ora! Solo tu hai i miei stessi musicali" risposi,iniziando a saltellare davanti a lui,sentendo il peso dello zaino che colpiva la mia schiena.

E così ci perdemmo in un discorso sull'ultimo album degli U2 talmente fitto,che quasi non mi accorsi che stavo per passare la traversa giusta per arrivare prima a casa Hemmings

"Oh Michael...io devo girare di qui" dissi,fermandomi e iniziando a dondolare sui piedi

"Ma casa di Martha é più giù..." disse lui,infilandosi una mano fra i capelli che alla luce dei lampioni brillavano di luce propria

"Si ehm...ma devo passare a prende un libro che le serve...mh senti ci vediamo domani mattina per andare a scuola insieme?" risposi veloce come un proiettile,iniziando a mangiarmi le unghie delle dita

"Oh ok va bene,va bene,allora ci vediamo domani" non del tutto sicuro della mia versione dei fatti,mi avvicinò a se con un abbraccio e mi baciò la fronte

"Allora a domani" risposi,accigliata. Lui rispose con un sorriso timido e si incamminò per la sua strada; io imboccai la mia traversa buia e asfaltata.

Mano a mano che avanzavo realizzavo sempre di più che strada stavo percorrendo e verso quale casa mi stavo incamminando. Improvvisamente tutta la tristezza di cui mi era sembrato di liberarmi,mi ripiombò di nuovo addosso come un fulmine. Abbassai lo sguardo sulle Vans sporche che avevo ai piedi e avanzai a testa bassa,ignorando lo sguardo preoccupato dei passanti che urtavo accidentalmente con lo zaino penzoloni su una spalla. Mi sentivo in colpa,come se avessi ucciso una parte di me. Baciando Michael avevo ufficialmente rotto "la mia storia" con Luke e questo,mi faceva sentire tremila volte più peggio di quanto non mi fossi sentita prima. Non lo avevo tradito,perché ovviamente non stavamo più insieme,ma aver fatto quel passo con Michael era la fine vera e propria di Liz e Luke.

Arrivai alla casa con una gran angoscia nel petto. Come avrei mai potuto affrontare l'amorevole famiglia che mi aveva accolta come un membro di sangue fra loro,dopo che avevo spedito Luke in un centro di riabilitazione e averlo tradito moralmente? 

Aprii la porta con un gran sospiro e mi avviai verso la cucina,dove trovai Liz proprio come speravo.

"Oh tesoro,stavo iniziando a preoccuparmi,hai ritardato di molto oggi" sentirla parlare come fosse stata mia madre,mi fece venir voglia di piangere. E lo avrei fatto,se solo avessi potuto.

"Mi sono persa in chiacchiere con...un amico- dissi,avvilita- senti Liz,dobbiamo parlare" persino io avvertii che genere di tono smorzato avevo,e non biasimai l'espressione preoccupata con cui Liz mi guardò,voltandosi dal lavello

"Dimmi,tesoro" disse,asciugandosi le mani su uno straccio che teneva accanto a se sul bancone

"Ormai é un mese...che sono qui da voi,un mese che...Luke se ne é andato- fu la prima volta che pronunciai ad alta voce quelle parole. Spesso,le avevo pensate,ma mai,dette a qualcuno. La testa iniziò a girarmi e dovetti chiudere gli occhi per non rischiare di cadere- penso che debba tornare a casa mia."

Gli occhi di Liz si riempirono velocemente di lacrime che però,purtroppo,non furono mai cacciate fuori.

"Oh..." sospirò lei

"Tu per me sei una figura materna molto più di quanto non lo sia veramente mia mamma biologica e non hai idea di quanto mi dispiaccia lasciare te e quella che ora considero una famiglia,ma devo tornare alla mia vita. Mi piace pensare che presto Luke tornerà...anche se non ne sono del tutto sicura...ma dobbiamo sperare. Io ti voglio bene,a te e a tutta la famiglia Hemmings".

Una lacrima silenziosa scese giù dagli occhi di pietra di Liz,che mi corse in contro e mi strinse forte.

"Anche noi te ne vogliamo,e sai bene che puoi venire a pranzo da noi quando vuoi,chiaro ragazzina?" mi accarezzò i capelli ed entrambe scoppiammo a ridere per il modo in cui aveva imitato il tono di voce che usava Luke quando mi chiamava «ragazzina».

Quella stessa sera,a cena,annunciai la notizia ai fratelli e anche loro non la presero molto bene;

"Che orrore sarà,tornare ad avere il bagno libero tutte le mattine" aveva detto Jayme,ridendo amaramente,il più piccolo mi era corso in contro per abbracciarmi,rovesciando il latte che aveva sul tavolo tutto a terra ma Liz aveva evitato di sgridarlo.

Subito dopo cena rimanemmo tutti quanti alzati fino a tardi per un'ultima,infinita,maratona di film targati Marvel,esattamente come avevamo fatto la prima notte che ero rimasta a dormire da loro e nessuno riusciva a prender sonno.

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