Le sue parole continuarono a rimbombarmi in testa. Sentivo le gambe fatte di pasta frolla,mi mancava l'aria.
"COME DIAVOLO SAREBBE A DIRE,LUKE?!" strillai in fine,esplodendo in un urlo che sembrò far vibrare l'intera casa.
"Ti calmi?" disse lui,accarezzandomi una spalla dolcemente
"NO,CON IL CAZZO CHE MI CALMO. IL MIO FIDANZATO HA MARTORIATO IL,MIO MIGLIORE AMICO!" gli urla contro,lanciando le braccia in aria e tirando fuori dalla gola un urlo furioso che mi sorpresi di aver tenuto nel petto tanto a lungo
"Giuro che ti racconto tutto,ma solo se ti dai una calmata" disse,sfilandomi dalle mani la sua maglietta,che mi accorsi di star stringendo talmente tanto forte da quasi averla bucata. Mi venne voglia di urlare ancora,ma lessi la rassegnazione e la tristezza nei suoi occhi verde smeraldo,così mi abbandonai alla poltrona rossa e incrociai le gambe
"Ieri sera,saranno state circa le 23,qualcuno mi chiama in sconosciuto e mi dice di uscire immediatamente sul vialetto di casa. Sono uscito e mi sono trovato davanti quattro ragazzi,fra cui Luke. Ricordo che uno di loro aveva un coltello,Luke era ubriaco da far paura...il resto,lo vedi da te".
Sentii tutta la vitalità che mi rimaneva in corpo,scivolarmi via dalla punta delle dita. Mai,prima di allora,avevo mai desiderato così ardentemente di non essere mai nata. Il cuore iniziò a pompare una quantità eccessiva di sangue,sentii l'adrenalina calda scorrermi nelle vene,veloce come acqua. Scattai in piedi come una molla,ignorando i capogiri,mi diressi a passo di marcia verso la porta.
"E ora cosa hai intensione di fare?!" Michael mi piombò alle spalle veloce come un falco e mi afferrò per le braccia
"Vado ad uccidere Luke." la convinzione e la freddezza che usai per dire quella frase fece spaventare persino me.
"No,tu non fai proprio nulla.-se non fosse stato per i lividi e le ferite che già aveva gli avrei tirato un pugno dritto sul naso. Strinse la presa sulle mie spalle curve e per qualche istante rimase a fissarmi negli occhi senza sbattere le palpebre; mi fece gelare il sangue nelle vene- se ha fatto questo a me,cosa mai potrebbe fare a te? Non devi nemmeno pensare di affrontare quel pazzo da sola. Anche solo il pensiero di te contro lui mi fa venir voglia di mandare all'ospedale quel cretino. Domani a scuola ci parlerai,d'accordo? Convinceremo Ashton a dirgli di venire e poi potrai dirgli tutto quel che vuoi; ci sono troppi testimoni,non potrebbe mai farti qualcosa."
"Sei la persona migliore che conosca" fu la prima e unica cosa che mi venne in mente,e la dissi ad alta voce perché mi sembrava la cosa migliore da dire. Lui mi strinse forte fra le sue braccia e lo sentii sorridere fra la mia massa disordinata di capelli.
"Appena mi sono ripreso,stamattina,il mio primo pensiero é andato a te. L'idea che avesse potuto farti del male mi distruggeva. Ora che so che stai bene,i lividi cominciano a far meno male" sussurrò,stringendomi ancora. Mi abbandonai fra le sue braccia e mi concessi un sorriso.
Alla fine mi riaccompagnò a casa e dopo esserci messi d'accordo per rivederci il mattino seguente per condividere il dolore di andare a scuola,tornò verso casa,zoppicando.
Il pensiero di dover affrontare Luke mi distruggeva,ma allo stesso tempo sapevo benissimo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato,dolente o nolente. Non avrei mai pensato che saremmo arrivati a tale punto. Quando ci eravamo messi insieme sembrava così...umano; ora quasi mi sembrava un mostro.
Era fin troppo presto per cenare e troppo tardi per pranzare,ma purtroppo avevo una fame indicibile. L'adrenalina era finita,e stavo iniziando a tornare con i piedi sulla terra.
