-Chapter 43-

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Alla fine Martha ebbe la meglio e decidemmo di andare da uno Starbucks appena fuori la proprietà dell'Istituto,per fare colazione.

"E tua madre come l'ha presa?"  disse lei,tirando su un sorso del suo frappuccino.

Le stavo raccontando di quando ho fatto conoscere a Luke la famiglia Tucker,e lui aveva detto a mia madre che si meravigliava che fossi uscita così bella,vista la sua pessima cera.

"Mia mamma era scioccata,mia sorella é scoppiata a ridere e nulla...Poi si é scusato"

"Aiuto no,non ci credo" Martha e io,scoppiammo a ridere nello stesso identico istante in cui i nostri occhi si scontrarono per sbaglio.

Era bello poter passare un po di tempo assieme alla mia migliore amica. Da tempo,non avevo un legame del genere con un'altra ragazza,e da quando avevo conosciuto lei,durante la mia prima pausa pranzo,qualcosa dentro la mia testa scattò. Nessuno,nemmeno io,riuscirebbe mai a sopravivere senza almeno un amico,qualcuno che sai sarà sempre dalla tua parte. Ormai lei,Michael e Luke erano diventati parte fondamentale di me. Arriva un momento,nella vita di tutti,in cui gli amici diventano la tua famiglia. La tua ancóra e il tuo ancòra. E lei era diventata il mio mare.

Dopo la nostra seconda colazione,decidemmo di rifugiarci sotto gli spalti del campo da calcio della scuola. Nessuno ci guardava mai,e il tempo non era favorevole per un eventuale lezione di educazione fisica all'aperto. Nessuno ci avrebbe mai scoperte.

Ci eravamo sedute l'una contro la schiena dell'altra,sotto i gradini che incorniciavano il campo verde e secco della scuola e avevamo iniziato a raccontarci diversi aneddoti 

"Insomma...tu ed Ashton?" dissi,passandole la sigaretta che avevamo deciso di dividere

"...cosa?" rispose,tossicchiando.

"Non avete ancora..." con la coda dell'occhio iniziai ad osservarla,e sentii i muscoli della sua schiena contro la mia,contrarsi

"...fatto l'amore?Oh no...preferisco aspettare...per quanto dura sia...ma sono davvero innamorata di lui,non voglio correre troppo-rispose alla fine,con un filo di voce-tu e Luke?"

"...può darsi che sia successo....-Martha si giró di scatto verso di me,con un espressione tra il mezzo fra la sorpresa e l'orrore,sul viso-...una decina di volte"

"E non me l'hai detto?!Brutta bastarda!" mi diede un pugno sulla spalla,facendomi cadere all'indietro sulla ghiaia.

"Senti...mi dispiace..." dissi,massaggiandomi la spalla

"Non dispiacerti! Racconta!".

Così,un sospiro e un quarto d'ora dopo,mi ritrovai ad ascoltare il racconto della mia prima volta,con Luke Hemmings.

Mi ritrovai a rivivere l'ansia,l'emozione e la tensione di quella serata indimenticabile.

"E quando pensi di tornare a stare a casa tua?" disse poi,Martha,a racconto finito

"Non so...il più tardi possibile" le risposi,sorridendo non a forza.

Purtroppo ci perdemmo in chiacchiere futili e non riuscimmo ad entrare a scuola nemmeno dopo l'ora di pranzo,perciò andammo a fare un giro per il quartiere fin l'orario di uscita e dopo averla accompagnata vicino al suo viale di casa,mi diressi verso scuola per le prove dello spettacolo.

Infilai gli auricolari nelle orecchie e mi diressi,con le mani nelle cinghie dello zaino,verso scuola.

Il cortile era deserto,gli unici rumori erano quelli delle vocine smorzate della compagnia teatrale,nel cortile interno. Arrancai verso la segreteria e sgattaiolai fuori,in stile Pantera Rosa,per evitare domande sulla mia assenza di oggi.

Nel cortile,non riuscii ad avvistare da subito ne Luke ne Ashton,perciò vagai in giro per qualche minuto,finché non scorsi una figura nera e familiare,china su una più minuta e delicata. Mi avvicinai a passo felpato finché non riconobbi la giacca di felpa di Luke.

"Luke!" strillai,con tutto il fiato in gola. Lui si voltò di scatto,con le mani ancora intrecciate nei capelli neri della ragazza con qui stava parlando.

"Liz...Oh Liz!"

"Attento,se non chiudi la bocca potresti sbavare." girai i tacchi e dopo essermi infilata lo zaino in spalla,urtai un pò di persone per avvicinarmi all'uscita. Non conosco la ragazza con cui Luke stava parlando,ma conosco bene quello sguardo. Se non fossi arrivata in tempo,gli sarebbe saltato addosso.

"Elizabeth! Avanti,non stavamo facendo nulla!" avvertii i suoi passi pesanti e veloci,dietro di me

"Ovvio,non per adesso" dissi glaciale,girandomi lentamente per guardarlo negli occhi.

"Stavamo solo parlando!" disse lui,afferrandomi forte il polso

"Ovvio,e i tuoi occhi sono accidentalmente caduti sulle sue tette"

"Non è successo nulla!" il suo tono era esasperato,implorante

"Dal modo in cui eravate vicini,sarebbe potuta rimanere incinta"

"Sei solo arrivata nel momento sbagliato!" urlò,stringendo la presa e torcendomi la pelle. Mi lasciai sfuggire un gemito di dolore

"Nel momento sbagliato...?NEL MOMENTO SBAGLIATO?!Luke sei un cretino! Sempre a sbavare dietro alle sgualdrine,io non ne posso più di tenerti al guinzaglio!" gli abbaiai contro,e con altrettanta forza mi liberai dalla sua presa

"Bene,allora smettila!" strillò altrettanto forte,lui,rosso in viso. Sentivo il cuore e le vene del collo pulsare vive. Rimasimo entrambi immobili,in silenzio,sotto gli occhi di tutti,per qualche istante che parve infinito.

"Bene." dissi poi,fredda come un iceberg,voltandogli le spalle e attraversando il cortile a lunghe falcate fino all'uscita.

Stavolta Luke non mi seguì.

Non che mi aspettassi che lo facesse,ovvio.

Imboccai la strada di casa con il viso incrostato di lacrime e il cuore che batteva furioso e persistente. So bene che è stata una reazione spropositata,ma in passato sono stata tradita più volte,e non voglio aggiungere una tacca alla cintura.

È vero,io amo Luke,ma se anche lui prova la stessa cosa,come ha ammesso lui stesso,non dovrebbe nemmeno pensare ad altre ragazze.

Il telefono iniziò a squillare impazzito.

Una,due,tre. Dieci,undici,venti chiamate perse.

Non avrei mai risposto a nessuno,in quell'istante mi sentii come se mi avessero strappato il cuore. Volevo solo scomparire e non tornare mai più indietro.

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