-Chapter 1-

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"Ehi Liz...Liz svegliati! Non vorrai far tardi già al tuo primo giorno di scuola?" la vocina squillante e irritante di quella gran rompiscatole di mia sorella mi perforò i timpani, ma con tutta la voglia che mi ritrovavo di affrontare una nuova e orribile scuola,tirai il piumone fin sopra al naso e mi rannicchiai sotto le coperte

"Mi stai costringendo ad usare le maniere forti eh" insistette lei,cercando di intimorirmi,ma io strinsi la presa attorno al materasso.

Lei alzò le coperte e mi fece cadere per terra

"Ahia! Mi hai fatto male!" le strillai contro

"Dovevo farlo e poi sbrigati a vestirti,ti accompagna mamma prima di andare in studio"

"Non ho bisogno di nessun accompagno" le ringhiai contro,con uno sguardo talmente cupo dalla quale fu costretta ad uscire dalla camera per evitarne le conseguenze.

Cosa mettersi il primo giorno di scuola? Prima d'ora non mi era mai importato gran che,ma oggi era una storia diversa. Dopo esser stata espulsa da ben 8 diversi istituti in tutta Sydney non mi interessava più nulla di quella gabbia di ragazzini scocciatori meglio conosciuta come «Liceo pubblico» e volevo iniziare a mille già dal primo giorno, quindi presi le cose più assurde,colorate e stravaganti che avevo nell'armadio e le indossai. Mi guardai allo specchio. Ero più che soddisfatta del risultato. Un sorriso sghembo comparve sul mio viso. Scesi di corsa le scale che portavano all'ingresso

"Vado da sola a scuola,preferisco starmene per i fatti miei,a dopo famiglia" urlai dall'ingresso,in modo tale che tutti potessero sentire.

Che bella famiglia la mia...Mamma è un avvocato,una signora molto rispettabile,con la testa sulle spalle e cresciuta con dei valori morali fortissimi. Mio padre è un dentista,ex militare, molto severo ma sotto sotto ha un cuore tenero. Mia sorella? Quanto la odio. Ha soli 20 anni e già lavora come stagista in un giornale di cronaca per inseguire il suo sogno di diventarne la capo redattrice; ha sempre saputo cosa fare della sua vita e sopratutto come raggiungerlo, si è laureata prestissimo e ha saltato ben 3 classi per il suo livello di intelletto avanzato. É così...perfetta. Talmente perfetta che mi fa saltare i nervi. Io? Io sono la pecora nera della famiglia,la "figlia meno brava", quella che fin da bambina dava moltissimi grattacapi. Per avere solo 18 anni ho avuto una vita fin troppo piena; sono entrata e uscita da molti giri,ho toccato il fondo troppe volte ma ho sempre trovato la forza di risalire in superficie da sola,ho visto tante (troppe) cose e me ne sono accadute altrettante,ho perso tante persone care e sul mio corpo sono incisi tutti i segni degli sbagli che ho fatto. Molto spesso mi fermo a pensare cosa abbia fatto di male la mia famiglia per meritarsi una figlia come me. Sono come un uragano. Arrivo,distruggo e poi scompaio.

Assolta nei miei pensieri e con la musica a palla nelle orecchie arrivai all'ingresso della mia nuova prigione sociale. Non avevo bisogno di spintonare o pestare piedi per arrivare al portone,perchè le persone non appena mi vedevano si spostavano e non appena mi giravo iniziavano a parlottare. Che novitá. Arrivai in presidenza con le cuffie ancora nelle orecchie e fui accolta dalla preside e vice preside che mi strinsero calorosamente la mano,mi fecero accomodare su una poltrona dove mi accasciai comodamente per "ascoltare" il discorso di incoraggiamento che mi avrebbero rifilato anche loro,come tutte le altre vecchie scuole.

"Signorina Tucker,siamo molto felici della sua nuova iscrizione al nostro istituto,qui accettiamo persone così...-ovviamente si era inpanicata,non sapeva come descrivermi senza offendermi e guardò la sua vice in cerca d'aiuto-Alternative...come lei" la poveretta completò la frase con un colpo di tosse

"Ricerchiamo la diversità e la preserviamo come il tesoro più caro al mondo-intervenne la vice per aiutare la sua collega,rossa d'imbarazzo- abbiamo visto le sue schede di valutazione precedenti e...bhe possiamo solo augurarle buona fortuna e se,in caso di necessità,disponiamo di validissimi tutor"

"In poche parole sono un caso perso,lo so,tranquille,mi bocceranno ma a me sta bene,perchè ormai non mi interessa più nulla. Sapete,dopo essere stata espulsa da 8 diversi istituti uno si stanca di provare e riprovare,ma in fondo non mi era mai importato nulla fin dall'inizio, io voglio solo far contenti i miei genitori prendendo quel dannato pezzo di carta e poi iniziare ad inseguire davvero il mio sogno-mi alzai dalla poltrona incellophanata e mi spazzolai i vestiti tentando invano di scollarmi da dosso quell'orribile puzza di vecchio che aleggiava per tutta la stanza- la campanella sta per suonare e ormai non ho più nulla da dire,arrivederci" presi il mio orario dalla scrivania della preside e sotto gli sguardi sbalorditi di quelle due strane signore uscii per dirigermi alla mia prima ora di lezione.

Psicologia. Ah fantastico io odio psicologia. Bhe in realtà odio tutte le materie,ma psicologia è quella che detesto sopra ogni fronte; in passato molti hanno cercato di "aiutarmi" provando a capire i miei pensieri,ma come si può pretendere di entrare nella testa di una persona solo facendogli vedere delle stupide macchie d'inchiostro o annuendo a tutto quello che il mal capitato va a raccontare? Nessuno,meglio della persona stessa, può capire fino in fondo cosa sta provando e nessuno mai saprá come aiutarlo ad uccidere i mostri che si trova in testa.

Arrivai davanti all'aula,dopo circa 10 minuti che la campanella era suonata ed entrai senza indugi.

"Ehm buongiorno signorina Tucker,la stavamo aspettando,è alquanto in ritardo,non crede?" mi disse lo strano signore basso e tarchiato che mi ritrovai davanti

"Che bel benvenuto mi sta dando professore,molto accogliente,iniziamo già dai rimproveri" dissi,sospirando.

Il piccoletto rimase sbigottito e dalla classe si alzò un sottofondo di chiacchiere

"Oh bhe...mh...si vada a sedere dove trova posto,che è meglio" e dopo avermi squadrata per bene mi fece cenno di andarmi a sedere.

Feci un giro rapido dei posti liberi della classe e i miei occhi si posarono su una sedia libera. Senza nemmeno vedere con chi mi sarei ritrovata accanto per il resto della lezione,mi andai a sedere. Sbuffando ancora,spostai la sedia e rumorosamente mi accomodai. Volevo far tutto ciò in mio potere per irritare ancora di più quello strano hobbit che mi ritrovavo come professore.

"Bella risposta,complimenti" una voce maschile e profonda mi entrò nelle orecchie. Mi tirai su dal banco sulla quale mi ero già appoggiata,per vedere la fonte di quella strana melodia. I miei occhi incontrarono i suoi,grandi e blu. Rimasi piacevolmente sorpresa.

"Piacere, mi chiamo Luke" mi sorrise il ragazzo con il piercing sulla parte sinistra del labbro,che mi siedeva accanto

"Elizabeth,o meglio Liz" contro ogni volontà,ricambiai il sorriso.

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