Salii in camera mia per vestirmi e cercai di riordinare la mia camera quel poco che bastava per non farla sembrare un percorso ad ostacoli.
Presi il portafogli, le chiavi di casa e il telefono per poi uscire nel vento fresco di una Sydney che si preparava all'inverno.
Con le mani nelle tasche della felpa,le cuffie nelle orecchie e un cappello di lana in testa,mi diressi verso le vie del centro più affollate. I bar e i ristoranti erano ormai pieni,sicuramente sarà stata l'una di pomeriggio. Il sole che riscaldava la mia pelle chiara era piacevole tanto da far venire sonnolenza; questa é decisamente la stagione più bella di tutte: non fa ne troppo freddo e ne troppo caldo,c'é il sole ma tira vento,i pomeriggi sono caldi e le mattine gelate.
Sul lato opposto del marciapiede dove stavo camminando notai un piccolo bar con una grande insegna al neon con dei tavolini e degli ombrelloni al di fuori. Spensi l'iPod ed entrai.
"Buongiorno,senta scusi che le scoccia se prendo qualcosa da mangiare e resto seduta qui fuori per un po?" dissi ad un ragazzo bassino e biondo che stava di spalle e puliva un po di bicchieri.
"Non mi dispiace affatto,poi rimanere tutto il tempo che vuoi" mi disse,voltandosi e rivolgendomi un sorriso da bambino
"Bene,allora prendo un cappuccino e un tramezzino con il tonno" allora il ragazzo prese da una teca di vetro un tramezzino dal ripieno roseo e lo infilò in una specie di microonde,poi iniziò ad armeggiare con la macchina del caffè
"Allora,come ti chiami?" disse,alzandosi le maniche bianche della maglietta,rivelando un braccio completamente ricoperto di tatuaggi colorati
"Liz,e lei?" risposi,diffidente
"Mi chiamo Sam,e per favore non darmi del lei,ho la tua stessa età" disse ridacchiando,mentre mi posava davanti al naso,un piatto di coccio con il mio tramezzino
"Ah si? Guarda che non ho mica 15 anni" dissi,in tono piatto e calmo
"Beh nemmeno io" rispose,passandomi il mio cappuccino
"Ah si? Diavolo sei alto nemmeno un metro e sessanta. Avanti ragazzino smettila di farmi il filo e dimmi a chi devo pagare"
"Ne ho 18,di anni. Mh sei una gran stronza,sai? Mi piaci" curvò la testa di lato come potrebbe fare un cucciolo di cane e mi sorrise
"Senti tesoro,sono appena uscita da una relazione con un ragazzo fatto a stampino come te,ovviamente con l'unica differenza che lui raggiunge il metro e 70. Ieri sera sono quasi andata in overdose e due ore fa ho scoperto che il mio migliore amico é stato picchiato quasi a morte. Non ti conviene rompermi" presi il mio cappuccino e il mio tramezzino e uscii dal bar,andandomi a sedere nell'angolo più remoto possibile,per evitare di incontrare lo sguardo arrogante del ragazzino.
Poggiai i piedi sopra il tavolino di vetro che avevo davanti ed iniziai a sorseggiare la mia bevanda calda,fra un morso e l'altro.
"Liz!" sentii strillare nella via,ma non riconobbi la fonte da cui era venuto lo strillo,perciò riinfilai gli auricolari.
"ELIZABETH!" 'sta volta tutte le persone si girarono a guadare una ragazza dai capelli neri che correva verso la mia direzione.
"...Martha?" pensai,non appena riconobbi un Ashton ansimante alle sue spalle
"Liz!-disse lei,con il fiatone-Luke...oggi...scuola...é s-succ-cesso un d-disastro" disse,paonazza in viso,senza un filo d'aria in gola.
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The Bright Side
FanfictionElizabeth, una ragazza australiana con non pochi problemi con se stessa e le persone che la circondano, incontra Luke, un ragazzo altrettanto problematico, tanto bello quanto pericoloso. Le personalità dei due si trovano in attrito già da subito, ma...