-Chapter 48-

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Novembre? Dicembre?

Ormai da quando Luke se ne era andato non avevo nemmeno più la cognizione del tempo.

Da quel fatidico giorno mi ero stabilita a casa Hemmings per non far sentire troppo la mancanza del figlio a Liz,oppure perché semplicemente mi illudevo di sentirlo più vicino,dormendo nel suo letto.

Le giornate senza di lui erano vuote. Come se non avesse avuto più alcun senso viverle. A scuola tutto andava come al solito,purtroppo però mi ritirai dal corso di recitazione,perché recitare quella parte senza il mio Romeo mi faceva troppo male.

La famiglia Hemmings mi aveva accolta a braccia aperte e non so ne come o perché,ma i miei genitori non fecero tante storie; probabilmente conveniva anche a loro non avermi più fra i piedi.

Ashton e Martha avevano iniziato ad evitarmi ormai, forse perché era diventato inutile starmi accanto se a scuola parlavo poco e niente se non fosse stato richiesto il mio parere specifico.

Mi iniziai a sentire come se non avessi più avuto un motivo valido per andare avanti,eppure lo facevo. Nessuno parlava più con me,ero come un fantasma. Mangiavo di rado e ogni volta che riuscivo a chiuder occhio per dormire,mi svegliavo nel cuore della notte urlando il suo nome.

Un'esistenza frivola,la mia.

Mai mi ero sentita tanto attaccata a tal modo ad una persona,nemmeno con qualche membro della mia famiglia. Lui era la mia linfa vitale. Tutto ciò di cui avevo bisogno per riuscire a sopravvivere a questo terribile mondo. Ormai senza di lui era inutile continuare a respirare; i miei,erano battiti cardiaci sprecati.

Quella mattina,stranamente afosa,mi vestii per necessità e come al solito saltai la colazione e mi diressi tristemente a scuola. Liz ogni tanto provava a farmi mangiare qualcosa,provava a farmi sorridere,ma nulla. Non riuscivo più nemmeno a piangere,per quanto ardentemente lo avessi voluto.

Arriva un momento in cui nemmeno più la musica ti aiuta,e allora capisci di star davvero male.

Arrivai a scuola con un quarto d'ora di anticipo e mi andai a sedere nell'angolo più remoto del cortile ghiaioso,per poi sedermi con la schiena al muro e iniziare a ripassare chimica per la mia imminente interrogazione. Da quando non avevo più alcun interesse sociale i miei voti si erano spaventosamente alzati,perché quando rimanevo da sola a casa mi buttavo a capofitto sui libri fino a quando fuori non si faceva buio,per non rimanere sola con i miei pensieri.

Sentii una ventata gelida schiacciarmi i capelli sciolti,contro il muretto,perciò mi strinsi nel mio maglione verde e piggiai le ginocchia contro il petto.

"Elizabeth dobbiamo parlare." non mi ero accorta che qualcuno si era avvicinato a me,perciò sussultai  appena e dovetti sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco la sagoma scura che avevo davanti

"...Michael?" dissi,tossendo.

La voce era più profonda,si era fatto crescere la barba,ora i suoi capelli erano verdi e sembrava quasi più alto e magro.

Ma da quanto tempo non lo vedevo?

Rabbrividii.

"Vieni con me" non mi lasciò il tempo per rispondere e mi aiutò ad alzarmi strattonandomi per il polso,iniziò a trascinarmi per tutto il cortile fino ad arrivare sul retro desolato delle mense

"Hai intenzione di uccidermi?" dissi,curvando le spalle avvilita

"No." rispose lui,freddo e diretto

"Mi faresti un favore,sai?" sospirai,dando un calcio a dei sassolini

"SMETTILA!" strillò lui,talmente tanto forte e così all'improvviso che quasi rischiai di perdere l'equilibrio. Non riuscii a rispondergli e abbassai lo sguardo.

"...senti mi dispiace...-continuò lui- é solo che da quando non c'é più Luke...sembri quasi morta,ecco. Vederti così mi distrugge. Sei assente,non parli,non mangi,non ridi; Liz io ho bisogno di te. Ti necessito.

Io ti amo. Ti amo dal primo giorno io cui ti ho vista varcare la soglia dell'Istituto con i tuoi stivali verdi e i capelli rosso fiammante. Amo tutto di te; il fatto che quando sorridi metti sempre una mano davanti alla bocca perché non capisci quanto diavolo sei bella,amo il modo in cui tremi,il modo in cui ti tocchi i capelli. Amo il tuo caratteraccio e ogni tuo singolo difetto. Amo il modo in cui starnutisci e amo il fatto che ti sudano le mani quando sei nervosa e per non darlo a vedere ti asciughi sempre i palmi sul retro dei jeans,amo la tua camminata decisa e il fatto che pur odiando tutto e tutti con me sei gentile. Ti amo ogni giorno di più,se é possibile amare una persona così tanto. Ogni singola fibra del mio cuore ti appartiene,Elizabeth Jane Tucker." si abbassò di qualche centimetro sopra di me e piggiò delicatamente le sue labbra morbide sopra le mie.

"Mi dispiace." disse poi,in un triste sussurro.

Per la prima volta dopo mesi,sentii che il mio cuore aveva ripreso a battere,aveva ripreso a pompare il sangue in circolo. Sentii un caldo fluido iniziare a pervadermi tutte le vene; il sangue mi salì alle guance e dalle mie labbra iniziarono ad uscire nuvolette di aria condensata.

"A me no." lo guardai per un istante in cui tutto sembrò bloccarsi e subito dopo,veloce come un battito di ciglia,iniziai a baciarlo.

Era una sensazione strana,un euforia che mi ero scordata di esser capace di provare. Infilai le dita secche fra i suoi capelli fini,come avevo segretamente sognato di fare dalla prima volta che lo avevo visto.

Lui mi cinse delicatamente i fianchi,come se avesse avuto paura di mandarmi in frantumi.

Non era un bacio appassionato,sembrava come se avesse avuto paura.

"Michael aspetta..." dissi,cercando di riprendere fiato

"Ecco lo sapevo." e si scansò da me

"No aspetta,c'é qualcosa che non va?" dissi,stringendo la presa attorno al suo collo

"Mi sembra così sbagliato...approfittarmi della tua fragilità" abbassò lo sguardo avvilito,passandosi una mano fra i capelli,nel modo in cui tanto mi piaceva

"Ascolta-gli alzai il mento con pollice e indice-non ho mai avuto bisogno di te più di quanto non ne abbia mai avuto in passato,perciò baciami ragazzino e per l'amor del cielo,mettici un po di lingua." lui mi sorrise deciso e strinse la presa attorno al mio torace.

Sentii un turbinio di strane emozioni crescere in petto. Avete presente quel vuoto nello stomaco che si sente quando un ascensore si ferma di botto? E quella sensazione mista fra l'ansia e l'emozione che hai prima di un interrogazione? E quel momento in cui un aereo sta decollando e ti senti come se ti stessero schiacciando?

Ecco,io più o meno così,mi sentivo.

Aveva le labbra morbide come immaginavo e non riuscii a resistere all'impulso di mordergliele un po.

Appoggiò la fronte alla mia e sorrise

"Ora sì,che si ragiona." entrambi scoppiammo a ridere e lui mi diede un altro bacio sulla punta del naso.

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