-Chapter 17-

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Solita routine. Brusco risveglio,doccia,vestiti,colazione,musica e via a scuola.

Quella mattina ero stranamente in anticipo,perciò decisi di camminare con calma.

Osservai ogni piccolo particolare dei paesaggi che mi scivolavano davanti agli occhi; le case basse e colorate tutte attaccate,le insegne dei negozi,i semafori,i lampioni,le macchine,le moto e le bici,il via vai delle persone che non hanno nemmeno avuto il tempo di scendere dal letto che già sono in ritardo,i cani randagi,le fermate degli autobus,i venditori ambulanti,i senza tetto,i carretti del gelato e quelli degli hot dogs,i bar pieni di persone e quelli vuoti,le saracinesche mezze alzate dei negozi e le biciclette attaccate ai pali.

Nel cortile della scuola c'erano poche persone e gruppi di ragazzi riunitisi prima delle lezioni,probabilmente per ripassare per un'imminente verifica della prima ora. I miei occhi percorsero tutto il perimetro del giardinetto finché non arrivarono a lui. Aveva dei pantaloni scuri e una camicia rossa e nera a quadri con le maniche rigirate. Le gambe quasi si muovevano da sole,e come se fossimo state due calamite,mi ritrovai a camminare a passo sostenuto nella sua direzione.

"Ehi Liz!" si levò una cuffietta e mi sorrise. Sentii il suono assordante della sua musica uscire dagli auricolari e,anche se tenuti a distanza da me,riconobbi subito la canzone.

"Luke...ehm...dovrei parlarti di una cosa"

"Possibile che ogni mattina mi devi parlare di qualcosa? Oh mamma!" si passò una mano fra i capelli e si infilò in tasca il telefono con le cuffiette attorcigliate

"L'altro giorno...quando...si insomma"

"Mi hai detto ti amo?"

"Esatto. Io non...beh ecco..."

"Guarda che non te lo puoi rimangiare!" si morse il labbro e poi sorrise. Oggi sembrava di buon umore.

"Non voglio...solo che non so bene perché te l'ho detto"

"Vuoi dire che non lo provi davvero?" continuava a mordersi le labbra,quasi fosse un tic nervoso. Mise le mani dietro la schiena e abbassò lo sguardo

"Non è questo il punto! Ho solo paura di averti terrorizzato..."

"Ascolta...ho avuto quella strana reazione solo perché ho paura che questo rovini il nostro rapporto...tutto è iniziato da dei stupidi battibecchi e non voglio che solo perché siamo innamorati la smettiamo di fare gli scemi"

"È la stessa cosa che penso io!"

"Allora...saremmo lo stesso due idioti?"

"Due idioti che si amano però" sentii il petto alleggerirsi. Come se un macigno si fosse smaterializzato dal mio petto. Lo abbracciai forte e sentii il cuore che gli batteva a mille.

"Ti decidi a darmi un bacio?" non se lo fece ripetere due volte e dopo avermi presa in braccio mi baciò per tutte quelle volte che avrebbe dovuto,ma che non lo aveva fatto. Suonò la campanella e lui mi poggiò a terra.

"Fammi vedere un pò il tuo orario" mi sfilò il quaderno dalle braccia e fece scorrere il dito su tutte le materie

"Abbiamo la 3° e la 5° ora assieme"

"Mi accompagni in classe?"

"Perché dovrei?" alzò un sopracciglio e nella speranza di sembrare un figo,invece fece la figura dell'idiota

"So che vuoi accompagnarmi,lo so!" curvai la testa e gli diedi un bacio sul collo per persuaderlo

"Uffa...e va bene!" mi prese la mano e iniziò a camminarmi davanti. Tutte le persone che ci passavano accanto ci guardavano storto,quasi fossimo due alieni. Magari era strano vedere due tipi come noi tenersi per mano,ma in fondo era una cosa abbastanza normale...oh no?

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